venerdì 27 settembre 2013

La teoria del piuttosto e un'allegra tavolata...

A me piacciono i ricordi, ormai non è più un segreto nemmeno qui. Mi piace ricordarli, raccontarli, scriverli, mi piace vederli in foto, ritrovarli in un profumo, scoprirli in un sapore…mi piacciono! Alla fine di tutto mi piacciono anche quelli brutti - o meglio “meno belli” - perchè fanno parte di me. I ricordi belli sono i migliori ovviamente e la fanno da padrone nelle mie storie, nei miei racconti, nei miei aneddoti. Riempiono una serata, colorano una cena qualunque e la fanno diventare speciale. Ogni esperienza, accidente, incidente di una giornata diventa ricordo e poi racconto e via così…tessendo la trama di una vita intera. Mi piacciono i miei ricordi, quelli della mia famiglia, quelli che mi raccontano, mi piacciono le storie...

Settembre è stato un mese da ricordare: 2 viaggi, 2 matrimoni (uno dei quali era quello sovrapposto per cui io e Maxi ci siamo dovuti separare, quindi sarebbero 3), due storie, due feste. Il ricordo che oggi vorrei congelare riguarda lo scorso fine settimana, tutte le sue 36 ore: il viaggio in macchina con gli amici lungo e chiacchieroso, la sposa in verde commossa ma tutta d’un pezzo, lo sposo senza giacca commosso e basta, la cerimonia all'aperto, i bambini spaventati dal lancio del riso, le risate...tante, la goliardia, la complicità ma soprattutto la declinazione della teoria del "piuttosto"!

Il “piuttosto” è un concetto più complesso di quanto sembri a cui un gruppo di giovani e serissimi quarantenni ha dato gli onori di un’animata e goliardica discussione. Il “piuttosto” è ciò che sostituisce qualcosa di primario ma non deve sminuirlo, né essere un ripiego, né diventare una scelta definitiva. Deve però avere una sua cifra stilistica, essere un’alternativa valida. Ha una sua responsabilità…è un ruolo impegnativo che sia una persona, un oggetto, un film…deve riuscire ad alzare il livello di chi/cosa sta sostituendo senza oscurarlo.
La declinazione della teoria del “piuttosto” è avvenuta in una serata molto sociale, quindi gli argomenti sui quali si è basata sono stati decisamente leggeri, la regola però vale sempre e comunque anche con argomenti più seri.

L’analisi è partita dal piacere del convivio e non svelo le risposte per non togliere a chi legge il gusto di inventare una chiacchiera…

1) piuttosto che bere del vino cattivo…
2) piuttosto che mangiare solo un panino…
3) piuttosto che passare la serata da sola…
4) piuttosto che passare il tempo con persone noiose…
5) piuttosto che rinunciare a un amico...
6) …

Abbiamo cercato di cucire il ruolo di “piuttosto” a cose, situazioni, persone di cui abbiamo scoperto il lato oscuro: timidezza, ironia, ansia, tutto condito da tanta ma tanta complice ilarità.

Il tema è sicuramente leggero, l’argomento sicuramente aleatorio ma un gruppo di seri professionisti quarantenni con carriere e ruoli consolidati, con un’amicizia trentennale solida e granitica, di quelle che scaldano il cuore, quelle senza ansia da prestazione, senza segreti e senza ruoli…un gruppo di laureati cum laudae, di quelli che passano le settimane a essere persone produttive e prestazionali…hanno saputo dare a un argomento così leggero un peso che in alternativa non avrebbe avuto e il sapore che la discussione lascia dietro di sé è diventata un ricordo da consolidare, da fermare nella memoria perché è solo con intelligenza e grande spirito che gli amici sanno rendere qualsiasi occasione degna di essere condivisa.

venerdì 20 settembre 2013

Bizzarrìe che colorano la vita - 2

Scoprire che la vita è fatta di buffe stranezze e che Murphy ti trova proprio simpatica (più di quanto sia vero il contrario)!

  • Scoprire che il vicino di ombrellone è il migliore amico della zietta e dello zio barbuto!
  • Scoprire che un'ospite sconosciuta a una festa probabilmente è...una lontana cugina!!
  • Scoprire che una collega conosce la tua amica perché è amica dell’amica di un’amica e realizzare che a Milano siamo tutti cugini di 2° grado anche se raccontiamo di abitare in una metropoli.
  • Andare in bagno e sentire squillare il telefono di casa.
  • Andare in bagno lasciando la porta aperta “perché tanto sono a casa da sola” e sentire tuo marito che apre la porta di casa in compagnia di un collega "che voleva conoscerti"!
  • Uscire da casa con i nanidagiardino - dopo una lunga trattativa - e in ascensore sentire un olezzo insostenibile, di quelli per cui bisogna ritornare indietro per forza.
  • Cambiare canale perché c’è la pubblicità e perdere il finale del film.
  • Aspettare la fine della pubblicità e avere proprio urgenza di fare pipì proprio quando ricomincia il film.
  • Entrare in farmacia perché “tanto l’autobus arriva tra 8 minuti” e perderlo perché il farmacista non ha il resto e deve andare “al bar a cambiare”! E il prossimo autobus passa tra…8 minuti.
  • Cominciare una dieta “perché in questo periodo non ho impegni mondani” - e ritrovarsi un’agenda sociale complessa, allegra e irrinunciabile difficilmente compatibile con le rinunce.
  • Mettere le scarpe con il tacco il giorno in cui salta la luce in metro e devi scendere, camminare, salire, aspettare, camminare...
  • Vestirsi di bianco il giorno in cui si rompe il toner nero della stampante e la collega che lo cambia di solito è a casa con l’influenza.
  • Uscire dal supermercato con la spesa per un reggimento TRANNE le tre cose fondamentali che erano in cima alla lista.
  • Avere il dubbio al mattino se indossare la maglietta, la maglia o il maglione perché durante la giornata andrebbero bene tutte e tre.
  • Avere la certezza di avere un burro di cacao in ogni cantone e non averne mai uno a portata di mano.
  • Uscire di casa senza fazzoletti, senza assorbenti, senza ombrello, sempre senza quell'unico pezzo di ricambio in grado di semplificare la giornata (senza chiedere soccorso alle colleghe impietosite)




...to be continued

mercoledì 11 settembre 2013

Mini "Quark Speciale": i Bernici

Prima di chiudere il capitolo estate, prima di chiudere la scatola con i costumi, prima di archiviare l’album delle vacanze…ho un’ultima fotografia da guardare, una affollata e gioiosa che mi fa sorridere. E’ la fotografia di casa Maxi al completo più una famiglia di amici cari, quelli che ti salvano una serata d’inverno e una vacanza d’estate: la prima perché hanno sempre del buon prosecco in frigo, la seconda perché hanno il buongusto di avere figli della stessa età dei nostri.

La loro presenza impone una riflessione su un buffo animaletto padano avvistato sulla costa occidentale della Trinacria proprio in concomitanza con la nostra permanenza: il Bernicio! Nella zona sono state avvistate due famiglie stabili che si sono fatte facilmente riconoscere per rumorosità, disordine e aumento esponenziale del consumo di cibo e bevande nei dintorni.

Il Bernicio da qualche anno ha eletto la Sicilia a zona migratoria estiva, gli piace molto cercare una tana proprio là dove sbarcò Garibaldi. Per il resto dell’anno vive in Padania, dove ha la sua dimora abituale da cui si allontana comunque spesso e volentieri per spostamenti di media lunga gittata. Il Bernicio infatti è instancabile, sociale e in continuo movimento diurno e notturno perché non resiste alle attività ludiche tipiche degli umani soprattutto ad Agosto.

Le due famiglie di Bernici sono state avvistate in diverse parti della costa da Nord a Sud del Capo Boeo; era molto difficile studiarne il comportamento senza farsi venire il mal di testa: appena arrivati in un luogo e allestita la tana provvisoria, ricominciavano a smontarla per andarsene. Una famiglia in particolare è stata avvistata spesso in un nuovo centro commerciale dove hanno consumato la quantità di lime stanziata per la Sicilia per l'intero anno. Un team di studiosi è stato inviato per ulteriori approfondimenti e l’avvenimento è stato registrato nelle cronache locali non sapendo darne una spiegazione…come i cerchi nel grano!

Il Bernicio è un animale da compagnia che vive in gruppi allargati di suoi simili e che fonda la sua esistenza sulla famiglia. Si accoppia e prolifica con ottimi risultati e per circa 2 esemplari. Il cucciolo di Bernicio oscilla dal bianco al marrone, dall’onnivoro all’inappetente, generalmente è giocoso, spesso frignone, sicuramente capriccioso, decisamente intelligente anche se apparentemente perso in un mondo parallelo. La cucciolata rimane per lo più ridotta (riderei un bel po’ a sapere che il Bernicio si è riprodotto nuovamente) in quanto i cuccioli sono estremamente rumorosi e vitali tanto da richiedere l’impegno di tutta la comunità adulta.

Il passatempo preferito dei Bernici è mangiare o bere, anche contemporaneamente. Mentre si procurano il cibo discutono di come lo cucineranno, mentre lo cucinano pensano a quando lo gusteranno, mentre lo gustano pianificano il pasto successivo e così via per giorni e giorni ma soprattutto notti e notti. Insaziabili e ingombranti, hanno seminato il panico in ogni locale in cui si sono affacciati. I ristoratori che li hanno accolti cercavano di concentrarsi sul conto finale e non sui cuccioli devastatori o sulla quantità di cibo consumato.
Inoltre i Bernici bevono molto, hanno infatti un metabolismo che ha bisogno di molti liquidi e possono passare serenamente dalla coca light al mojito senza che la cosa li affetti in alcun modo, in quanto non metabolizzano né l’alcol, né gli zuccheri.

Osservare i Bernici in una dinamica di gruppo offre degli spunti eto-antropologici interessanti. Casa Maxi ringrazia di aver avuto questa possibilità ma ha prenotato comunque una settimana in un convento per disintossicarsi dal Bernicio onnivoro, dai suoi cuccioli rumorosi e dal conto del ristorante!

E ora davvero buon anno a tutti...ma ricordate: se incontrate un Bernicio o famiglie di Bernici…accoglieteli in casa vostra, sono davvero “carini e coccolosi” ma attenti alle vettovaglie, potreste non ritrovare più nemmeno il vaso di marmellata della zia Piera, quello che stavate conservando come ricordo del viaggio di nozze in Puglia del 1975!

venerdì 6 settembre 2013

Tanti auguri a me

  • che comincio a poter dire “ai miei tempi” ma se mi guardo allo specchio mi viene da ridere

  • che insisto a non comprare una crema antirughe ma preferisco spianarle mangiando un krapfen

  • che sono nata durante la crisi petrolifera degli anni ’70, ero troppo giovane nei ruggenti anni ’80, ho cominciato a lavorare nei faticosi anni ’90 e sono a metà del guado durante la crisi del 2010…

  • che ho due figli che sembrano 13 e pensare che ne volevo di più!

  • che a 20 anni volevo 3 figli, un cane, una villetta con il recinto bianco e una station wagon tutto entro i 30 anni. E invece 20 anni dopo ho 2 figli, un appartamento mai finito al 5° piano in città e una Matiz di 20 anni

  • che ho un lavoro che mi piace, che odio, che mi piace, che odio, che mi piace, che odio ma che mi salva dalla follia (e mi paga il mutuo)

  • che ho un mutuo affitto 5x5 che finirà quando sarà ora di chiedere i prestiti universitari per i nanidagiardino

  • che spero sempre che le passerelle si popolino di donne oversize e invece loro sono sempre più magre e giovani e io comincio ad avere l’età per i grembiuloni a fiori e il carrello per la spesa

  • che faccio buoni propositi tutte le sere e tutte le mattine mi alzo infrangendone almeno 3

  • che sono circondata da tanta meraviglia e ogni tanto me ne dimentico perché…devo fare la lavatrice

  • che ogni tanto vorrei poter manipolare il continuum spazio temporale per rifare, rivedere, presentare, chiedere, risentire e invece mi devo accontentare dei ricordi, dei pensieri, delle foto e dei racconti ma…that's life!

  • che sto invecchiando ma devo dire che non è poi così male

  • che ho congelato la scritta sulla torta a 40+ per i prossimi anni perché ho deciso che 40 è un numero rassicurante

  • che amo la mia famiglia così com’è ma mi piacerebbe che fosse come come quella della tv

  • che oggi mi voglio bene ma non mi farò nemmeno un regalo perché me ne faccio già tanti tutti gli altri giorni

  • che il primo augurio è stato di un'amica, il secondo della filippinasalvatutti, il terzo di Maxi perchè le 7 di mattina del 6 Settembre è ancora piena notte e il quarto di Mini - su suggerimento adulto - che ha aggiunto: "ma sono tantissimi!"...ARGH!

giovedì 5 settembre 2013

In spiaggia: ho visto...ho sentito...ho osservato...

Ho visto e sentito cose - in spiaggia - che hanno minato la ratio di essere in spiaggia

  • fidanzati che pomiciano così tanto da abbronzare solo le zone non palpate

  • sposi che si ignorano perché fa troppo caldo per pomiciare

  • genitori che litigano perché in spiaggia hanno tempo per farlo
“Hai portato la crema 50 quella spray e quella densa per le macchie e quella 30 per le gambe e quella bianca per le labbra? Hai preso il mio telo, non quello bianco, quello blu, no questo non è mio, io volevo il mio! Hai preso il costume di ricambio?” (Domanda: perché la sacca non l’hai fatta tu?)
  • bambini e mariti che fanno domande inutili perché non gli ricapita più di avere un uditore a portata di mano per tante ore

“Mamma voglio il gelato, i cracker, la pasta in bianco, un chupa chup, le panelle, le patatine, i boccorn, l’acqua e un succo di albicocca…ADESSO.” (Domanda con cadenza fissa di 13 minuti cui spesso non occorre risposta perché il questuante ha immediatamente altro da fare)

“Mamma voglio gli spaghetti con le cosse, il gelato al limone, l’acqua gasata e una carota” (Questa aveva cadenza fissa di 12 minuti…ma almeno dava soddisfazione)

“Chi ha sporcato il mio telo con la sabbia? Chi ha usato il mio telo senza aver fatto la doccia? Chi ha usato la bottiglia di acqua dolce per sciacquare le palette?” (A Guantanamo sono più democratici e comunque la vera domanda è: perchè non provi la piscina?)

“Hai preso la mia maglietta che era sul letto? Perché non hai preso il mio boccaglio? Ti sei dimenticata l’uva allora prendo un piatto di patatine (sic). (Domanda: perché la sacca non l’hai fatta tu? N.d.r. Contenuto della termica: carote, pomodori, formaggi, pesche, cracker, pasta al pesto, acqua gassata e…prosecco! argh.)

“Ho sentito la zia, ha preparato la pasta al forno per stasera, quindi vedi di finire la parmigiana adesso. Hai portato le posate che erano sul lavandino? Hai preso il melone in frigo? Hai portato l’olio abbronzante?” (Perché la sacca non la fa mai chi ha queste esigenze??)

  • rotoli di ciccia molle strabordare da ogni dove, rimbalzare in ogni parte a dimostrare che la “prova costume” è una leggenda metropolitana che dura dalla colazione al pranzo

  • bikini di punta di una qualsiasi ultima collezione estiva indossata da una top anoressica, indossati da enormi paguri con pasta al forno nella borsa termica

  • borse termiche della salute con dentro pane, pasta, pizza, patatine, pasta al forno, melanzane fritte, cous cous di pesce, tutto consumato tra le 14 e le 15 per stare leggeri

  • mamme arrivare in spiaggia alle 13 rigorosamente con bambini al di sotto dei 5 anni, inutilmente cosparsi - a chiazze perché si divincolano - di litri di crema fattore 50 (brillantinata)

  • urla catartiche tra mariti, figli e bambini del vicino di ombrellone per qualsiasi motivo: vieni qui, non tirare la sabbia, non urlare, hai capito che non devi urlareeeeee

  • acculturati dell’ultima ora che si portano in spiaggia solo “Il conte di Montecristo” perché fa chic e “leggono” mentre dalle casse dello stereo del bar suona “la Macarena” e i vicini di ombrellone sganciano il guinzaglio a 4 gangster alti 1 metro

  • ogni strumento elettronico sul mercato (affascinante immagine futurista): android, smartphone, tablet, kindle, pad, microcamere, reflex, digitali e altre diavolerie moderne il cui nome mi è ignoto e che non può essere abbandonato da solo nella sacca per cui l’utente cuoce come una melanzana tutto il giorno ma salva il portento tecnico da mani leste o dalla sabbia

  • creme solari all’ultima moda: con i brillantini. Ho visto uomini magri e pallidi con l’aria da nerd anni ’60 brillare di luce propria passeggiando sulla battigia ignari di essere sul set di grease

  • mamme raccogliere figli panati di sabbia, sciacquarli e avere solo 7 secondi per infilargli costume asciutto o maglietta prima della successiva panatura...nemmeno alla Ferrari!

  • signore ingioiellate come alla prima della Scala: la luce del sole rimbalza sui loro ori e argenti e li scalda, e li scalda e li scalda finchè non li possono più togliere per non svelare ridicole ustioni


Nonostante tutto il rito della spiaggia si replica ogni anno senza variazioni: la sacca sempre sbagliata, il lettino che al mattino è lì e per il resto della giornata vaga alla rincorsa del sole o dell'ombra, la borsa termica bizzarra, le esigenze di tutti, il sole che fa venire il mal di testa, il baracchino che costa come un gioielliere e di cui si abusa comunque (tanto siamo in ferie), le discussioni per tutto, il giornale che non si legge mai fino in fondo, il viaggio verso casa cotti e salati...le irrinunciabili noie che sanno di libertà a cui nessuno si sottrae e nessuno rinuncia.

mercoledì 4 settembre 2013

Pensierini dalle vacanze - La Sicilia

Le vacanze sono finite. Le valigie sono ancora aperte in soggiorno in attesa delle 76.436 lavatrici ma i ricordi sono ancora vivi, l’abbronzatura è ancora evidente e la voglia di rimettersi le scarpe chiuse ancora poca. Milano ci aspettava e ha conservato per noi quella sua puzza di città caratteristica di cui alla fine delle vacanze tutti i milanesi hanno nostalgia e il foglio bianco aspettava me per condividere i ricordi.

Eravamo rimasti…alla seconda settimana di vacanza: un frullato di frutta, anzi…un colorato mazzo di fiori!

La settimana è iniziata con la transumanza della famigliabrambillainvacanza: Maxi con una macchina carica tipo emigrante che lascia il paese per cercare fortuna - ed essendo solo ha sfruttato ogni anfratto per accatastare oggetti e sacchetti (non devo sottolineare che ho lasciato a casa tutto ciò che era utile per portare tutto ciò che era inutile), poi con un passaggio ponte da ventenne in cerca di avventura. Il giorno dopo in aereo io, i bambini e una tata mercenaria e straniera di 20 anni (alla partenza eravamo in aeroporto noi + i miei + una famiglia di amici, un quadretto degno della migliore tradizione meridionale di inizio secolo).

Arrivati in trinacria abbiamo preso possesso della casa: una bomboniera! La casa che io avrei disegnato per la mia famiglia! Ho scoperto che la casetta in canadà con giardino e fiori di lillà…esiste per davvero! E giuro che nella nostra c’erano dei fiori lillà. Io e Maxi abbiamo scoperto il piacere della chiacchiera in veranda, Mini e Micro hanno vissuto hippy per 3 settimane, correndo nudi in giardino a ogni ora del giorno e con una mega piscinona gonfiabile hanno trovato il paradiso.

In mezzo ai fiori di lillà, in questa casa bellissima sono anche sbocciati 4 fiori tipici della tundra piemontese. Una famiglia di amici in pieno tour fly-and-drive hanno suonato, hanno chiesto asilo per recuperare le forze, un pranzo all’ombra e una doccia infinita. Abbiamo offerto la doccia, l’ombra per il pranzo, tonnellate di cibo e una folcloristica folla di amici venuti a vedere questi esemplari di abitanti del profondo nord.

La tata mercenaria si è affannata a fare letti e scopare sabbia dalla sala, i bambini si sono affannati a disfare letti e portare sabbia in sala e Maxi si è affannato a raccontare, mostrare, presentare e soprattutto mescere vino.
Sono ripartiti dopo 4 giorni ubriachi di vino, di profumi, di panorami, di cibo e dell’allegra accoglienza del sud, calda come il vento di scirocco di agosto. Purtroppo hanno lasciato la casa vuota e Mini abbandonato in compagnia della sua noiosa famiglia dopo 4 giorni a discutere di macchinine e gavettoni.

La prima settimana di vacanza è trascorsa così nella follia pura di una casetta affollata e rumorosamente allegra in cui ho potuto vedere che tra 10 anni le dinamiche saranno le stesse: lavati i denti, ti sei lavato i denti, lavati le mani, ti sei lavato le mani…consolante!

Il clou della settimana è stata l’attesa palpitante per il ferragosto che da queste parti è un capodanno sotto il solleone: cenone, abito lungo, trenino, tutto d’ordinanza…più i gavettoni finali che servono a ricordare che è pur sempre estate. Finita la festa gabbato lu santo e qui è proprio così: il 15 agosto è il giorno più molle dell’anno, ci si trascina a tavola (ovviamente) per un pasto lucculiano e bollente e un pennica di tutto rispetto. E con questo si chiude il sipario. L’estate è finita, si torna a studiare, a lavorare, qualcuno torna “in città” (8km dal mare), si parla di scuola, di lavoro e di vacanze invernali. Ma come? Io sono appena arrivata, non ho ancora il segno del costume…aiutooo…non lasciatemi qui da sola in spiaggia!

E invece è proprio così, mentre per la famiglia Maxi è tutto inziato, per gli amici e parenti è tutto finito e trascorriamo così disallineati e felici le successive due settimane.