Questo post è un po’ strano, un po’ filosofico, un po’
buonista, un po’ celebrativo.
E’ una storia di buona educazione e rispetto. Al giorno
d’oggi (mooolto zia) il lavoro è diventato “freddo”: mail, whatsapp, messaggi sempre
più sintetici, poche telefonate, pochi contatti “caldi”, anche nei negozi
(quando non sono virtuali) diventa sempre più difficile trovare calore. Al
giorno d’oggi (sempre più zia!) i tanti strumenti cosiddetti social danno a
tanti il potere un po’ anti-social di brontolare e protestare!
Io ho deciso di usare il mio spazio per premiare. Perché no?
Io che rientro nella categoria dei lavoratori “comodi”:
scrivania, computer, telefono, poltrona, nessun contatto diretto con il
pubblico, ho conosciuto 2 persone che fanno un lavoro anni luce lontano dal
mio.
Lavorano in un posto scomodo, esposto alle intemperie, in una baracca
prefabbricata, a contatto con il pubblico (e non esattamente quello che entra
da Gucci), con un tutone catarifrangente…insomma, un lavoro “brutto”, che loro
fanno con un sorriso e con una capacità di accoglienza che fa riflettere.
Soprattutto quelli come me che passano di lì e poi tornano al caldo della
scrivania.
Li conosco da 5 anni e non so come si chiamano ma quando nel
loro “ufficio” li trovo sempre: il 27 dicembre alle 5, il 2 agosto alle 11, la
domenica pomeriggio….sempre sorridenti e accoglienti.
Io che parlo quella strana lingua che non è italiano e non è
inglese, quella che parliamo oggi…noi gente di “business”, userei un sacco di
paroloni per dire che hanno attitudini di problem solver, uno spiccato
orientamento al cliente esterno; capacità comunicativa, attitudini relazionali
e di ascolto, per dire che sono due persone concrete, corrette, solide e
rispettose del loro lavoro e del loro “cliente”. Doti oggi decisamente rare
anche in boutique blasonate.
Chi sono?
Due addetti all'accoglienza della ricicleria AMSA di
Muggiano a Milano.
Sorpresa, vero? Da quando per motivi vari abbiamo chiuso
case di famiglia, svuotato armadi, censito ricordi, scelto quali pezzi di vita
meritavano di restare e quali di passare all'archivio "grande”, io e
lanonnamenomalechec’è, con la nostra anima ecologica (che io ho ereditato da
lei) e una faticosa tendenza animista e accumulatrice, periodicamente troviamo il
coraggio di eliminare definitivamente qualcosa. Attività per altro catartica
perché lanciare un piatto laddove si è autorizzati a farlo...non ha prezzo!
E così partiamo con il baule carico di una miscellanea di
materiali e di oggetti. Andiamo fino a Muggiano perché ci sono loro due: un
omone grande e grosso con un sorriso gentile e una signora riccissima e
premurosa. Verificano, aiutano, spiegano, rispondono a ogni domanda.
Una volta ci sono andata con Mini, volevo che capisse il
valore del riciclo. Abbiamo trovato “la signora riccia” che gli ha spiegato
cosa sarebbe successo del cartone che aveva appena lanciato. Con pazienza e con
un sorriso. Sorriso dedicato a chiunque entri da quel cancello, a ogni ora del
giorno, ogni giorno dell’anno.
Pensavo fosse un caso e invece è sempre così. Nel mio lavoro
si parlerebbe di endorsment, di attività motivazionale. Sì, ho scritto all’AMSA
ma ho deciso che non basta e ho voluto raccontare questa storia di eccezionale
rispetto per il lavoro di due persone eccezionali.
Non ho mai chiesto il loro nome, non ci ho mai pensato. Ci
parliamo con educato e caldo distacco che purtroppo sta passando di moda. In
un’epoca così sbragata, scomposta, maleducata, arrivista in cui tutti devono
fare l’AD di Ferrari altrimenti non è “dignitoso”, due persone che lavorano con
questa disposizione di animo in condizioni così particolari, meritano un
riconoscimento e tanto tanto tanto rispetto.