martedì 12 luglio 2016

di lamentele e ginnastica

Quando una mammamedia si alza al mattino sa che dovrà correre per recuperare il ritardo cronico e crescente con cui si dipanano le sue giornate…questo è un dato di fatto di cui abbiamo già analizzato le sfumature circa un anno fa. Un anno dopo ho affinato l'analisi notando che la mammamedia oltre a scansare richieste, passa le sue giornate scansando lamentele di chiunque attraversi il suo cammino.

Ed ecco che sorge il sole e la mammamedia viene aggredita prima ancora di uscire dalla camera da letto:

“Nel mio cassetto delle calze c'è troppa confusione, al mattino impiego troppo tempo e ho sempre le calze spaiate, una di lana e una di cotone così ho un piede sudato e uno no e non riesco a pensare…bla bla bla”

“La maglietta pizzica, il dentifricio brucia, le scarpe sono sporche dentro e le calze hanno la riga (trad. la cucitura)…bla bla bla”

“Non mi piacciono questi pantaloni, non voglio mettermi i sandali, voglio le ballerine di vernice, non mi piacciono i biscotti, il latte è troppo caldo e la pesca è appiccicosa…bla bla bla”

“Signora per favore compri dei detersivi decenti, se costano 20 cent sono delle schifezze e poi non ha preso le cose che erano nella lista, sono finiti i biscotti che piacciono ai bambini e non ha messo la frutta in frigo…bla bla bla”

E sono solo le 8.15!! Altro che life coach, pensiero positivo, zen yoga. La vera soluzione sarebbe uscire di casa prima di tutti, quando ancora la casa dorme e andare a fare colazione al bar da sola in silenzio leggendo il giornale.

Il viaggio verso l’ufficio è apocalittico se come me si usa il trasporto pubblico, il contenitore perfetto in cui far confluire tutte le frustrazioni della giornata, quella che è stata ieri e quella che verrà oggi: “c'è troppa gente, non ci passo, non ci sono più i mezzi di una volta, era meglio quando c’era il bigliettaio, il cinema costa troppo, la mozzarella sa di plastica...bla bla bla” un rosario! Lamentele a bassa voce, dialoghi malinconici e nostalgici, discorsi pseudopolitici e nazionalpopolari, dibattiti tra una fermata e l’altra, comizi e piccole risse da bar.

Il posto di lavoro poi è quel luogo dove tutti portiamo il nostro carico e lo riversiamo sulla scrivania del vicino. Scagli la prima pietra che non lo fa.

Ci lamentiamo del marito (alla macchinetta del caffè), della collega noiosa (alla stampante), del capo (secondo caffè), dei figli (pausa pranzo), del carico di lavoro (terzo caffè), della vicina di scrivania (all’armadio della cancelleria), della cena da preparare (sulla porta) etc etc...

Quando il sole tramonta la mammamedia arranca fino a casa trascinando il cahier de doleance del mondo. Ha ascoltato la famiglia, il capo, i colleghi, la mamma, l’amica, la maestra, la vicina di casa, la vicina dell’autobus, il portinaio dell’ufficio, il portinaio di casa, la tintora e la zia. Quando apre la porta di casa non c’è più spazio, la quantità di pazienza giornaliera è esaurita, bruciata, annullata, azzerata, stremata, logorata. Ma non è ancora finita, il partito all'opposizione è SEMPRE all'opposizione, non riposa mai!

"Non voglio spegnere la tv, lavarsi i denti è noioso, perchè devo andare a letto adesso, non ci sono più camicie bianche, la pasta era troppo poca, sono finite le albicocche e ti avevo chiesto di prendermele, volevo vedere un film e invece guarda che ore sono...etc etc."

Se la famiglia è sufficientemente furba si compra la mammamedia con baci e sguardi liquidi e la serata finisce in coccole travolgenti. Se la famiglia non è furba, la giornata si conclude con il miglior cinema splatter.

In realtà ho sperimentato che rincorrere per la casa nani e mariti urlando improperi a casaccio è il modo migliore per convogliare energie compresse per ore: sono quei 10 minuti di esercizio fisico e mentale consigliati da chiunque si preoccupi per la salute di chiunque e per cui la mammamedia non trova mai tempo!