mercoledì 31 luglio 2013

Lessico famigliare 3.0 (quello del futuro)

Micro è una bambina moderna, multimediale, all'avanguardia...è nata con il T9 integrato

Il suo lessico famigliare è ridotto ai minimi termini per evidenti motivi anagrafici e anche per scelta strategica. Non ha nessuna intenzione, men che meno alcun motivo per parlare. Ha un carattere e dei modi che le consentono di ottenere il massimo...con il minimo sforzo! Ha un futuro da sergente istruttore.
Il T9 le permette di usare poche sillabe (anzi una), pronunciarla con un tono più adeguato al mercato del pesce che a una bambina bionda, verificare di averci devastato, attendere che completiamo la parola necessaria usando buon senso e logica e...che il comando venga eseguito. Tutto in un tempo ovviamente minimo perchè se non ci dimostriamo all'altezza delle sue aspettative...non dico altro!

Es: la sillaba CA è associata a una serie di parole e di situazioni:

CANE
CASA
CACCA
ACQUA (se è CAAA è actimel)
CATERINA
CAROLINA
QUA
CU-CU
CASCO
SCARPA (se plurale è CHE)
CHIAVI
CADUTA

Somiglia al nome che porta, è imperiale, imperativa, perentoria, prepotente, assertiva. Quando ottiene quello che aveva in mente, conferma il suo interlocutore con una pacca virile e con un ghigno diabolico e procede nel progetto di distruzione che aveva dovuto interrompere per attendere che il suo comando venisse esaudito dai suoi sudditi ignoranti e stolti.

Ha solo 18 mesi e siamo già molto preoccupati per il nostro futuro!

venerdì 26 luglio 2013

Luglio, col bene che ti voglio...sei proprio un bell'imbroglio!

Luglio è terra di nessuno.

A Giugno finisce l’anno (quello vero): finisce il corso di nuoto, la serie tv del martedì, la scuola, il corso di pilates. Ad Agosto si ferma tutto, a Settembre si ricomincia e Luglio è lì nel limbo tra la fine e l’inizio, non appartiene a nessuno. Ha il sapore delle vacanze ma non troppo, del lavoro ma non troppo da 0 a 70 anni.

Nella fascia 0-18 è il mese senza scuola ma senza vacanza - o con vacanze rattoppate da genitori che devono necessariamente liberarsi dei figli in attesa delle ferie (differenza semantica importante).

Nella fascia 18-28 è il mese dello “svacco”. Il Lavoro (o studio) diventa binario: si impenna per l’ansia da fine dell’anno o si infossa perché tanto è la fine dell’anno.

Nella fascia 28-38, quella dei DINK (double income no kids) è il “nonfacciolaspesatantoèluglio”: aperitivi, cene, grigliate. E’ il mese del raccolto sociale dopo una primavera passata a coltivare amicizie improbabili con chiunque abbia dichiarato di possedere una seconda casa con piscina.

Nella vita 2.0 è un imbroglio e basta! I nanidagiardino hanno finito la scuola e per le mamme (e i nonni) inizia il turno coatto. A Milano la città si cala in una bolla sonnacchiosa e pigra e il venerdì pomeriggio è morte civile. Le mamme che lavorano e quelle che non lavorano a Luglio sono nella stessa palta. Dopo un anno di apnea e corse tra, scuole, sport, pediatri, pidocchi, compiti, saggi è ora di prendere fiato ma pensare di farlo a Luglio è solo un’illusione. Luglio rappresenta l’horror vacui, la paura pura: bambini a carico senza un programma che li sostenga…il peggiore degli incubi dopo la varicella e vicino solo ai pidocchi.

Chi resta in città ha la scappatoia del centro estivo - la sublimazione della terra di nessuno: scuole che si accorpano, insegnanti mai visti, programmi fittizi che fanno la gioia dell’intellighenzia del Sistema Scuola ma che in realtà sono aria fritta, bambini sconosciuti costretti a convivere per 1, 2, 3 o 4 settimane, mamme esauste perché…è Luglio.

Chi parte si becca la vera sòla: la vacanza con figli è la sublimazione del concetto di arresti domiciliari:

  • Le mamme brave già da Marzo hanno cooptato forzosamente tate, nonni, bisnonni, zii, cugini (fino al terzo grado), vicine di casa (dalle medie all’università). Hanno organizzato un ricambio settimanale così che la compagnia sia sempre fresca e pronta per la maratona 24/7 di attività, responsabilità, urla, capricci, giochi, spesacibospiaggiananna (in ordine sparso). Qualcuna resta al mare con bambini e prigionieri coatti e qualcuna torna in città. Le prime ammanettano i nanidagiardino al prigioniero di turno per godere della libertà di…fare la spesa! Le seconde verticalizzano il lavoro, consumano le ferie, la maternità, la pietà del capo e stanno al mare dal venerdì alla domenica (come i mariti degli anni ’50) felici della mole di lavoro che ritrovano il lunedì.

  • Le mamme disperate si associano e organizzano convivenze più o meno improvvisate in nome del benessere dei nanidagiardino. Le convivenze improvvisate sono per definizione un numero di magia: fioriscono amicizie o appassiscono rapporti. Partono con chiunque possieda una casa con una camera in più e un metro di giardino e così le case di vacanza diventano un caravanserraglio di mamme, bambini, tate, nonni, con gerarchie sparpagliate e generazionali. Tutti, dal Forte alla Riviera si addormentano sperando che domattina sia il 1 settembre.
    I nonni sognano quel tempo in cui in casa regnava un terrorizzato silenzio; le mamme sognano bambini da rivista patinata per fare bella figura con i padroni di casa; l’amica spera di non far notare ai genitori la folla che abita in casa loro e così…l’affare si complica e si torna a casa con tante domande e una certezza: l’anno prossimo mi organizzo meglio.
  • Le mammemedie fanno i conti con nonni che danno già il 100% durante l’anno e chiedere il 130 diventa difficile, con i bambini che devono pazientare e vivere nel caldo senza scampo di Milano in attesa delle ferie di famiglia (che per casa Maxi saranno un’interessante scommessa).

A Luglio le mamme si giocano l’onore, la dignità e il rispetto delle “colleghe”. Chi resta al mare o in montagna da solo o in compagnia, chi resta in città e corre avanti e indietro per salvare capra e cavoli (e incasina gli uni e gli altri), chi tenta la via di mezzo e prova il brivido del mix and match tra famiglie.

Luglio è il banco di prova di amicizie, modi, metodi, stamina delle mamme…e dei papà che sopportano. La verità è che le mamme sognano un Luglio in ufficio mentre sono al mare, bambini che giocano mentre dormono e che magari non litigano per più di 3 minuti, il pranzo pronto mentre si resta in spiaggia, la casa in riva al mare con vista sulle montagne, la tata che pensa a tutto e un libro sotto l’ombrellone. Perché quando si sogna bisogna farlo a colori.

Buona estate a tutte le donne.

martedì 16 luglio 2013

My bedtime/morning routine in versione 2.0


Bedtime routine e morning routine sono due “tag” di you tube. Mmbè? Due parole chiave che classificano una serie di video in cui ragazze (per lo più -ine) con un sottofondo di musica dolcissima raccontano le loro abitudini del mattino e della sera sorridendo tantissimo. Bevono tisane, si spalmano creme idratanti e maschere di bellezza specifiche ovunque (a 20 anni!), sedute a bellissime toilette d’altri tempi, fanno le coccole al gatto, si spazzolano i capelli 100 volte.

La routine perfetta della ragazza perfetta…del secolo scorso! E’ la Holly Hobby!

Ho deciso di smettere di fare il dinosauro e di partecipare al tag anche se dopo un’analisi attenta il mio video finirebbe nella categoria film horror.

Le mie due “routine” sono più simili all’urlo di Munch:
1) perché “dalle7alle9” (am e pm) è un tempo lastricato di buoni motivi per urlare anche a caso
2) per l’espressione atterrita delle mamme quando aprono la porta di casa

Nelle intenzioni della mammamedia, tornare a casa ha il sapore dell’abbraccio dei bambini, il profumo di bebè, il colore dei loro occhi. Nella realtà la porta si apre su uno scenario apocalittico: il bagno allagato, pezzi di cibo sul pavimento della cucina, il soggiorno (sì…una volta! ora è un hub “lost and found” di un aeroporto). Micro è un pasdaran. Dove passa fa danno, distrugge, semina, dimentica, trasporta… Sul pianerottolo, prima di aprire la porta ripeto 100 volte un mantra: “lasciate ogni speranza voi che entrate”.

Le urla iniziano al mattino alle 7: Micro apre gli occhi e urla perché è nata elegante. Dopo di lei urlo io - Drill Instructor di casa - perché al mattino i tempi sono stretti per definizione. Tra la mia routine e la loro c’è un gap organizzativo: la mia pipìlavaggivestiticolazionifuga conta un netto di 20 minuti. La loro: controllo giochi (non si sa mai che di notte spariscano), scelta dei giochi da portare a scuola (di solito improbabili), scelta dei biscotti da sbriciolare sul pavimento della cucina, interminabile negoziazione prima di cedere all’inevitabile procedura mattutina e uscita a skilift (io trascino e loro recalcitrano) per un netto di 200 minuti.

Le urla proseguono la sera alle 7 quando suona la sirena del turno serale della mamma. La Vision della routine è distonica ancora una volta: la mia è chiudere la giornata senza troppi drammi, la loro è iniziare una seconda vita con me, appiccicati, koalati, incollati a me (hanno ragione loro e torto io…sia ben chiaro). La storia della mamma che dopo una giornata di lavoro ritrova energie nascoste per amore dei pargoli è una gran balla, una leggenda metropolitana fatta circolare dalle mamme perfette! La mammamedia alle 7 è sfranta, sogna una doccia, un paio di pantofole e un Martini e invece trova nani che litigano, urlano, piangono, fanno opposizione e capricci inenarrabili per qualsiasi cosa.

La mia routine vera e propria in teoria è da manuale. Alle 8.30 circa Micro (ormai insopportabile): mettiamo a letto le bambole, salutiamo “i maschi”, chiudiamo le tapparelle e salutiamo la città, pannolino, dentimanimuso (neologismo efficace per evitare spreco di fiato), bibe di tisana, lettino con carolina, la mucca, il pupazzo viola, la stellina e la pezza (una mia maglietta che non recupererò mai più), saluti e baci.

Alle 8.45 circa tocca a Mini che spera sempre mi sia dimenticata di lui. E’ ormai più autonomo ma va marcato a uomo: pipì, denitmanimuso, lettino, saluti e baci e...fuga dalla zona notte prima che uno dei due cambi idea.

Ogni sera poi ha la sua negoziazione, lo scivolone, il ritardo per cui iniziamo sempre con un dolce “topibelli, è ora di andare a nanna” per finire con un acuto “spariteeeeee”.

La mia bed time routine? Lavatrice, lavapiatti, cucina, lavatrice, lavapiatti, tavolo della colazione, pipì, dentimanimuso (ovviamente), letto, libronanna (un tutt’uno inscindibile) oppure youtubenanna (cambia il media ma non il risultato). Tempo netto: 60 minuti, praticamente flashgordon, ma toccare il cuscino con la testa e dormire 4 ore prima che inizi il gioco perverso dei risvegli a scacchiera…non ha prezzo!

Chiacchiere moderne e amiche antiche o chiacchiere antiche e amiche moderne?

Weekend di chiacchiere 2.0 con le amiche.

Sono cambiati i mezzi ma la comunicazione delle donne è sempre uguale: oggi si fa con il cellulare - lontane ma vicine - ieri ricamando le lenzuola. Le donne chiacchierano, divagano, dilatano il tempo e i discorsi e disegnano un quadro astratto che per loro ha un senso profondo.

I dialoghi sono folli flussi di coscienza, meravigliose creature dotate di vita propria, momenti di intima allegria che hanno senso solo per pochi eletti uditori.

Sabato notte nella sala comune della Kapanna Verde:

"Amiche, ho bisogno di aiuto. Il suocero rompe, risponde male, non ce la faccio più, non lo sopporto. E' vecchio, devo avere pazienza…ma aiutatemi, ditemi una parola di conforto."

"Io non sopporto più i bambini, stavo sistemando il ragù e rompevano. L’ho congelato perchè era un po' vecchio."

"Ha 93 anni, abbi pazienza."

"Io aspetto il fidanzato oggi. Perché avevi congelato il suocero?"

"Pregherò per tutti noi al santuario di Medjugorie."

"Era a cena da noi, mi sono alzata da tavola e sono stata in cucina - perché sono terrona."

"Anche io sono terrona! Hai fatto bene…diglielo che noi congeliamo i suoceri rompiscatole."

"Il ragù? Con questo caldo? Io ho imbiancato la camera dei bambini."

"Perchè fino a Medjugorie? Era sufficiente la parrocchia sotto casa. Congeli il suocero? Non si fa."

"Anche mia mamma è pugliese, si alzava sempre da tavola e stava in cucina, che tenerezza. E faceva un ragù favoloso, con le uvette!"

"Qualcuno viene qui a mangiare? Il ragù non l’ho fatto io, lo devo consumare perché se no lo butto."

"Senza bimbi da Ikea?"

"Mini è sonnambulo, ieri notte ha fatto la pipì in corridoio pensando di essere in bagno. Vai da ikea con tuo marito?"

"Dai, siamo buone, in fondo il suocero per ora ha bisogno di voi. Io non posso venire da ikea. Mi sposo a settembre. Manda Maxi a pulire il pavimento, il pisello è cosa da maschi."

"Mio marito è in barca e io vado da ikea. E imbianco la camera dei bambini."

"Io sono al lago, se vuoi mi porto il suocero e lo lasciamo lì con il ragù vecchio."

"Scusate, non ho capito, il ragù era per il suocero? O il suocero ha fatto il ragù?"

"Presentiamolo a mia suocera, ci liberiamo per certo di uno dei due. Oppure li congeliamo tutti e due."

"Quando torno dalla motogita in Bosnia, mi spieghi la storia del suocero congelato."

"Galline buonanotte, è la 1 e non capisco più niente. Io ho litigato con mio suocero per i bambini ieri forse dovrei congelarlo anche io."

"Anche io devo andare da ikea, potremmo andarci tutte insieme e lasciamo suoceri e figli nella stanza delle palline."

"Io ho capito poco ma ero distratta...io ho il fidanzato nuovo, che è meglio del suocero congelato e dei mariti vecchi. Notte a tutte."

"Buona notte amiche, io ho capito solo che il suocero e il ragàù sono vecchi."

"Buona notte. Il suocero è ingestibile ma voi mi avete fatto ridere."


Folle ma totalmente rassicurante. L'unica e sola cura di tutti i mali delle donne, da sempre e per sempre.

venerdì 12 luglio 2013

Romantiche coincidenze...antipatiche decisioni

In questo bizzarro anno che nonostante la release 2.0 è cosparso di fiori d’arancio, due amici hanno deciso di sposarsi lo stesso giorno, alla stessa ora uno sulle Dolomiti e uno in Maremma. Hanno entrambi i capelli bianchi, una quantità di figli e di cani al seguito…e una pessima mira!
Adesso il bivio: che fare? Chi scegliere? Scegliere? Gli amici? È proibito dalla Convenzione di Ginevra.
Si sceglie un vestito tra quelli dell’armadio, un paio di scarpe dalla scarpiera, un piatto in un menù, non un amico tra due.
C’era una sola possibilità su uno zilione che succedesse, e loro hanno pescato il jolly. Non se lo sono detto nemmeno tra di loro; uno vive lontano e quando viene si parla d’altro e poi i maschi non parlano di queste cose. Matrimonio? discorso da femmine! E questo è il risultato: LA coincidenza per definizione, la conferma dell’esistenza della prima legge di Murphy.
Quante volte al giorno inciampiamo in una coincidenza? Quante volte casualità e destino giocano con la time line di una giornata? Quante volte la fetta di pane cade dal lato della marmellata?
@ Il telefono di casa che squilla subito dopo essersi cosparsi di rilassante bagnoschiuma.
@ Un nanodagiardino che dice “mi scappa” quando finalmente si è raggiunto l’ascensore - alla fine di una lunga trattativa - e bisogna ritornare indietro per forza.
@ L’urgenza (quella urgente) di fare pipì al momento cruciale di un film (quando la pubblicità è appena finita).
@ L’invito a cena della moglie del capo…il quarto giorno di una dieta impossibile che sta dando i primi frutti.
@ La scala mobile rotta il giorno in cui indossi un paio di scarpe nuove con un tacco vertiginoso con cui volevi fare invidia a tutte le colleghe (e invece ora farai solo molta pena).
@ Il toner della stampante che si inceppa il giorno che indossi una camicetta bianca immacolata.
@ La telefonata urgente del capo la sera che dimentichi il telefono a casa.
@ L’amica che conosce l’amica, che conosce l’amica, che è cugina dell’amica….
Queste sono coincidenze più o meno fortuite, che fanno sorridere e ridere quando le racconti. Scegliere un amico piuttosto che un altro e partecipare con lui di un momento che tutti attendiamo tanto e con tanta emozione…è una prova di coraggio. Lo so che non siamo proprio ragazzini, che ormai è solo una formalità, però negli ultimi 17 anni ognuno ha avuto diritto al suo spazio, ci siamo sempre stretti attorno al protagonista del momento, bello e brutto. Dal 1996 è filato tutto liscio fino a quando il destino, il caso, la legge di Murphy e la pessima mira di due vecchi e brizzolati amici, pur sempre celibi nonostante figli, cani e case al mare…hanno ben pensato di proporre un’antipatica lotteria settembrina.
To be continued…

mercoledì 3 luglio 2013

Programmi, richieste e desideri impossibili

"Maxi guarda, mi è rimasta proprio una pancia enorme dopo l'arrivo dei nanidagiardino, peccato."
(N.d.a. Prima dei bambini ero alta, bionda, magra, circa 90-60-90 per 58/60 kg, calcavo le passerelle di Parigi e non uscivo mai da casa senza trucco...lo giuro! Potrei rimediare con della palestra, e giuro che lo farò quando avrò terminato la lista degli alibi per non farlo.)

“Mamma, forse è perché hai un altro bambino nella pancia.”
“Oh santa pera, per carità Mini no, non c’è un altro bambino nella mia pancia, ti assicuro. Non ti bastano gli strilli, il disordine, la devastazione di quel dinosauro di tua sorella?”
“Bè sì, però io lo vorrei un altro bambino. Magari più calmo della piccola.”
“Umpf! Difficile prevedere se viene più calmo, pensa se venisse anche peggio di lei. Mini, una domanda: dato che vuoi un altro bambino, cosa dobbiamo fare con la piccola?”
“Bè, potremmo portarla in campagna da Ale e lasciarla in giardino. Lì non ci dà fastidio come qui in casa.”
“Certo, non fa una piega. Bisognerebbe sentire cosa ne pensa Ale (che ha 2 anni e mezzo). Per il momento ti assicuro che non c’è nessun bambino nella mia pancia, mi spiace e in attesa di portarla in campagna da Ale, dobbiamo per forza abituarci a vivere con il piccolo dinosauro.”
“Ah, ho capito. Posso vedere un cartone adesso?”

La conversazione è un ritaglio di quel girone dantesco serale “dalle 7 alle 9.” Io sistemavo la cucina, Mini mangiava un gelato, Micro seminava sul pavimento il contenuto di tutte le antine a portata di mano, della mia borsa, di due cassetti più oggetti portati da altre stanze. E Maxi guardava desolato il pavimento della nostra cucina scomparire sotto la furia devastatrice del piccolo dinosauro che abita con noi.

martedì 2 luglio 2013

Regole ed eccezioni: la Costituzione di Casa Maxi

Io adoro le regole, mi rilassano. Rispettare una regola è rassicurante, violarla è sfidante. Un noto personaggio televisivo sostiene che “le regole vanno rispettate”. Quando i nanidagiardino hanno finalmente bussato alla mia porta, ho sfoderato un elenco tutto mio.
La "Costituzione di Casa Maxi" da 0 a 5 anni e inappellabile, severissima, non negoziabile.
E’ stata scritta mettendo insieme tutta la pazienza che è servita per aspettare i nanidagiardino, la stoica fedeltà alla tata più famosa d’Italia, esempi di mamme attorno a me, la vecchiaia incipiente, tanto sonno e tanto ma tanto ma tanto buon senso (o egoismo che dir si voglia).
Sono fermamente convinta che la Costituzione esiste in tutte le case ma il 90% delle mamme (per lo più perfette) non lo ammetterà mai! Anzi, fioccano storie di bambini che a 8 mesi andavano a letto da soli senza nemmeno avvertire i genitori - ovviamente dopo essersi lavati i denti. Bambini che a 7 mesi mangiavano la rapa tibetana per merenda, schifando biscotti al cioccolato. Bambini che - fuori a cena - dormivano felici sotto le casse dello stereo fino a notte inoltrata. Bambini che riordinano la loro stanza pulendo contestualmente con il Lysoform e fischiettando le canzoni di Mary Poppins.
A casa Maxi non è così. Per farli stare seduti a tavola occorre una tonsilla, una forte dose di tavor e qualche sorso di prosecco. Lavare i denti: il gatto a 9 code. Riordinare la stanza: una gru (e l’altra tonsilla). Mangiare la rapa tibetana…no, quella l’abbiamo abolita perché a tutto c’è un limite: Mini e Micro mangiano serenamente nutella e patatine a pranzo e a cena, perché lo psichiatra mi stava costando troppo. Ogni azione richiede la ripetizione di un comando uno zilione di volte in un crescendo di acuti da soprano.
A casa Maxi - nonostante gli sforzi oggettivi e fisiologici di inculcare norme di igiene personale e routine giornaliera - sono state condivise alcune regole che vengono applicate ogni giorno con credo e disciplina, perché per noi funziona, perché riteniamo abbiano senso.
Io sostengo che le regole servono per impostare una linea educativa. Molti che è un modo egoista per gestire i figli. Tutto vero. Lo confesso: il silenzio e l’ordine mi mancano, sono vecchia e stanca e quando esco con “i grandi” i bambini mi disturbano. Dopo le 21:00 il mio amore materno scema in modo esponenziale.
La cosa bella delle regole - PERO' - è violarle, è il sapore dolce dell’eccezione.
v  Bagno tutte le sere. I nostri bambini non hanno fatto il bagno tutte le sere.
v  A letto alle 20:30. I nostri bambini sono andati a letto alle 22:00 e anche alle 23:00.
v  Lettone vietato ai minori. Abbiamo dormito in 3 e anche in 4 aggrovigliati teneramente.
v  Si mangia solo se seduti a tavola. Mini mangia il cornetto sul divano guardando i cartoni.
v  Televisione: 1 ora al giorno - non consecutiva. Mini guarda Cars 2 tutto d’un fiato, una puntata di Montalbano (che sostiene essere l’Ispettore Rex ma questa è un’altra storia) e anche l’elezione delle veline l’estate scorsa.
v  Niente tv mentre si mangia. Mini ha guardato con noi l’elezione di Papa Francesco al telegiornale.
v  Non si esce la sera. I nostri bambini sono venuti a casa di amici a mangiare la pizza.
v  Divieto d’accesso alle occasioni mondane: matrimoni, cene, cinema, feste. I nostri bambini erano con noi a una fantastica grigliata e Mini ha partecipato a un matrimonio di recente.
v  Niente bambini al ristorante. Mini a 10 mesi era capotavola del pranzo di Pasqua a Sestri Levante.
Mini racconta con orgoglio di quando “è andato a un matrimonio e la sposa era vestita…da sposa”. Sa che uscire con papà e mamma è un premio, un’eccezione, si sente responsabile e grande e passa giorni a raccontarlo.
Micro non è affidabile, ed è micro, non so quanto presto sarà inserita in società ma ogni cosa ha il suo tempo, ogni età il suo privilegio. I bambini hanno diritto alle attenzioni dei genitori. Le amiche hanno diritto al pettegolezzo libero, il prosecco sul tavolo ha diritto di essere finito finchè è ghiacciato.
Un aperitivo costa 15 euro, una cena con gli amici 30 euro. Chiamare la baby sitter e avere 3 ore libere: non ha prezzo.