mercoledì 28 maggio 2014

Maggio e la pietra filosofale 2.0

Le mamme corrono sempre. Per definizione, per leggenda, perché è così che funziona.

Hanno un’agenda intasata, isterica, confusa e rigidamente elastica che inizia il 1 settembre, finisce il 30 giugno ed è quinquennale: oggi una mamma sa cosa farà mercoledì 20 ottobre con buona approssimazione.

La mamma e la sua agenda hanno un nemico: il mese di maggio. Se durante l'anno si corre, a maggio la velocità diventa iperbolica: inesorabilmente, inevitabilmente. Nonostante l’agenda sia un capolavoro di perfezione capace di rendere possibile l’impossibile (corso di danza afrocinese alle 3 e scacchi himalayani alle 3:15), maggio è il dissennatore che la devasta con violenza inarrestabile.

Nel mese in cui tutto fiorisce, l’agenda appassisce. Il dissennatore cerca la mamma che crede di avercela fatta e le risucchia la gioia di vivere, la trascina in un baratro caotico e confuso. Solo le migliori sopravvivono:

  • riunioni di fine anno per organizzare la festa di fine anno, per fare il bilancio dell’anno, per valutare come andrà questa fine anno (come deve andare?)
  • riunioni per preparare i lavoretti di fine anno, per raccogliere soldi per le feste e i regali di fine anno (perché prevederli a febbraio è sconveniente), sorteggiare le volontarie che parteciperanno alle attività di fine anno
  • interrogazioni in tutte le materie su tutto il programma – ovviamente quello ministeriale mai affrontato e non quello personalizzato su cui hanno lavorato negli ultimi 10 mesi
  • gite ovunque per tutti dai 3 anni in su dal lunedì alla domenica: dal museo alla corsa campestre, a partire dalle 7 del mattino
  • colloqui individuali con le maestre, le educatrici, i professori e i presidi per valutare i progressi del bambino in questo anno, per tirare le somme di fine anno
  • riunioni in parrocchia per la Comunione, la seconda Comunione, la Cresima e il dopo Cresima. Ritiro spirituale il sabato dalle 8.30 alle 18:30, attività con tutte le famiglie coinvolte (mai meno di 70!) la domenica mattina e cene conclusive infrasettimanali, “entro fine maggio”
  • saggio di danza, di calcio, di musica, di inglese, di scacchi, tutti alle 3 del pomeriggio e possibilmente sovrapposti per tutti i figli della famiglia. Impossibile evitarli pena l’accusa di minare l’autostima del bambino e la marchiatura de “la solita che se la tira e lavora solo lei” impresso dalle altre mamme (per definizione acerrime nemiche/amiche)
  • riunione in ciascuna delle suddette palestre per valutare le prestazioni del giovane atleta e confermare l’iscrizione all'anno successivo – con relativo pagamento dell’intera retta (quando i bambini cambiano idea come le donne le scarpe)
  • partecipazione a giochi vari (per colpa della buon anima di Lady Diana che partecipò – bellissima – a una corsa nei sacchi…mai si dica che non possiamo farlo noi!), mercatini e recite: ho visto bambini del nido declamare a memoria il terzo atto del Re Lear, offrire ai genitori un pastello del Tondo Doni con acclusa poesia di Prevert vergata a mano con pennino d’oca e dedicata spontaneamente alla mamma
  • preparazione di dolci (rigorosamente in casa per non minare l’autostima dei figli, rigorosamente bio e che sembrino quelli della nonna – la mia era un chirurgo e non sapeva cucinare…quindi?) e origami e raccolta di materiale vario: lana di lama del Tibet, corno di elefante del Congo…


Ognuna di queste attività è fissata dalle 2 del pomeriggio afterhour, 24/7 tra il 15 maggio e il 15 giugno; si sovrappone alla normale routine della casa; richiede svariate ore di ferie, la pazienza del capo, un sovrapprezzo della tata, l’elasticità della collega single (cui in primavera è preclusa qualsiasi storia d’amore nuova), l’abbandono del tetto coniugale, l’acquisto di tanto cibo precotto e…un’emorragia di denaro: anticipi, conferme, regali, cibo, pensierini, fiori, etc…

In tutti questi casi la performance delle mamme è rigorosamente valutata dal corpo insegnanti e dalle “altre” mamme e va da sé che il giudizio rimane scolpito nella pietra per il resto del ciclo scolastico: “lei è quella che”.

Personalmente sono agli albori di questa follia e già mi sento stritolata dal sistema e io conto solo su 2 esemplari di nanidagiardino da organizzare. Mi guardo attorno e tremo: gli impegni di cui sopra sono da moltiplicare per tutti i figli presenti in casa a meno che la Pietra Filosofale 2.0 (inconfessabile) sia che ci si spende tanto per i primogeniti lasciando gli altri felicemente abbandonati e salvi dall'isteria collettiva del mese di maggio.

martedì 20 maggio 2014

Aspettare

Ogni giorno aspetto l'autobus seduta su una panchina.
Ogni settimana aspetto Mini che finisca la lezione di nuoto.
Per otto anni ho aspettato che Mini venisse ad abitare la mia pancia.
Per 80 settimane ho aspettato che Mini e poi Micro fossero pronti a guardarmi negli occhi.
Ogni tanto aspetto che il pane sia pronto per entrare o uscire dal forno.
Ogni settimana aspetto la puntata del mio sceneggiato preferito per rilassarmi con Maxi.
Ogni mese aspetto la rata del mutuo.
Ho aspettato l'uscita dei quadri di maturità. Ero già in vacanza, sono rimasta per ore seduta davanti al telefono aspettando che suonasse.
Ho aspettato di sentir chiamare il mio nome il giorno della laurea passeggiando avanti e indietro.
Aspetto il mio turno in posta leggendo un libro.

C'è sempre una coda da fare, qualcosa da aspettare....ogni giorno.

Oggi aspetto la mia mamma.

giovedì 15 maggio 2014

Odissea nello spazio. Ovvero del Caos e della "purga"

Maxi ed io condividiamo un comune sentimento verso gli oggetti: l’animismo. Siamo entrambi convinti che ogni oggetto abbia un percorso, un senso di esistere e facciamo entrambi fatica a separarci da qualsiasi cosa conservi per noi un ricordo. Entrambi. Sempre…o quasi.

Io in realtà passo da legami indissolubili e accumulo compulsivo a momenti di purificazione zen. Periodicamente e senza preavviso mi assale un raptus di staliniana memoria, sento il tintinnio di una campanella: scope e scopine prendono vita, si animano i sacchetti, si aprono i cassetti e…..WWWRROOOOMMM via tutto, piazza pulita!

E così Maxi ha da sempre paura di me: senza preavviso si ritrova circondato dal vuoto cosmico! Ha imparato a nascondere, a inventare spazi a me sconosciuti, a depistare perché la furia della purga non raggiunga e non tocchi oggetti che per lui hanno ancora “vita”.

Purtroppo...da quando insieme a noi anziani abitanti della casa, vivono i nanidagiardino la situazione è precipitata e la mia “purga” periodica non basta più.

Il DNA non mente: Mini è uguale a noi, animista fino al midollo. Conserva e ricorda la genesi di ogni oggetto e sua singola parte. Archivia e controlla periodicamente la presenza di tutte le sue pertinenze, fa l’appello di mostri, macchine e giocattoli…anche delle sorprese degli ovetti di cioccolato. Micro invece accumula e raccatta bambole, peluche e pupazzetti in ogni cantone pubblico o privato e li mette tutti nel letto. Ogni sera procede a un severissimo contrappello a cui devono rispondere tutti…pena strilli, strepiti e indagini da RIS allo scopo di ritrovare la “bambola bella”! Ha per altro la divertente abitudine di riordinare a modo suo: apre un'anta o un cassetto a caso e ci infila quello ha in mano, a sua discrezione: le calze in cucina, il biberon in bagno, i pupazzi tra i miei pigiami.

La vita 2.0 è la fine dell’ordine! E’ anarchia. Guerra, quotidiana e non periodica. Entropia senza ritorno. Caos.

Chi mi legge più spesso sa che il mio cruccio è di abitare in un magazzino. Da qualche tempo poi siamo anche passati di livello: ere preistoriche fa eravamo casa, poi siamo diventati un magazzino lost&found, ora un buco nero! Prima abbiamo perso il “found”, era rimasto solo il “lost”, poi la casa ha sviluppato un potere magnetico: risucchia gli oggetti e non li restituisce più. A breve busseranno alla porta gli organizzatori professionali che seguono le famiglie affette da accumulo compulsivo….finiremo in televisione nei docu-fiction del momento…che ripensandoci potrebbe essere l’inizio di una nuova visibilità mediatica.

I raptus zen che un tempo mi assalivano improvvisi e inaspettati ogni tanto, adesso esplodono come le miccette a capodanno: frequenti, fastidiose, inaspettate. Nel tempo ho affinato subdole doti da stratega: infilo in tasca, senza farmi vedere, oggetti e brandelli di oggetti che autoritariamente e unilateralmente archivio nell’archivio grande, quello definitivo. Se la vittima della mia purga chiede notizie della ruota della macchinina che si era staccata a Natale scorso, del pennarello rinsecchito che mi ha regalato la nonna, della scarpa della bambola che aveva trovato ai giardinetti, del fanale del camioncino che da due anni voleva riattaccare con la colla (e ovviamente se lo ricorda solo oggi)….il mio consiglio per tutti è “cerca bene, sarà nello scatolone sotto il letto” oppure il capolavoro: “dopo lo cerchiamo amore…adesso vuoi vedere i cartoni?”

E’ diabolico, crudele e menzognero lo so, ma non l’ho inventato io: è l'applicazione geniale delle tecniche di distrazione di massa...della mia piccola massa. Ai limiti del genio.

Il problema rimane mio: il lavoro di “mamma” che ho sempre pensato alto e profondo, in questo momento è più simile a quello del pesce pulitore. Ingrato e inversamente proporzionale al suo risultato. Più elimino, più oggetti si ammassano, più si creano spazi più gli oggetti si allargano, più zippo le “cose” più servono spazi in cui archiviarli. Compro sacchi sotto vuoto di ogni dimensione, scatole di ogni misura, faccio scambi e beneficenza, porto in discarica, archivio, infilo, zippo…e poco dopo…..PPPUUUFFFFF è tutto come prima.

E’ Il giorno della marmotta, La storia infinita, un errore di Matrix…aiuto!


E con questa citazione cinematografica confermo la mia volontà di voler andare a vivere sul set di un film dove tutto è finto, ordinato, imbiancato e soprattutto non è di mia competenza….

mercoledì 7 maggio 2014

Celebrando…il giorno prima!

Farti gli auguri domani è facile: è il tuo compleanno! Il quinto.
Stai invecchiando, meraviglioso topomio.

Raccontare quanto sei meraviglioso è sdolcinato, soprattutto adesso che il tuo sorriso si apre su un enorme tunnel vuoto e sei comunque molto bello (no, non è vero, sei brutto ma a noi piaci!). A breve i denti cresceranno giganti e sproporzionati e il tuo musino gli crescerà attorno. Che ridere!

Io voglio celebrare il giorno prima perchè è stato un giorno magnifico: l'ultimo da figlia, l'ultimo da moglie e marito. C'era il sole, faceva caldo e io avevo un pancione così grosso che non mi vedevo i piedi.

Ore 9:00 monitoraggio in Ospedale. Al Sacco. Non sapevo nemmeno esistesse se santamanuela non si fosse trasferita lì (e io l'avrei seguita in capo al mondo). L'ho scoperto con te e ci è piaciuto, vero? Mi ero portata la colazione e la nonna in pectore. Ho sentito il tuo cuoricino e i tuoi calci per una mezz'ora, ho guardato il monitor pensando di essere una donna forte e coraggiosa perchè vedevo un numero aumentare sempre di più e siccome mi avevano detto che erano le contrazioni e io non sentivo niente…giuro ho pensato: sono una roccia (pivella!! ero al 35…di 100!!…aaahhhiiaaa)

Ore 10:30 santamanuela decide di bussare alla tua porta in modo piuttosto….vigoroso ma io ero troppo emozionata per sentire dolore, troppo curiosa di tutte le cose che mi stavano succedendo per pensare seriamente che di lì a breve ci saremmo conosciuti di persona. Averti dentro la pancia era così divertente.

Ore 12:30 siamo tornate a casa, abbiamo fatto la spesa e una passeggiata. Perchè con quel pancione tutti ti devono far passeggiare, mi sentivo sempre una mucca al pascolo! Ho anche cercato di raccontare tutto al tuo papà che però aveva una riunione importante e non rispondeva al telefono. In verità lui te lo aveva detto che aveva la riunione e ti aveva chiesto di non nascere fino a venerdì 8. Tu sei rimasto lì buono buono ad aspettare. Io invece volevo strangolarlo.

Ore 20:30 cena Bernici, perchè no? Volevamo godere del nostro tempo da sposi e abbiamo pensato di farlo in compagnia. L'amico elvetico ha preparato una pasta con la 'nduja, perchè il cibo piccante facilita il travaglio - dice il saggio. La domanda è rimasta nella storia: "vuoi solo dargli fastidio o lo vuoi stanare?". La risposta era nella quantità di 'ndujia che ha sciolto nel sugo. La pasta era lava allo stato puro. L'ho mangiata tutta e anche di gusto ma oggi non lo farei più.

Ore 23:30 a casa per una serata romantica, bollente come la cena. Passione pura. Una notte da ricordare.

Ore 08:00 sul lenzuolo bianco 3 gocce di acqua rosaverde…

Benvenuto al mondo amore mio.

lunedì 5 maggio 2014

A volte basta poco

Ho passato gli ultimi 3 anni a brontolare per la mancanza di privacy, di ordine, di silenzio, di libertà.

Ho passato 8 anni nella faticosa attesa di un bimbo e intanto che aspettavo mi sono goduta marito, amici, tempo, casa; intanto che aspettavo ho anche pensato che quello sarebbe stato il nostro assetto definitivo e mi ci stavo abituando. Tanto ho sofferto la solitudine prima, tanto ho spesso sofferto la folla dopo.

Oggi la somma di Mini e Micro è un’allegra associazione a delinquere di casinisti che ha di fatto incasinato le nostre vite anziane e abitudinarie. Lui è stato un trauma dolce, si è inserito nella nostra vita pigro e tranquillo, accomodandosi come tra morbidi cuscini; lei si è infilata nel nostro terzetto con prepotenza, allegria e confusione, è un terremoto, uno tsunami nei modi di fare e pensare, nel carattere e nell'energia… E’ destabilizzante. Siamo ormai 4 persone che convivono sotto lo stesso tetto ma le loro pertinenze sono enormi, le loro necessità infinite e ci stanno letteralmente schiacciando, mettendo all’angolo, riducendo il nostro spazio a favore del “loro”.

Allo spazio okkupato si è aggiunto il tempo: non ce n’è più, c’è solo il loro. C’è la loro agenda su cui si scrive la nostra. I loro impegni segnati con la biro e i nostri in matita. E dopo lo spazio e il tempo, anche la logistica è saltata: la più banale delle scampagnate richiede una pianificazione strategica militare, da motociclisti essenziali siamo diventati sherpa in pianura.

Fatta questa lunga premessa ne aggiungo una più piccola: Mini e Micro sono rimasti al mare per tutti questi ponti grazie al sapiente gioco del 15 di genitori, nonni e tata: arrivo-io-parti-tu poi arriva-lei-partiamo-noi poi torniamo-noi-partite-voi! In questo andirivieni di gente dalla minuscola casa del mare io e Maxi ci siamo ritrovati a Milano da soli per 3 giorni e 3 notti. LIBERTA'. In una casa che era stata lavata, pulita, stirata e riordinata da manilagraziealcielo in tre giorni di lavoro silenzioso e solitario.

Per prima cosa abbiamo affollato il carnet di ballo di ogni possibilità che sancisse e celebrasse la libertà, eravamo elettrizzati all’idea della prima volta da soli (e con centinaia di km di distanza tra noi e i nanidagiardino) dopo tanto tempo. Abbiamo aperto la porta come due sposini e….silenzio, buio, vuoto, ordine…noia!

Sono rientrata dal lavoro senza fretta, come facevo una volta, ho aperto la porta e….non c’era nessuno ad accogliermi, la casa era esattamente come l’avevo lasciata al mattino, c’era silenzio e ordine. Proprio il silenzio e l’ordine che desideravo tanto ritrovare. Che noia. Ho caricato la lavatrice, sistemato le bollette, ho guardato il telegiornale...senza gridare a mocciosi appiccicosi, senza dividere nani litiganti. Bello sì, piacevole sì, rilassante sì. Noioso.

Siamo rientrati dalla nostra serata a un orario da…giovani. Abbiamo aperto la porta, abbiamo acceso tutte le luci – come non si può più fare quando si torna tardi, passeggiando avanti e indietro tra la camera e il bagno senza precauzioni di luci e rumori. Rilassante. Vuoto.

Ci siamo scoperti a sospirare tutti e due... Ma come? Finalmente soli e adesso ci mancano? Sì, incredibile!
Abbiamo realizzato che il cahiers de doléances alla fine non era così lungo, bastava davvero poco... 

Dopo questi tre giorni depurativi e sicuramente necessari, abbiamo capito che la vita è proprio cambiata.
Noi continueremo a brontolare per il disordine, il caos, la folla, l’anarchia, il rumore, la mancanza di privacy e di libertà. Loro continueranno sempre di più a okkupare il nostro spazio e il nostro tempo e a incasinare la logistica. Continueremo ad aspettare con ansia quei pochi giorni dell’anno in cui saremo soli e ogni volta realizzeremo che basta davvero poco, basta una sola sera in cui si torna a casa e non c’è nessuno e tutto è in ordine per scoprire che…è davvero molto noioso.