lunedì 15 aprile 2013

La prima domenica domenica di sole

Domenica di sole = gita fuori porta. È un’equazione infallibile.
Abbiamo affrontato la domenica, che nella vita 2.0 è un’impresa, di petto e con una coppia di amici (anzi ex coppia…anche loro oggi sono una moltitudine). Abbiamo scelto un parco faunistico non lontano da Milano: l'idea perfetta per la prima domenica di sole da tanto tempo.
La stessa che hanno avuto tutti gli abitanti dell’emisfero boreale!
La giornata è trascorsa in coda: in macchina, all’ingresso, al bar, al bagno, a guardare il leone (che dormiva), il coccodrillo (che dormiva), l’orso bruno (che dormiva) o a contare quanti bambini avessimo per mano. In queste situazioni di folla estrema, vige una regola non scritta: tornare a casa almeno con lo stesso numero di figli con cui si è usciti! Nessuno in meno ovviamente, e possibilmente nessuno in più. Se poi sono quelli che abbiamo generato è meglio ma in caso basta aspettare la domenica successiva, quando il popolo dei genitori si sposta tutto in blocco come un enorme blob in un altro parco, e il gioco ricomincia con una certezza: prima o poi i nani tornano al loro giardino.
Abbiamo cercato di stimolare bambini di città a guardare gli animali veri, vivi (anche se dormivano) per dimostrargli che Alex il leone esiste davvero ma non balla, che il re Julian non canta ma che i lemuri esistono in natura e non solo alla tv. I bambini di città certe cose non le sanno. Animali, verdura, frutta per loro sono oggetti colorati dalla misteriosa provenienza.
Noi volevamo dare loro un contenuto…loro invece volevano:
- fare la pipì - ADESSO
- bere l’acqua - ADESSO quindi bagnarsi maglietta e canottiera e necessitare di un cambio
- mangiare - ADESSO (persino Mini che è notoriamente inappetente sembrava avesse il verme solitario)
- andare sulle giostre (perché sono diverse da quelle sotto casa)
- andare a vedere il leone mentre guardavano un altro animale
- andare a vedere un altro animale 5 secondi dopo aver raggiunto un recinto in una specie di zapping convulso
- andare in giro da soli correndo sgommati (appunto provando a cambiare famiglia)
- andare a casa di uno o dell’altro a giocare con i giochi di casa (ma @#@# siamo venuti fin qui per voi e per tutta risposta volete andare a casa?)
Per far fronte alla giornata, la brava mamma deve essere pronta a tutto perché il bambino ha necessità imprevedibili e immediate. La borsa della mammaalfa prevede: acqua (frizzante, naturale, semifrizzante, seminaturale, fredda, calda, con bicchiere di carta, di plastica, borraccia e cannuccia), biscotti (quelli con le facce, quelli con il cioccolato, quelli che ho mangiato dalla nonna quando ero piccolo), cracker (quelli che porti in piscina, quelli che compra la nonna della vale, con il sale, senza sale, al vapore, quadrati, piccoli, grandi), frutta e verdura, cappello, maglietta, canottiera, pantalone di ricambio (per due bambini), occhiali, crema solare e kit di primo soccorso.
Quando il bambino alfa chiede uno snack, la vera mamma alfa gli offre:  mango, papaya, fragole biologiche della birmania, latte di mandorla, latte di kefir e panino di farro sfornato al mattino…
Nella mia borsa c’erano 2 pannolini, un biberon di acqua, una mutanda, un vecchio chupachups. Meno male che l’amica D, più previdente di me aveva un tupper di biscotti con cui li abbiamo azzittiti almeno fino al ristorante. Sì, perché a titolo di risarcimento abbiamo scelto un ristorante con tutti i santi crismi (compreso il prezzo).
Ho quindi imparato la lezione:
1) le gita fuori porta si organizzano SOLO in gruppo, almeno con un’altra famiglia che sia nelle stesse condizioni perché “è la somma che fa il totale”
2) una gita fuori porta 2.0 richiede una partenza alle 9 del mattino, non alle 10.30 con caffè in autogrill, chiacchiera e saluti...questo lo facevamo ieri giovani gozzoviglioni in moto
3) le famiglie fanno tutte la stessa cosa, tutte le domeniche alla stessa ora...
THANKS GOD IS MONDAY

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