venerdì 26 aprile 2013

Così parlò il capo famiglia...

Ci siamo regalati una vacanzina al mare.

Negli uffici hanno chiesto di abbattere il monte ferie, il calendario dice che c'è un magnifico ponte e così ci siamo sentiti costretti (N.d.r. "costretti") a venire al mare per il piacere di passare del tempo con i bambini. Sono i nostri bambini…le creature che racconteranno di noi, il nostro futuro, la carne della nostra carne, i due angeli che abbiamo aspettato per tanti anni…

AIUTOOO...7 giorni in famiglia noi 4, cioè noi con loro o meglio: loro CONTRO di noi…loro, i nanidagiardino, i mostri che hanno okkupato la nostra casa e a breve si porteranno anche gli amici, quei due che solo uno sopra l'altro fanno una persona, loro che possiamo contare i loro anni sulle dita di una mano sola…loro sono…il nemico! E per definizione non si può parlare di "vacanza" in presenza di "nemici"!

Ma dico, sette giorni?? Cosa ci è saltato in mente?? Da soli con loro? Senza via d'uscita, senza un nonno, una zia, una vicina di casa, una babysitter raccattata in autostrada? Ci siamo condannati ai lavori forzati, 7 giorni di carcere duro (oddio...un'amica ha preso il 41bis a Milano: nanodagiardino malato, marito che lavora tutti i giorni del ponte, genitori e suocera in villeggiatura e biglietto per Roma diventato coriandoli!! A lei tutto il mio rispetto)

Ieri era la prima giornata. Quella delle valigie (sempre tante, troppe e con una quantità infinita di cose dimenticate), quella del viaggio, dello spostamento, praticamente una giornata facile…ahahah…illusi!

Partire è stata un'impresa perchè LORO avevano mille cose da fare che non fosse salire in macchina. Arrivati al mare si sono scatenati perchè qui hanno anche gli amici (altri mostri alti 1 metro) con cui coalizzarsi e  correre ovunque (qui è tutta isola pedonale, SEMBRA facile da gestire se non che c'è tutta la Lombardia e quindi una giungla di gambe in cui i nanidagiardino si confondono).

Li abbiamo rincorsi dappertutto, salvati da rocambolesche cadute perchè devono saltarecorrerecamminarefarelalotta tutto contemporaneamente. Li abbiamo inutilmente rimpinzati di aperitivo dato che uno si è riempito la bocca di noccioline e le ha contestualmente vomitate tutte (al bar), uno ha mangiato 3 patatine e ha stabilito fossero la sua cena (sic), una ha cercato di mangiare anche il vassoio di legno del pinzimonio non concordando sull'inopportunità del gesto e dimostrando la sua contrarietà sdraiata sul pavè. Siamo arrivati a casa tardi con i nani super eccitati. La "bedtime routine" è diventata infinita, confusa, rumorosa e agitata. L'inquinamento acustico in casa ha raggiunto livelli inusitati tanto che il capo famiglia, il mio maschio alfa, l'uomo che ho scelto per mettere al mondo la mia progenie ha dichiarato:

"Io amo la mia famiglia. Mi sono svegliato stamattina ed ero felice, ho sentito di amare davvero i miei figli. A mezzogiorno ho provato dell'affetto per i nanidagiardino. Alle 6 provavo della stima per "loro". Adesso ho capito che siamo solo parenti e niente più. Che Morfeo si faccia carico delle prossime ore perchè io a breve inizio le pratiche di disconoscimento."

Ieri era il primo giorno. Ce la faremo a rientrare a Milano nella stessa formazione con cui siamo partiti? Io credo che quando tornerò in ufficio farò formale donazione delle mie ferie alla mia giovane collega: a 20 anni le ferie sono necessarie, a 40 anni e 2 figli, se ne può fare serenamente a meno.

mercoledì 24 aprile 2013

Cambiare tutto per cambiare tutto o anche niente

Sono sicura - o almeno spero - che questo pensiero capita a tante: “già che faccio il cambio degli armadi metto via le sciarpe di lana che sono ancora in giro”.
A casa mia è come sentire Massimo Decimo Meridio dire: “al mio comando scatenate l’inferno”.
Le sciarpe di lana durante l’inverno stanno in un cassetto, che a un certo punto qualche forza oscura mi spinge a svuotare per metterlo in ordine. Svuotare sul letto ovviamente. Di solito succede di domenica quando piove e tutti dormono. Le idee malsane allora nascono come funghetti, per esempio perché non dividere le sciarpe tra inverno e primavera. Mettere quelle di lana ingombranti nello scatolone dei maglioni - che prima va svuotato sul letto - per poi aggiungere le sciarpe. Ma il completo sciarpa-guanti-cappello in cachemire, dove va? E il cappello di lana e la mantellina lilla? Potrei mettere le miscellanee di lana in una scatola. Ma la scatola perfetta non ce l’ho. Ecco un'altra idea malsana: lascio tutto qui sul letto e faccio un salto da Ikea.
Tanto è domenica, piove e tutti dormono, vado e torno subito (ovviamente da sola e in segreto perché Ikea di domenica è un segreto). So bene che “subito” e “Ikea” sono un ossimoro ma non è un mio problema, sono una femminamedia…ho sempre una buona ragione per andare da Ikea. Di solito torno dalla spedizione non con una ma con scatole varie per fogge e dimensioni. Per sicurezza.
E la giostra riparte: le sciarpe di lana, qui che ci stanno un amore. I maglioni, qui che sono più comodi. Nel cassetto le sciarpe primaverili e le borsette da sera piccoline (sono tre ma fanno ancora bella figura).
Già che ho aperto la scatola delle borse, credo che siano più comode all’ingresso dove ora c’è una scatola con zaini e borsoni - però quello che usavo alle medie lo devo assolutamente conservare… Idea: sposto i ricordi in una scatola (ho fatto bene a spendere zilioni di euro da ikea in scatole) e la metto in alto. Qui sotto adesso ci stanno anche gli accessori della moto che sposto dal ripostiglio...
Dopo ore di traffico, sono sudata e affranta, non ne esco più, ho creato un mostro…e volevo SOLO mettere via due sciarpa di lana che per ora non mi servono. Ho finito per svuotare tutti gli armadi di casa e non ricordo più dove ho messo cosa.
Quando questo succedeva a casa della mia mamma ero solita aggredirla a male parole. Improvvisamente le tazzine del caffè erano al posto dei piatti che erano al posto delle pentole, che erano al posto degli strofinacci che erano al posto delle salviette, che erano al posto degli asciugamani che erano al posto delle lenzuola che erano al posto dei maglioni…una giostra infinita alla ricerca del modo per cambiare tutto in casa senza cambiare niente.
Quando ho preso possesso di una casa tutta mia, ho sentito anche io, fortissimo dentro di me, il bisogno di cambiare tutto. Forse è genetico. E' un impulso irresistibile e inizia sempre con un nonnulla: trovare un posto a un oggetto. In pochi minuti la casa è invasa da tutto il contenuto dei mobili sparso tra pavimenti e tavoli, un orrendo blob in espansione autonoma. Per uscire dal marasma ci vogliono giorni per poi concludere che nessuno riesce a trovare più niente e gli abitanti della casa mi prendono a male parole.
I corsi e ricorsi della storia sono anche questo? Quindi invecchiando diventerò come mia madre? Devo assolutamente avvertire Maxi, non so quanto gli piacerebbe essere sposato con la suocera. O forse sì? Dato che io - codarda - a metà del guado di solito cerco una scorciatoia del tipo: “amore ti dispiace tanto se butto i tuoi giacconi, i tuoi borsoni, la tua collezione di cappellini da baseball, i tuoi maglioni, la tua collezione di magliette? A te non servono più e a me serve spazio per la mia sciarpa di lana!”

giovedì 18 aprile 2013

Aiuto, è arrivata l'estate!

In questi giorni il cambio degli armadi è più urgente dell’elezione del presidente.
E’ arrivata all’improvviso, una mattina di aprile: l’estate! Dal piumone alla canotta in una notte. Il peggiore incubo di qualsiasi femmina umana è diventato realtà: fuori dalla finestra 30 gradi, dentro l’armadio i pantaloni di fustagno! Ma…la femmina umana media resisterebbe al fustagno perché l’alternativa è annaspare per giorni tra grucce, scatole, naftalina, deodoranti, antitarme, pantaloni fuori moda, maglioni d’angora, scarpe, stivali e armadi che una volta svuotati non si lasciano più riempire docilmente. Tra l’altro il passaggio dall’inverno all’estate è un momento topico per le donne: urge la ceretta (fatta bene però, non un po’ così in versione invernale), la pedicure (da parata, non quella fatta dalla vicina di casa estetista in pensione), la dieta lampo (tipo 20 chili in 20 minuti perchè durante l'inverno non ho proprio avuto tempo e adesso voglio davvero rimettere quella gonnellina a fiori rosa che a 20 anni mi stava taaanto bene!).
Scoprire parti di corpo bianco pallido, che dopo i 40 godono di vita propria e di motu proprio (soprattutto verso il basso) non è una passeggiata, ci vuole un momento di raccoglimento, ci vuole CORAGGIO.
Il primo mostro da guardare negli occhi è l’armadio a fine stagione. Se le stagioni seguissero un corso da manuale si potrebbe anche azzardare un cambio in sordina: “oggi mi metto la camicetta a fiori”; “oggi metto via i pantaloni di velluto puliti”; “oggi prendo una maglietta rosa dalla scatola…ma guarda che carina anche quella verde, dai le metto a portata di mano…cià che metto due maglioni nella scatola”. Così…senza un piano preciso.
Se invece - come quest’anno - la stagione svolta all’improvviso non resta altro da fare che raccogliere il guanto della sfida, prendere fiato e affrontare il duello finale sperando che valga “per qualche vestito in più” e come Clint Eastwood teneva il fucile, imbracciare lo swiffer con il braccio destro e con il sinistro lo spruzzino per lavare, profumare disinfettare l’armadio.
Quest’anno il mio mezzogiorno di fuoco è iniziato dalla stanza dei nanidagiardino. E’ stato peggio di quello che avevo previsto. Non è stato un “cambio” ma un orrido Unzip. Per svuotare l’armadio (quello che per ora i due nani condividono) è stato sufficiente sfilare una maglietta perché tutto esplodesse fragorosamente nella stanza. Dopo un tremore iniziale, le pareti dell’armadio si sono persino sgonfiate e sono sicura di aver sentito un “aaahhh” di sollievo mentre lo lavavo. La stanza sembrava una scena dagli “Accumulatori seriali” della tv: pile di vestiti e scarpe ovunque, di tutte le taglie, le stagioni, i colori, le occasioni. Da 0 a 5 anni. Miei, suoi, tuoi, nostri, loro, di chiunque. Tra prestiti, regali e acquisti la stanza dei bambini era impraticabile. Il blob è anche esondato sul mio letto, sulla scrivania di Maxi, in corridoio, fino al tavolo da pranzo!
Il processo di pickup unzip l'ho delegato per pura codardia, mentre il ripristino dello status quo ante bellum - che è proprio la formula corretta in questo caso - è onere e onore della mamma.
Per ciascun capo occorre: verificare la taglia attuale, prevedere la crescita del pupo e valutare il percorso futuro: a chi dare cosa, secondo i dettami del baratto mammesco: un flusso a doppio senso ininterrotto e compulsivo che si sviluppa tra 0 e tre anni (e poi tocca pagare il guardaroba per intero…ahimè!)
Il risultato personale della giornata è che Mini, che sta uscendo dal giro dei baratti, avrà bisogno di una strisciata della carta di credito di Maxi (io metto in ordine-tu paghi…mi sembra un’equa divisione dello sforzo) e Micro invece, che è all’inizio del guado, ha anche un abito da cerimonia con perline incastonate.
Per uscire dal tunnel bisogna però pazientare almeno una settimana perché il vero zoccolo duro non sono i vestiti o le scarpe ma quel bastimento di accessori che accumuliamo con leggerezza durante la stagione finché non arriva il momento drammatico del rimessaggio: dove metto le babbucce a forma di papera, gli scaldamuscoli anni ’80, le coperte di pile che mi hanno regalato a natale e la farfalla scaldaletto?

lunedì 15 aprile 2013

La prima domenica domenica di sole

Domenica di sole = gita fuori porta. È un’equazione infallibile.
Abbiamo affrontato la domenica, che nella vita 2.0 è un’impresa, di petto e con una coppia di amici (anzi ex coppia…anche loro oggi sono una moltitudine). Abbiamo scelto un parco faunistico non lontano da Milano: l'idea perfetta per la prima domenica di sole da tanto tempo.
La stessa che hanno avuto tutti gli abitanti dell’emisfero boreale!
La giornata è trascorsa in coda: in macchina, all’ingresso, al bar, al bagno, a guardare il leone (che dormiva), il coccodrillo (che dormiva), l’orso bruno (che dormiva) o a contare quanti bambini avessimo per mano. In queste situazioni di folla estrema, vige una regola non scritta: tornare a casa almeno con lo stesso numero di figli con cui si è usciti! Nessuno in meno ovviamente, e possibilmente nessuno in più. Se poi sono quelli che abbiamo generato è meglio ma in caso basta aspettare la domenica successiva, quando il popolo dei genitori si sposta tutto in blocco come un enorme blob in un altro parco, e il gioco ricomincia con una certezza: prima o poi i nani tornano al loro giardino.
Abbiamo cercato di stimolare bambini di città a guardare gli animali veri, vivi (anche se dormivano) per dimostrargli che Alex il leone esiste davvero ma non balla, che il re Julian non canta ma che i lemuri esistono in natura e non solo alla tv. I bambini di città certe cose non le sanno. Animali, verdura, frutta per loro sono oggetti colorati dalla misteriosa provenienza.
Noi volevamo dare loro un contenuto…loro invece volevano:
- fare la pipì - ADESSO
- bere l’acqua - ADESSO quindi bagnarsi maglietta e canottiera e necessitare di un cambio
- mangiare - ADESSO (persino Mini che è notoriamente inappetente sembrava avesse il verme solitario)
- andare sulle giostre (perché sono diverse da quelle sotto casa)
- andare a vedere il leone mentre guardavano un altro animale
- andare a vedere un altro animale 5 secondi dopo aver raggiunto un recinto in una specie di zapping convulso
- andare in giro da soli correndo sgommati (appunto provando a cambiare famiglia)
- andare a casa di uno o dell’altro a giocare con i giochi di casa (ma @#@# siamo venuti fin qui per voi e per tutta risposta volete andare a casa?)
Per far fronte alla giornata, la brava mamma deve essere pronta a tutto perché il bambino ha necessità imprevedibili e immediate. La borsa della mammaalfa prevede: acqua (frizzante, naturale, semifrizzante, seminaturale, fredda, calda, con bicchiere di carta, di plastica, borraccia e cannuccia), biscotti (quelli con le facce, quelli con il cioccolato, quelli che ho mangiato dalla nonna quando ero piccolo), cracker (quelli che porti in piscina, quelli che compra la nonna della vale, con il sale, senza sale, al vapore, quadrati, piccoli, grandi), frutta e verdura, cappello, maglietta, canottiera, pantalone di ricambio (per due bambini), occhiali, crema solare e kit di primo soccorso.
Quando il bambino alfa chiede uno snack, la vera mamma alfa gli offre:  mango, papaya, fragole biologiche della birmania, latte di mandorla, latte di kefir e panino di farro sfornato al mattino…
Nella mia borsa c’erano 2 pannolini, un biberon di acqua, una mutanda, un vecchio chupachups. Meno male che l’amica D, più previdente di me aveva un tupper di biscotti con cui li abbiamo azzittiti almeno fino al ristorante. Sì, perché a titolo di risarcimento abbiamo scelto un ristorante con tutti i santi crismi (compreso il prezzo).
Ho quindi imparato la lezione:
1) le gita fuori porta si organizzano SOLO in gruppo, almeno con un’altra famiglia che sia nelle stesse condizioni perché “è la somma che fa il totale”
2) una gita fuori porta 2.0 richiede una partenza alle 9 del mattino, non alle 10.30 con caffè in autogrill, chiacchiera e saluti...questo lo facevamo ieri giovani gozzoviglioni in moto
3) le famiglie fanno tutte la stessa cosa, tutte le domeniche alla stessa ora...
THANKS GOD IS MONDAY

venerdì 12 aprile 2013

Sex e...dintorni

Ieri la vita era Sex and the City: ape al Just, cena al Qor, shot al Jazz, notte bollente sul divano, in un crescendo di passione ginnica per finire addormentati sfatti e soddisfatti fino a mattina inoltrata.
Oggi la vita è Sex and the Kids: merenda ai giardini, cena alle 7, shot di camomilla, notte…bè bollente se qualcuno ha la febbre, sul divano se qualcuno strilla, hot…se non c’è l’aria condizionata!
La presenza (per lo più molesta soprattutto di notte) dei nanidagiardino rende il rapporto di coppia più artistico, più complesso, più…sfidante. Però una delle domande che nella mia vita rimarrà senza risposta è: come si fa a fare 5 o più figli? Non intendo gestirli o altri bla bla pedagogico-emozionali, intendo proprio fare, nel senso di “fare i bambini”, la cosa delle api e dei fiori per capirci. Passare da 1 a 2 è facile: presenze, rumori e tempi di uno è un gioco da ragazzi. Quando sono 2 si passa a un nuovo livello di gioco. Da 2 a 3 è livello agonistico, da 3 in su…professionisti. Il quinto figlio è un miracolo. Il numero 19 dei Duggar è una battuta di Zelig.
Quando la mogliemedia riceve i gradi di mammamedia le notti bollenti diventano oggetto di programmazione. Mano all’agenda segreta (perché tutte le donne hanno un’agenda che i mariti non devono conoscere) e si fa planning: oggi, no devo stendere; domani…no, devo colorare il compito di storia; mercoledì andrebbe meglio….no, no no è impossibile, c’è la riunione al nido per discutere del pinzimonio biologico!! Forse giovedì ma, no c’è Montalbano in tv e guardare Zingaretti è meglio che guardare l’Homer Simspon che è diventato mio marito. Venerdì poi ho la lezione di Zumba e non mi riprendo mai fino al lunedì successivo.
Il povero marito - che non sa dell’agenda segreta, che non stende, non carica la lavatrice, la lavastoviglie, non piega i calzini, mediamente non sparecchia, non mette a letto i nanidagiardino - tenta l’approccio a sorpresa. E trova una statua di sale che alla fine della giornata vuole solo rilassare anche le unghie dei piedi, che ha mal di gola per aver urlato qualsiasi cosa a chicchessia, mal di schiena per aver portato a letto di peso un tot di nanidagiardino, mal di testa perché è rientrata a casa alle 7 e alle 9 si stava domandando perché non aveva accettato l’invito a cena dell’amica single, magra e riposata (e aveva capito perché il vero manager - maschio of course - organizza meeting strategici dalle 19 alle 21!!). Alla fine la derelitta cede, come facevano le bisnonne “non per piacere mio ma per dare figli a Dio”, che ai giorni nostri è declinato così: “non per piacere mio ma perché ci provi da 2 settimane e ormai hai gli occhioni del gatto di Shrek e stai evidentemente pensando alla nuova vicina di casa”.
Rapido controllo dei nanidagiardino, chiusura delle porte (è vivamente consigliato chiuderle a chiave), eliminazione di qualsivoglia fonte luminosa e anche se la poesia va scemando non importa. L’importante è la passione, il desiderio e….che i bambini continuino a dormire!
Poi però la mammamedia cammin facendo si ricorda di quando era una mogliemedia e prima ancora una fidanzatamedia e si ricorda che la Zumba casalinga non era poi così male. E allora la cosa si fa interessante e rilassante e divertente e coinvolgente e….e allora perché non lo facciamo anche domani? Mmmhhh….domani? no, amore, domani no, lo sai che domani devo lavare le verdure per tutta la settimana!
Una volta una saggia donna mi spiegò che c’è un motivo se i genitori iscrivono i figli a bizzarri corsi extra scolastici il sabato mattina, se non si fermano alle festicciole dei compagni di classe (a turno è una questione mors tua vita mea tra mamme). Il sabato mattina serve al papà e alla mamma per tornare a chiamarsi per nome, a guardarsi negli occhi mentre si parlano, ad abbassare il tono di voce. Un’occasione irrinunciabile per dare un senso alla convivenza con i nanidagiardino.

lunedì 8 aprile 2013

Mi sono innamorata di te...perchè...

…non avevo niente da fare…una mattina qualche giorno fa se non guardare il tuo sorriso e sentirlo esplodermi dentro con una deflagrazione incontenibile.
Lo so che hai 14 mesi, lo so che sono 23 mesi che siamo insieme ma io sono lenta negli affetti, lenta ma poi inesorabile. Quando sei arrivata mi hai trascinato in un tunnel buio come buia era la mia pancia. Quando ci siamo conosciute mi hai consegnato la responsabilità della tua vita e mi hai spaventato. Dicono che le mamme riconoscono i figli nell'istante in cui incrociano gli sguardi. Per me l'amore è arrivato piano piano, in punta di piedi, mi ha colto all'improvviso quando ero distratta.
Due settimane fa mi hai regalato un sorriso, una faccetta buffa, e metà del tuo biscotto ciucciato e bavoso e io…non ho potuto resistere, mi sono innamorata di te!
Adesso che giri per casa instabile, come un po’ ubriaca…gridando come un guerriero Masai per dare coraggio e potenza al tuo viaggio per attraversare il soggiorno in autonomia. Adesso che svuoti tutti i cassetti e le antine a cui riesci ad accedere (e poi ti allontani soddisfatta e monella), adesso che il nostro dialogo non è più a senso unico ma mi rispondi a modo tuo…adesso sono tua, prigioniera dei tuoi occhi e so anche che non potrò mai più vivere senza.
Eri minuscola quando sei nata e avevo paura di te, pensavo fossi fragile. Invece sei una roccia. Hai delle certezze granitiche a 14 mesi a cui io non sono arrivata nei miei tanti anni.
Sei una tosta ragazza mia. Non ti lasci guidare perché sai già dove andare, cosa fare e quando. Hai le idee chiare sulla vita e le persone e non hai paura di affrontare il mondo. Tu non chiedi, pretendi. Non aspetti…prendi. Soprattutto con me, non chiedi la mia presenza, ti incolli a me respirando la mia camicia, la mia pelle finchè non trovi la pace che cercavi. Poi mi lasci e dondoli via per il mondo per poi tornare a raccontarmi le tue avventure o a mostrarmi con orgoglio i tuoi tesori (di solito oggetti proibiti a cui sei riuscita misteriosamente ad arrivare). E torni a “fare il pieno” di me, della tua mamma.
Tu che dormi con la faccia affondata nel cuscino o meglio ancora in una mucca/nanna gigante. Non hai mai voluto il ciuccio e non ti piace nemmeno il tuo dito, tu vuoi me, il mio odore, il mio calore, la mia maglietta. Ogni tanto mi sento soffocare, ho paura, mi togli il fiato. Non mi perdi di vista, mi cerchi con lo sguardo, mi punti e mi raggiungi traballona gridando. Vuoi solo me, nessun altro. Però se non lo fai, se non ti vedo…mi manchi e aspetto solo di averti di nuovo tra le braccia.
Hai una mimica facciale che fa ridere, fai delle facce così buffe che non si può nemmeno credere che siano casuali. Hai uno sguardo monello e arrogante che spero sia la tua forza per il resto della vita. Hai voglia di parlare, di raccontare, di fare, di essere indipendente…così forte che gridi se i grandi non ti capiscono, ti arrabbi così tanto da ringhiare contro di noi stolti e ottusi.
Mi piaci…non mi somigli e questo mi piace. Certo ci sarà da ridere cara mia…ci saranno momenti duri perché già adesso ogni tanto ti strozzerei…non oso immaginare come sarà tra una manciata di anni. Non vedo l’ora. Non vedo l’ora di tutto quello che ci aspetta, insieme.
Io le mie rigidità insieme a te e alla tua testardaggine. Io che faccio lunghe analisi e tu brevi conclusioni. Che coppia!!
Ti sei innamorata di tuo fratello nell’istante in cui lo hai visto. Lo hai riconosciuto e non si muove niente nella tua vita senza di lui. E’ il tuo primo riferimento al mattino, l’ultimo bacio della sera e la tua certezza di notte quando ti svegli e hai bisogno, è lui che chiami per primo, è della sua presenza che ti devi accertare.
Ti sei innamorata di tuo papà quando hai capito che per qualche anno sarà l’uomo della tua vita. Con lui sarà dura, lui ha paura di te, del tuo sguardo, del tuo sorriso, di lasciarsi andare.
Hai scelto me e solo me 23 mesi fa. Ti sei innamorata di me quando hai incrociato il mio sguardo mentre io ero troppo impegnata a pensare a cosa darti da mangiare e a misurare quanto crescevi. L’altra mattina invece non avevo niente da fare, ti ho guardato e…non potrò mai più smettere di farlo!

martedì 2 aprile 2013

Vacanze scolastiche, gite fuori porta e altre riflessioni...

Abbiamo timbrato il cartellino del ponte pasquale al mare, come quasi tutta Milano (il resto del quasi era in montagna ad approfittare dell’ultima neve). Ci siamo convinti, nonostante il tempo, a tentare la sorte..il rischio era una dose massiccia di Pippi Calzelunge e Pantera Rosa sul divano. Abbiamo rischiato e ci è andata bene...siamo riusciti a tenere basso il video-dosaggio d'emergenza.
Il traslocodelweekend sta lentamente (ma molto lentamente) diventando meno drammatico (oppure noi ci stiamo abituando) e abbiamo accettato anche che il riposo è solo quello dell’anima, per quello fisico dobbiamo attendere le gite scolastiche. E così siamo partiti alla ricerca del sole, di un panorama decente e di un cambio di aria che fa sempre bene, a grandi e piccini (se milanesi, anche un po' di più).
In ogni caso Mini al mare è davvero più simpatico e Micro si è rivelata una perfetta party girl divertita e disinvolta dal basso dei suoi 13 mesi.
In questi giorni ho avuto modo di fare alcune riflessioni mammesche:
1. i bambini sono binari: passano dal piccolo lord a lord voldemort in pochi secondi. Sono seduti composti e parlano quando è il loro turno e pochi secondi dopo sono in piedi sulla sedia gridando anatemi mortali. E pochi secondi dopo il giro ricomincia. Mini mi bacia con passione e mi dice che sono la sua sposa, dopo 7 secondi mi caccia via in malo modo dicendo che non è più mio amico! BOH! Non c’è via di mezzo, non c’è il grigio e soprattutto non c’è nessun segnale premonitore. Avviene e basta. È come se avessero un pulsante che si divertono a schiacciare in continuazione: acceso-spento-acceso-spento-acceso-spento… Il problema è che la mammamedia è trascinata dagli eventi e dai loro sbalzi passando da Caroline Ingalls a Crudelia de Mon negli stessi secondi. I bambini però fanno il loro dovere di bambini, le mamme invece finiscono allo psichiatrico. Mistero!
2. il fine settimana fuori porta con i bambini è bello perché…finisce in fretta! Da giovane coppia la domenica sera era un incubo, basta avere dei figli per cambiare prospettiva. Da giovani genitori la domenica sera è una benedizione attesa con bramosìa, il lunedì dei genitori sa di ferie, di caffè con i colleghi, di riunione con il cliente…una passeggiata di salute dopo 72 ore di inseguimenti e di confusa deregulation. Una volta il fine settimana serviva per ricaricarsi e dimenticare lo stress del lavoro, oggi è vero il contrario. E c’è chi mi ricorda che la stagione dei compiti peggiora ulteriormente l’impatto del fine settimana aggiungendo nuovi motivi di costrizione. Cioè: io oggi inseguo un nanetto perché si vesta da solo e ci vogliono circa 30 minuti per indossare un jeans e una maglietta e mi dicono che domani inseguirò un preadolescente perché faccia un riassunto e ci vorranno 30 minuti per riassumere un Racconto al Telefono di Rodari! Bene, appena finisco di scrivere mi informo sui collegi in Canada.
3. le donne non riusciranno mai a bilanciare lavoro e famiglia perché la scuola non glielo permette. Anche in questo caso è una questione di punti di vista: da studente i 6 giorni del ponte pasquale erano persino pochi. Da genitore…3 giorni feriali con i bambini a casa sono una condanna professionale, famigliare ed economica. I nonni, quando ci sono, sono costretti al super lavoro. Le tate, quando ci sono, sono costrette al super lavoro e al relativo super stipendio. Le mamme sono costrette a prendere giorni di ferie - dando il fianco alla facile analisi che le donne, una volta mamme, sul lavoro non sono più affidabili come prima! Il dilemma ha mille soluzioni più una: tutte quelle in cui si declina il ruolo della mamma lavoratrice. Peccato che la parola vacanza con figli abbia una declinazione unica: disastro!
Domani ricominciano le scuole (per un'amica ricominciano giovedì e io domani la penserò tanto), domani anche la città tornerà alla vita regolare (perchè Milano quando ci sono le scuole chiuse sonnecchia pigra) e del fine settimana al mare rimarranno solo le foto e la sacca dei panni da lavare!