mercoledì 17 dicembre 2014

Rivelazioni

In preda a un momento di totale sconforto raggiungo affranta e abbattuta la porta del terzo piano, lì c’è la salvezza…l’abbraccio della Madre, la nonnamenomalechec’è che sicuramente conosce la parola magica che mi restituirà fiducia nel mio futuro di genitore. Lei che è accoglienza pura, saggia, Giusta, equilibrata e conosce bene me e i bambini. Lei, un educatore per carriera e vocazione. Lei che è stata una madre lucida, stabile, giustamente severa, ferma nelle sue posizioni, ci ha trasmesso disciplina, valori e buona educazione sociale e morale. Lei che distribuiva premi con il contagocce attesi e goduti, e punizioni poche ma mirate con la precisione di un cecchino della CIA: adesso e ora e non dopo...niente cioccolato a merenda...ahia che dolore (mentre papà minacciava anni di privazioni che duravano da Natale a Santo Stefano).

Io e lo zio barbuto abbiamo ricevuto un’educazione ferma, gerarchica, solida, sicura.
Sì sì…ho fatto bene, io scorata, con gli occhi pieni di lacrime come Spank, il morale sotto le scarpe suono fiduciosa al loro campanello, so che a breve starò meglio, che avrò ritrovato autostima e autorevolezza.

“Maaaammmaaaa….sono un disastro, la mia vita è un disastro, i nanidagiardino sono dei mostri, dei selvaggi, dei barbari. Sono mercenari di Annibale, sono come la muffa, si insinuano e distruggono, sono delle piante infestanti. Li ho voluti con tutta me stessa ma questi sono il nemico, io volevo dei bambini con cui giocare, condividere, trasmettere storia ed esperienza e invece….abito in un brodo primordiale, non c’è un singolo angolo in casa in cui loro non siano passati e lo abbiano smontato. Aprono, cercano, guardano, controllano, chiedono, domandano, soppesano, si intromettono. E lo fanno ovunque, ho paura a portarli in giro. Non posso più fare niente in casa senza la loro fastidiosa presenza: carico la lavatrice a 6 mani con detersivi che sgocciolano in ogni dove mentre lanciano nel cestello una macchina della polizia sporca di pennarelli o una calza nera nel bucato bianco pronto per il candeggio. Carico la lavapiatti con loro appesi al collo che spostano tutti i piatti sporchi e infilano dentro oggetti non identificati e fanno partire il lavaggio cristalli per le tazze della colazione. Mi trucco con due mostri attaccati alla mano perché “non vedono bene” dove ho messo la matita (sulla guancia ovviamente). Sistemo le bollette con due disturbatori che usano l’evidenziatore giallo per disegnare una macchinina sulla rata del mutuo. Nella libreria ci sono i Puffi come fermalibri, in frigo i Gormiti a fare la guardia a due ovetti kinder, alle pareti tonnellate di fogli colorati a coprire i quadri. La trousse del trucco che ho nella borsa è stata usata per creare un’opera d’arte in un ristorante; il Bimby non ha segreti per loro due, lo smontano e rimontano veloci come Gunny il suo fucile. Non riesco a nascondere niente da nessuna parte perché arriva Schliemann a fare scavi in ogni armadio, passano il tempo a fare Tarzan e Jane arrampicati tra gli scaffali, anche nel controsoffitto...Hanno persino ritrovato quell'orecchino della zia Lina che avevo perso anni fa in casa. Sono ovunque, sono un esercito, sembrano due e invece sono un battaglione di Navy Seals, appaiono, si mimetizzano e scompaiono. Più li contengo più è peggio, mi guardano come se fossi di passaggio in casa. Pensano di vivere sul set di un film di pirati, di avventure…N O N CE LA FACCIO PIU’!”

Risposta del mio saggio, sapiente e severissimo genitore:

“I tuoi figli sono due spiriti liberi, due creativi, due anime ribelli alle convenzioni, alle regole – che conoscono bene e che sanno come e quando rispettare e che quindi non gli interessano. Non puoi arginarli, lasciati trasportare dalla loro creatività. Guarda le ante del tuo vecchio armadio: le hanno colorate con gli acquerelli: con le mani e i pennelli…è un’opera d’arte! Abbiamo giocato con la mia collezione (quarantennale) di saponi di tutti gli alberghi dove siamo stati io e papà, abbiamo usato la mia cassetta degli attrezzi (di cui un professionista sarebbe invidioso) per trasformare il camion dei pompieri in un elicottero smontando le ruote dell’aspirapolvere. Loro sono così, liberi e felici. Fidati, lascia che si esprimano, non tarpargli le ali.”

“MA COME? NON CI CREDO….tu quoque Brutta….è così che me li “curi” ogni giorno? La collezione di saponi? Io e lo ziobarbuto non sapevamo nemmeno esistesse. Le ante del mio armadio? Opera d’arte perché non è a casa mia. A noi avevate comprato un pannello di sughero come unico spazio abitabile delle creazioni artistiche. La scatola degli attrezzi? Era circondata da filo spinato. Ma come è possibile che per noi la storia sia stata così tanto diversa? Voi eravate più severi o noi eravamo più obbedienti, più tranquilli….”

ERAVATE PIU’ NOIOSI.

giovedì 4 dicembre 2014

ARIMO

Capita a volte che nel mezzo del guado invernomilanoscuolalavoro ci voglia una pausa, una di quelle che ci vuole una valigia vera e magari anche un aereo. Ecco…eravamo proprio a quel punto del guado.

E così siamo partiti alla volta di una spiaggia bianca assolata e ventosa a una manciata di minuti di aereo da qui. E’ bastata una telefonata a quel ramo di famiglia che nella spiaggia assolata ci vive tutto l’anno e via!

Prima di partire abbiamo diligentemente formato i nanidagiardino corrompendoli e ricattandoli con i più biechi mezzucci perché si comportassero bene (ed essendo Babbbo Natale alle porte, ricattare un bambino è un gioco da ragazzi) e abbiamo ottenuto il risultato desiderato: due principi della corte d’Inghilterra…irreprensibili (ffiiiuuu). Abbiamo preparato le valigie: troppe e stracariche, secondo le indicazioni meteorologiche dell’amica fidata – di cui ovviamente non ci siamo fidati e siamo morti di caldo e al ritorno abbiamo pagato l’extra bagaglio come succede sempre al ritorno “da giù”. Abbiamo svegliato i bambini all'alba e….”il Comandante vi dà il benvenuto a bordo"…evviva, ecco cosa volevamo: fuggire, staccare i piedi dall'asfalto di Milano, scappare alla velocità di un aereo.

Ed ecco come è andata: siamo atterrati vicino alla spiaggia bianca assolata e ventosa, sotto un cielo azzurro che avevamo dimenticato e ci siamo seduti a tavola, saltando letteralmente per 4 giorni da una all'altra…senza opporre alcuna resistenza.

Maxi ha ritrovato famiglia, amici fratelli, mare e sole ed è rinato alla sua vera natura di maschio italico medio, ha abbandonato prole e moglie al loro destino, si è messo in modalità nonminteressanientediniente e ha dedicato il tuo tempo a svuotare la mente dai lacci e lacciòli della vita di città insieme a una manciata di maschi italici medi felici di rivederlo e condividere cibo, vino e chiacchiere fiume. Sì perché Maxi al Sud….chiacchiera!.

Mini ha passato 4 giorni ubriaco di regali e di abbracci, ha retto con classe a un’agenda matta e forsennata di cene, pranzi e merende e aperitivi e passaggi dalla zia e dalla cugina, lasciandosi trasportare come una medusa. Saggio, astuto e intelligentemente opportunista ci ha messo poco a capire che le zie sono sensibili ai suoi occhioni blu e che lo sguardo languido da bambino milanese stressato era la chiave di volta per avere accesso illimitato a cioccolato e gormiti. E’ stato travolto da 8 bambine alte, basse, grandi e piccole, more e bionde…non rimpiangendo nemmeno per un secondo la mancanza di un altro maschietto in questo affascinante pollaio. Le ha trascinate in corse sfrenate e giochi rumorosi e ha scelto la più bella e la più simpatica con un giudizio piuttosto volatile diverso ogni ora.

Micro ha saltabeccato tra le braccia di tutti impermeabile al cambiamento di abitudini. Ha passato 4 giorni con “le sue amiche” (ipse dixit) correndo come una paperella dietro a bambine più grandi di lei o con le “sue cugine”, due bellissime spilungone adolescenti con un km di capelli…da cui si è fatta fare i codini (N.d.r. Micro ha un taglio da marine ma questo non le ha impedito di fantasticare di boccoli e forcine) e con cui ha condiviso segreti inconfessabili…di già? Ha indossato immediatamente qualsiasi capo di abbigliamento le venisse regalato a patto che fosse rosa, pieno di paillette e molto kitsch con un sorriso da red carpet.

Io ho respirato sole, vento, mare e libertà dalla routine della pessima moglie che sono. Mi sono goduta e stragoduta la colazione in albergo, le cene ovunque, i pranzi da chiunque facendo persino fatica a scegliere dai menù. Mi sono dimenticata di avere un capo che mi vorrebbe accanto ogni volta che mi pensa cioè sempre, una casa, una lavatrice, una vita che sgomita per trovare un posto nella mia agenda, un sacco di scadenze da cui a casa non posso scappare.

Siamo stati in spiaggia a bagnarci i piedi (e le scarpe e le calze e i pantaloni), abbiamo ripulito i nostri verdognoli polmoni milanesi; abbiamo scavato una buca a mani nude e Mini si è lamentato perché non avevamo pensato a portare secchielli e palette!

Ci siamo fatti coccolare dalla bisnonna che a 95 ha più energia di me, ha giocato a “ce l’hai” con i bambini, ha coordinato la preparazione e armato un pranzo per 8 che nemmeno a Natale e ha raccontato storie di epoche estinte catalizzando l’attenzione di tutti con una verve e una sagacia che nemmeno io nelle mie serate migliori. Era a capo della tavola e della famiglia con una grinta che superava dolori e acciacchi dell’età e io che per il raffreddore raduno tutti al mio capezzale!


E siamo tornati alla base, soddisfatti e satolli dopo una pausa dalla solita vita, che siccome la conosciamo ogni tanto è piuttosto noiosa.

lunedì 24 novembre 2014

Tempo, tecnologia e sòle...

Sono figlia di una generazione di donne che la sapevano lunga: le nostre mamme sono nate quando alle bambine si insegnava economia domestica, erano giovinette quando tutte le regole sono state buttate alle ortiche e donne nei ruggenti anni ’80.

Loro hanno imparato a fare il letto come i militari, con la moneta che rimbalza sul materasso e l’angolo del lenzuolo perpendicolare al pavimento, glielo hanno insegnato le mamme, le nonne, le zie…tutto quel complesso gineceo che gli girava attorno. Hanno imparato le “buone maniere” senza discussioni: "composta" non era una marmellata! Hanno imparato a non lamentarsi, a trovare le risorse. Lavoro, casa, figli, marito, parenti del marito, parenti e basta, e loro sempre in piedi a coordinare, gestire, dare un senso a tutto e a tutti. Non c’era margine, non c’era puericultura, non c’erano le tate della tv e nemmeno le truppe di psicologi che ci scandagliano oggi. C’era solo ordine, disciplina e gerarchia. I papà davano la linea guida, le mamme la applicavano, i bambini obbedivano e...imparavano. Le donne erano pilastri della casa e della società e la verità è che sapevano spostare l’ago della bilancia molto di più ieri in silenzio da dietro le quinte che oggi dal proscenio pestando i piedi.

Poi si è capovolto tutto: i gomiti sul tavolo erano un simbolo di protesta contro l’apartheid in Sud Africa, sedersi a gambe larghe era un modo per combattere la guerra in Vietnam. Il tempo però scorreva ancora lento e le nostre mamme riuscivano a fare mille cose, tra cui protestare, nel tempo in cui noi oggi mamme 2.0 moderne e tecnologiche riusciamo a farne 2 (con l’illusione del multitask).

La nostra giornata è scandita e supportata dalla miglior tecnologia salva mamma e salva moglie eppure siamo più stanche, più lente, più molli, meno energiche, meno disciplinate.

Loro si alzavano, aprivano la finestra, rifacevano il letto, accendevano la moka e mentre la famiglia faceva colazione sistemavano la casa quel tanto che bastava per essere dignitosa. 7 giorni su 7. E la giornata iniziava….sembra uguale alla nostra ma non lo è.

Noi abbiamo il piumone con il sacco, loro la coperta di lana e la trapunta – sembriamo più comode ma è solo marketing: il piumone si muove dentro il sacco e se si prova a rifare il letto in fretta le piume finiscono tutte da un lato: io dormo al caldo e lui (ovviamente) sotto un lenzuolino a fiori come in agosto.

Noi abbiamo la macchinetta del caffè con le cialde e loro la moka. E’ meglio solo in pubblicità. Loro preparavano la moka la sera già sul fornello e al mattino bastava accendere il gas per caffè e bricco del latte. Il tutto era pronto nel tempo esatto che serviva per tornare in camera a “tirare su le coperte” e chiamare la famiglia a raccolta. E si ritrovava tutto caldo al punto giusto. L’infernale macchinetta si deve scaldare, incastra la cialda, fa uscire acqua, poi fa troppa schiuma, poi fa un caffè così ristretto che non si vede o così lungo che esonda quindi bisogna rifarlo guardandolo a vista e il microonde è il maligno: scalda a temperatura lavica contenitore e contenuto e poi tutto si raffredda in 5 secondi.

Noi abbiamo il SUV, loro la 600. Sembra meglio ma….loro caricavano circa 4 bambini più gli zaini, arrivavano a scuola in 5 minuti, si fermavano davanti alla scuola, salutavano la prole e andavano al lavoro, ovunque. Noi possiamo portare 2 bambini alla volta, legati in seggiolini singoli che nemmeno la Soyuz. Il SUV  è elefantiaco e il traffico non perdona. Non ci si può fermare davanti alla scuola perché si inquina, non si possono eiettare i bambini perché arrivano i sevizi sociali, bisogna parcheggiare, scendere e accompagnarli alla porta e salutare anche le mamme facendo attenzione a salutarle tutte.

Noi abbiamo il telefono cellulare – aziendale e personale - l’iPad, l’iPod, il tablet, il portatile, tutti i carica batterie e anche la batteria di riserva e anche l’agenda di carta. La chiave elettronica della macchina, del cancello, del garage e il telepass. La tessera fedeltà di qualsiasi negozio e bottega in cui siamo entrate anche solo una volta nella vita e che contengono ognuna uno sconto cui non accederemo mai. La carta carburante, il bancomat del conto personale e di quello di famiglia, la carta di credito – aziendale e personale, la tessera sanitaria (nostra e di tutta la famiglia perché non si sa mai), la tessera dell’autobus, la memoria esterna del pc perché non si sa mai. Gli auricolari, il vivavoce, il navigatore perchè il telefono mi serve e non so se ho campo, se posso usarlo off line, e se ho il download. La borsa con il pranzo perché da casa costa meno e la borsa con il trucco perché il make up di oggi va ritoccato ogni ora altrimenti sei out.

Mia nonna usciva con il paletò, i guanti e il cappello, la borsetta piccola e compatta e la borsa da medico, elegante e compatta.

Noi abbiamo il cooking chef che si può programmare, la caffettiera elettrica che però devo programmare, il contenitore per cucinare al microonde che posso programmare e anche la televisione che posso programmare e anche il telefono che ho programmato con il calendar per le call, così posso essere operativa anche after hour senza informare il cliente sappia che sono a casa e ho anche fatto il download della app per avere il menù perfetto in 30 min che accontenti tutti e che utilizzi quello che ho nel frigo, devo solo uplodare la foto del mio frigo e mi arriva la mail. Ecco…è arrivata adesso…dice: “vai a fare la spesa”. Ok…ordino la pizza ma lo faccio on line con il wi-fi perché…è comodo e veloce…mentre sono in call, e aspetto il download della mail e controllo che la vasca sia piena di acqua alla temperatura che ho programmato e intanto che aspetto rispondo a 5 conversazioni contemporanee su whatsapp: la nonna con la tata per domani; il capo per la riunione; le amiche per la festa; la collega per lo sciopero e le mamme del nido per il mercatino di natale, segno tutto sul mio google calendar che programmo con registrazione vocale (poi però lo scrivo anche sull’agenda di carta perché non si sa mai e anche sul calendario in cucina che leggono tutti), e in ultimo…una notifica di facebook mi ricorda che è il compleanno di mia cugina di cui tutti si sono ricordati tranne me. Nel frattempo arriva la pizza, la cassetta di verdure a domicilio, il bimby mi avverte che è pronta la frittata per il mio pranzo di domani e il campanello del bagno che i bambini sono bolliti e che siccome me li sono dimenticati nella vasca faranno tutto da soli e…non ho ancora fatto il letto perchè volevo provare un tutorial che insegna a farlo in 3 minuti.

A me sembra una sòla….

Io sono figlia di un’epoca in cui la sera si mangiava la “bistecchina” ai ferri con il papà e la mamma, senza tv e senza la pubblicità delle supposte anti stitichezza. In cui il telefono – uno solo per tutta la famiglia e immobile all’ingresso, non era autorizzato a suonare per tutta la durata della cena, in cui i bambini andavano a letto alle 9 perché non c’erano cartoni dopo le 8 e i ragazzi aspettavano l’inizio del Maurizio Costanzo show sul divano con la mamma…massima trasgressione prima di spegnere la luce.

Io sono figlia degli anni ‘70…quando il tempo era ancora galantuomo.

venerdì 31 ottobre 2014

Cozza, cozzetta e zecche varie

In queste settimane mi sono occupata:

  • di me - che non riesco a uscire da un fastidioso e antisociale acciacco che mi insegue dall’estate e della nuova alimentazione più o meno sana a cui mi costringe (più...quando unisco le sinapsi per il tempo sufficiente per essere sana; meno...quando è troppo tardi e per cena mangio in piedi 3 tortiglioni freddi conditi con succo di albicocca e un acino d'uca mangiucchiato)
  • dei nanidagiardino – al momento meglio conosciuti come cozza&cozzetta – e della loro routine autunnale:
    • copertura per aumentare le loro difese immunitarie nella pia speranza di ridurre l’impatto delle malattie invernali (assenze, mugugni e notti insonni): granuli, sciroppi e bustine da sciogliere (e occultare) due o tre volte al giorno con schemi triplicati tra mamma nonna e tata per non perdere nemmeno una goccia di questi rimedi taumaturgici che mi salveranno (mantra necessario per giustificare lo sforzo)
    • urla varie per ottenere il di cui sopra, per arginare la loro energia nucleare che esplode nei momenti meno opportuni, per riuscire a uscire di casa entro le 8.15...etc
    • sport in varia formazione: stesso posto stesso giorno orari diversi, posti diversi e giorni diversi stesso orario…io, la nonna, la tata...la triade ai blocchi di partenza per cambio sacca e bambino senza dimenticare il carro di vivande ristoratrici (che loro non dimenticano mai)
    • impegni sociali e parasociali (i 24 bambini delle loro classi compiono gli anni a 3 a 3 per settimana e distribuiscono tanto, troppo e inquietante zucchero che loro divorano schifando qualsiasi tentativo di cena sana), feste di compleanno, eventi e merende che iniziano a occupare strisciando le nostre agende 
  • della mia famiglia al terzo piano che ha sempre qualche tassa da pagare, qualche grana da risolvere, qualche impiccio da studiare (comunque pallido rimborso per un tataggio h24)
  • di manilabenedetta che l'estate scorsa è stata investita sulle strisce pedonali, è sana e salva ma merita giustizia e la giustizia richiede tempo
  • del mio lavoro che ogni tanto è al primo posto e ogni tanto all'ultimo…che ogni tanto merita i tacchi alti e ogni tanto i jeans, che ogni tanto fa ancora battere il cuore e ogni tanto lo fa…cadere, in un ottovolante isterico e imprevedibile di entusiasmi e voglia di fuggire
  • di Maxi che ha una pazienza infinita tra acciacchi, nani e impegni incrociati, che rifiuta sistematicamente e per religione di archiviare le bollette, di aprire la posta, di controllare un preventivo e di ascoltare le mie chiacchiere, che delega tutto ciò che riesce ma che prepara la colazione per tutti tutte le mattine (anche la domenica)
  • di uno zilione di altre piccole cose la cui somma fa un totale inquietante di zecche da rimuovere e di cui non si riesce mai a trovare la testa
Questa è la vera sfida di una mammamedia: riuscire a tenere tutte le "palle" in aria, come il più bravo dei giocolieri…senza che nessuna le cada in testa….OUCH! che male!! vado a prendere il ghiaccio perchè mi sono appena distratta un attimo!

mercoledì 29 ottobre 2014

Da grande voglio essere il capo del mondo

Da grande voglio FARE…voglio ESSERE…il capo del mondo

Lo disse un bimbo speciale tanti anni fa. Oggi lui è un ragazzino e probabilmente se lo è dimenticato…io non solo non l’ho dimenticato ma ho fatto mio questo sogno perché ho capito di avere una lista di interventi che ritengo necessari…e siccome sono personalmente d’accordo con me stessa, ho pensato di condividere le mie idee per il futuro del pianeta (vabbè, mi limito a ciò che mi circonda che alla fine è il MIO MONDO). La lista è totalmente cialtrona ed esclude per coerenza di cialtronaggine temi quali la pace, la demilitarizzazione e la povertà del mondo. 

Quando sarò capo del mondo…farò in modo di: 
  • assicurare a tutte le donne il permesso – non scalato e retribuito – per andare dal parrucchiere durante la settimana. Occorre portare la ricevuta (e tornare al lavoro con una testa decente) perché le ore non vengano scalate. Il parrucchiere di sabato è una condanna
  • prendere righello e matita e costruire un’autostrada dritta, senza nemmeno una piccolissima curva da Milano a Genova. Ho problemi ad affrontare la Serravalle anche a piedi da quando ho 3 mesi, anche adesso mentre scrivo, al solo pensiero…mi viene la nausea
  • autorizzare tutti i pedoni a camminare per la città con le scarpette chiodate e i rostri come i super eroi robot passando sopra a qualsiasi mezzo si frapponesse sulla loro strada, rigando macchine e furgoni parcheggiate malamente
  • dotare il mondo di bagni con una voce perentoria, severissima e un allarme furioso e rumoroso…se un maschio non fa la pipì come si deve il bagno si scatena: sgridata, allarme e figuraccia inclusa
  • rendere la pennichella un atto volontario non discutibile dal datore di lavoro. Se e quando il lavoratore la ritenesse necessaria, ha a sua disposizione 45 minuti di riposo rigenerante. Personalmente in ufficio tutti sanno che dalle 2 alle 4 non mi devono essere affidati compiti di concetto, finchè non mi “sveglio”, non potrei incontrare un cliente o scrivere un contratto, il risultato sarebbe disdicevole. Sarebbe meno ipocrita se potessi chiudere gli occhi per mezz’ora
  • istituire un orario di lavoro flessibile, nel senso che si flette….quando mi sveglio arrivo. Non è che non lavoro….anzi…lavoro tanto e bene ma arrivo quando mi sveglio e l'orario si aggiusta di conseguenza
  • aprire - obbligatoriamente in ogni condominio - una piccola bottega al piano terra con orari un po’ extra e accesso ai soli condòmini (con regolamentare cassa e cassiera). Se la massaiamedia decide di affrontare la ricetta della torta pere e cioccolato della nonna alle 9 di sera e non ha le pere, può scendere nella piccola bottega e continuare serenamente la sua ricetta
  • rendere la maleducazione e la zozzeria un reato. Chi non si fa la doccia e poi prende i mezzi deve essere fatto scendere, chi emette odori molesti in metropolitana – tanto nessuno sa che sono io – deve essere identificato e deve essere costretto a una visita da un nutrizionista e alla pubblica gogna per non aver digerito la peperonata della suocera. Chi sporca la città, chi risponde male, chi parcheggia peggio, deve essere redarguito e costretto a chiedere scusa e rimediare. Al contrario chi sorride e accoglie con gentilezza deve essere premiato, sempre e comunque
  • cambiare la misura delle taglie degli abiti da donna: la 42 è una taglia 0-12, la vera small da donna è la 44….(cioè sarà rendere legge una verità che le donne già conoscono e rendere fuori legge l'onta della 48 e del ghigno satanico della commessa minorenne e mingherlina)
  • ……..

Ogni mattina mi alzo ed esco e ogni minuto che passo fuori casa mi ispira motivi per cui voler essere capo del mondo: difendere o punire sopprusi e maleducazioni varie, riprendere in mano le redini del tempo, dei pensieri e dei desideri, dire quello che penso…, rimettere ordine dal basso e non dall'alto, usare il buon senso e non moduli e firme, unire a con b senza passare da w.

Proviamo a fare una lista becera e cialtrona di piccoli aggiustamenti da fare a questo piccolo mondo, chissà mai che qualcuno di noi non riesca davvero a diventare capo-del-mondo. Magari il bambino speciale che lo disse per primo...

mercoledì 22 ottobre 2014

Cronaca di una serata di panico, entusiasmo e spirito di gruppo

Quando un’abitante della KAPANNA VERDE è in panne, scatta DefCon 1 in pochi secondi. Si alzano in volo gli elicotteri di Apocalypse Now, suona la sirena di SOS Tata, e come Tata Lucia abbandona una manciata di bambini al loro destino per andare a salvare una mamma confusa (…va così), tutte noi accorriamo abbandonando figli, mariti, parrucchieri, estetiste, arrosto sul fuoco per raggiungere la malcapitata armate di una bottiglia di prosecco ghiacciata. Il tintinnio dei calici e una tavola rotonda al profumo di donna…cura tutti i mali.

Questa volta era allarme-maschio, quello che a 15 anni scatena fiumi di lacrime, a 20 l’istinto del chiodo schiaccia chiodo (e del poi torno con lui per almeno altre 3 volte prima di lasciarlo), a 30 l’ansia da abito bianco che sfuma, a 40...imprecazioni in ottomano per il tempo buttato! Se poi la malcapitata ha dovuto cedere il passo alla cerbiatta di turno…bè…allora le amiche corrono con bigodino in testa e ceretta sulla coscia: un brindisi al femminile è l’unica via d’uscita.

Sabato avevo pianificato un pomeriggio sacro nel tempio del parrucchiere, bimbi con Maxi al parchetto e io tra le mani sapienti di Willy. Whatsap ha cominciato a vibrare. Sembrava una chiacchiera sui programmi del weekend quando è suonata la sirena e l’avvocato ha dato il colpo di grazia: “faremmo di tutto per lei”…argh…no, la coscienza no…ARRIVIAMO!

Il pomeriggio ha messo il turbo: Maxi stordito dopo solo 12 parole ha detto: ok vai ma taci. Questo è il mio prezzo: domani io sono trasparente (eh ma io accendo il “dio dell’intrattenimento domestico” e ho risolto il problema…la mia morale è molto labile la domenica), doccia, cena famiglia, fuga e...90 minuti dopo il suono della sirena avevo una coppa di prosecco in mano (al netto dell’infarto).

Qui di seguito la cronaca dell’allarme e di una sera improvvisata (con qualche limatura di privacy)….è solo uno stralcio perché noi siamo MOLTO PIU' prolisse! La CIA sta ancora cercando di decriptare la chat…principianti…basterebbe chiedere a una donna!

[...]
16:12 - d: Bimbe qlc ha voglia di far qlc stasera? Solo donne... perché non il balletto alla Scala?
16:14 - a.: Mi ha lasciato
16:15 - d.: Cosa?? Vieni da me
16:19 - v.: ??????????
16:20 - a.: ha trovato un'altra...
16:20 - d.: Bene
16:20 - v.: Oddio
16:21 - a.: Sulla metro..abita vicino
16:21 - v.: Minchione
16:21 - d.: Volubile
16:22 - a.: Mi riprenderò
16:22 - v.: Non ho dubbi....è stato strumentale, come un antibiotico....dopo un po' va interrotto
16:23 - d.: Sei una donna meravigliosa
16:24 - a.: Ma alla fine avevo trovato il mio equilibrio
16:24 - v.: Ti costava di benzina e di magie
16:25 - a.: vero! Risparmierò!!
16:26 - p.: Io ci sono!!
16:27 - a.: Mi spiace tanto, ti ringrazio per tutto. Puoi sempre chiamarmi. Un abbraccio [omissis]
16:27 - p.: addio senza replica
16:27 - d.: inutile
16:27 - v.: inutillimo
16:28 - v.: banale, persino cordiale
16:28 - a.: cancello tutto
16:30 - p.: Se volete stasera ci sono.. Fate sapere
16:30 - d.: p. usciamo dai si si, daiiiii
16:31 - p.: Ok! Mi dite e io avviso f.
16:32 - d.: daiiii…dormi da me poi domattina vieni a pranzo dai miei!!....in motorino come le 15enni
16:32 - a.: sono da Mario...e poi vado dalla Miky e poi chissà…ho bisogno di leccarmi le ferite
16:35 - v.: un pavido
16:36 - v.: Raga sono dal parrucchiere, mi costerà come la rata del mutuo....mi spiace ma uscire è mission impossible
17:02 - p.: non interessa a nessuno. Usciamo...chi c’è? Appello
17:39 - d.: v. muoviti, o nessuno vedrà il capolavoro del tuo parrucchiere
17:44 - p.: Cena o ape??
17:45 - d.: Apecena
17:45 - p.: Cenaape
17:45 - d.: Apecenaape
17:47 - d.: Daiiiiiiiiii
17:48 - v.: La magia del mio parrucchiere tanto non vi piace....hihihi
17:48 - d.: Ecco...ora dobbiamo vederti
17:49 - p.: Dai ragazze! Facciamo una cosa last minute
17:50 - a.: ho detto alla Miky che andavo da lei... sono davvero stanca... non sarei una buona compagnia
17:50 - d.: Ma noi siiiiii
17:50 - p.: ci siamo tutte, vero? k. dove @@## sei???
17:51 - d.: Esci con noi...vedrai che dopo ringrazierai per la splendida giornata
17:52 - p.: Come ai bei vecchi tempi
17:52 - a.: lo so ma mi sembra brutto dare il pacco stasera
17:52 - d.: Porta anche lei…se dice no....ci dai il numero
17:59 - p.: Quando mi dite parto!!
18:16 - k.: Ma no!! Non ho letto tutto... sono sconvolta! Avete deciso dove andare stasera? Mi aggrego
18:19 - v.: Quindi è un plebiscito?
18:20 - p.: Sisisisisisi
18:20 - a.: ok ci siamo!! viene anche la Miky
18:23 - d.: Vado a casa mollo bici e alle 19.30 Sn operativaaaaaa
18:23 - d.: Ah dimenticavo....uomo banaleeee ????....V@@@###....Ok possiamo andare
18:24 - p.: 19,30 operativa idem
18:24 - p.: diamo un luogo e convergiamo
18:24 - d.: decidiamo dove
18:32 - a.: date coordinate e arriviamo
18:39 - v.: dichiarare coordinate maledette streghe…adesso non posso non venire....devo impedire che le vostre malelingue facciano spezzatino della mia assenza
18:49 - d.: Dove
18:55 - p.: se volete ci sono un paio di posti qui intorno a casa mia
18:55 - a.: ditemi voi io neurone sovraccarico
18:55 - k.: Io sono moooolto indietro, ancora fuori …arriverò più tardi
18:56 - a.: idem
18:56 - v.: Anche io recuperata famiglia ora....sono indietro. Arriverò
19:25 - d.: Contrattempo parto ora
19:26 - v.: Nooooooooooooo muoviiiiiitiiiiiiii...io io sto già finendo la prima birra
19:26 - p.: Pirla..non perdere tempo
19:29 - v.: Mi farete venire un infarto, sto arrivando e non so come ho fatto
19:36 - k.: Ma dove si va???
19:40 - d.: Sono qua
19:40 - v.: Anche io
19:40 - d.: Io sono sotto casa di p.
19:42 - p.: ok scendo. Ci siamo tutte. Brave le mie ragazze.
...
00:47 - d.: Bella serata donne…nn avevo dubbi. adesso nanna
00:48 - v.: Confermo, siamo una falange armata
01:01 - k.: Notte a tutte, dormite bene! Grazie p.!
01:04 - a.: amiche siete uniche!! vi voglio tanto bene
01:35 - p.: Buonanotte

giovedì 16 ottobre 2014

Appunti e riassunti

In queste settimane ho scritto e riscritto appunti e bozze ma sono sempre stata assalita dai ladri di tempo. Attorno a me c'è immancabilmente qualcuno che urla: “sai dov’è…?”, “chi ha spostato...?”, “dove hai messo…?”, “hai pagato…?”, “hai mandato…?” cui segue a ruota: “non voglio questa cena, ne volevo un’altra”, “non voglio questa maglietta, volevo quella rosa”, “non cercavo questa ma quella”, “perché questa è qui e non lì?”, “chi ha toccato questo?”, con gran finale: “voglio guardare un cartone”, “voglio guardare la notizie”, “non voglio le notizie, voglio due cartoni”, “non voglio lo sciroppo”, “voglio una brioche”…. Quando tutto questo fastidioso inquinamento acustico si ferma, la mammamedia raggiunge sui gomiti la camera da letto, si svuota il cervello guardando vecchie puntate de “La Tata” e si addormenta sognando di abitare nella mansion di Maxwell Sheffield con sagace e risolutivo maggiordomo al seguito.

Il mondo e le giornate di una mammamedia sono di continua ispirazione per un riflessione tra il serio e il faceto, salvo che tra il cervello e le dita ci sono cozza&cozzetta, la mamma, il marito, le amiche, il capo e la suocera (in quest’ ordine). Sono loro i “ladri di tempo”, quelli su cui fior di professionisti costruiscono ore di corsi di formazione, in cui insegnano tutte le teorie per gestirli: liste, precedenze, disciplina per costringerli a mettersi in fila per 3 con resto di 2 - e che nella pratica sono un’allegra massa disomogena, come le file dal macellaio.

Riassumendo: in questi giorni la mia vita si è popolata di:

1)    mamme brontolone: non sanno, non capiscono, nessuno glielo ha detto, hanno gli angoli della bocca all’ingiù, cercano un colpevole per qualsiasi cosa, tutto è incomprensibile e complicato; mamme autoironiche: si guardano spennacchiate e incasinate, si riconoscono tra di loro e ci ridono su; mamme natestanche per cui tutto è fatica, peso, noia, stanchezza (anche stare sedute a chiacchierare tra mamme); mamme con il senso dello humor che trovano tutto questo un bizzarro momento della vita che un giorno passerà e mancherà tantissimo e avrà lasciato indietro un sacco di aneddoti da raccontare

2)    figli che si dividono, come le acque del Mar Rosso in “sonobravo e saròbravo perché voglio un premio” e “urlo e urlerò sempre di più perchè non me ne può fregare di meno (e magari chiedo il premio lo stesso)

3)    mariti che alle 20.00 diventano un tutt'uno con il divano, abbracciano il cuscino e affogano la loro giornata nei meandri dell’informazione economica occulta (quella vera, mica quella che leggi sul giornale) su tutti i supporti possibili: il caro vecchio quotidiano, i social network sovversivi e i salotti in tv…perché hanno lavorato tutto il giorno e meritano del tempo da dedicare ai loro interessi (sic)

4)    zucchero a chili perché “tizio” a scuola ha compiuto gli anni e la sua mamma ha portato un quintale di caramelle: gommose, misteriose, coperte di zucchero, ripiene di zucchero e fatte di zucchero. I bambini in classe sono 24, si festeggiano compleanni ogni sempre e anche la nascita di decine di fratelli e sorelle e la materna si trasforma in una cascata di zucchero appiccicoso difficile da etirpare dalle gole profonde di nanidagiardino dai 2 ai 6 anni. E i dentisti prenotano il rogito per una villa a Maui.

5)    fine settimana che sembrano percorsi dei Seals in cui la mammamedia si divide tra le proprie necessità (porre rimedio a una ricrescita nera - vabbè..ormai non proprio nera - su svariate parti del corpo dall'alto in basso, prendere un caffè senza il capo che ti aspetta), le necessità della casa (una spesa previdente, una sistematina un po’ sensata e non isterica, un check alla lista delle cose (non) fatte della settimana precedente e a quelle che non saranno fatte nella settimana che arriva, le necessità dei bambini (che hanno diritto a uscire, riposare, incontrare gli amici, guardare un cartone in pigiama, giocare in camera loro, usare la bici, il monopattino, la palla, il triciclo, il quod, vedere la nonna, giocare in giardino, godersi un super sonnellino nel lettone, vedere gli animali della fattoria, partecipare alla festa di….tutti i sabati e tutto alla stessa ora)

6)    Micro, la mia meravigliosa cozzetta bionda con l’argento vivo addosso che strappa il cuore con un sorriso o il cervello con un urlo senza soluzione di continuità e senza preavviso, che non dà tregua alla sua mammamedia contemporaneamente brontolona e natastanca (che spesso fatica a trovare l’ironia nelle sue urla) capace di tirare fuori la mammastrega, quella con la faccia dell’urlo di Munch, quella con i “capelli verdi” che la vuole solo azzittire perché quel modo di fare così tanto e sempre strillone, prepotente, arrogante e capriccioso le fa saltare il sistema nervoso e anche tutta la buona volontà di aprire la porta di casa con un sorriso. La teoria dice che i bambini puniscono la mamma che lavora, la mamma che non c’è, la mamma che arriva stanca. La pratica dice che spesso per aprire la porta da cui provengo strilli e strilli bisogna fare un respiro profondo.

mercoledì 24 settembre 2014

DAI SCAPPO...una giornata di ordinaria follia 2.0

Ore 4:50 posso dormire nel lettone? – umpf..no – devo fare la pipì – umpf, vai in bagno – voglio l’acqua – è sul tuo comodino…sgrunt. Lui se ne torna da dove è venuto e io conto i minuti di sonno che sto perdendo.

Ore 6:30 il pollaio si è svegliato e su whatsapp si chiacchiera!! Essere svegliati dalle amiche quelle un po’ galline, un po’ spanate che appena aprono gli occhi hanno già voglia di chiacchierare è il modo migliore per iniziare la giornata. Meglio della radio che tanto non sento, di un bacio di Maxi che mi fa venire voglia di restare sotto le coperte, dell’urlo di Micro che mi fa venire un infarto, della mitraglia di domande di Mini che mi fa venire l’ansia.

Ore 7:15 SCAPPO: il fil rouge della giornata 2.0. Doccia io, sveglia loro, colazioni, sacche, suppliche, l’orologio che accelera, Micro deve cambiare 3 paia di scarpe, Mini vuole portare a scuola il galeone dei pirati…io devo ricordarmi di portare qualcosa ma non ricordo cosa oppure me lo ricordo ma la dimentico a casa…uffa dai, SCAPPO.

Ore 8:20 a Micro occorrono almeno 20 minuti per uscire da casa, salire in macchina, scendere dalla macchina e arrivare in classe (2 km). Io trafelata e sudata (di già) trascinando lei che alla fine ha scelto le scarpe della sua amicabea…4 numeri più del suo MA...sono della sua amicabea, fine della discussione. Buongiorno, le scarpe sono grandi lo so, mangia sempre tutto, gioca con Alyson, aiuta con i piccoli, a casa ci tiranneggia, qui è un pasticcino, dai SCAPPO, a domani, si ricordi le bavaglie, i cambi, la foto, la qualsiasi, sì ha ragione, domani, ora SCAPPO.

Ore 8:45 trovo Mini in calzoncini e canottiera (ad agosto jeans e manica lunga, va così), 120 gormiti, 3 libri sui pesci e il monopattino; è tardi per discutere, SCAPPIAMO. Prendo lui, la borsa, la borsa del pranzo, la borsa con qualsiasi cosa devo portare da qualsiasi parte e via verso la scuola chiacchierando, trascinando, raccontando. Buongiorno, sì si veste strano ma è bravo però non mangia, pazienza SCAPPO, si ricordi la riunione, la recita, di portare la coperta, il cuscino, i fazzoletti, qualsiasi cosa, sì ha ragione, domani, ora SCAPPO.

A questo punto la mammamedia che SCAPPA gode della vertigine del saluto papale: ma ciao, tuttobene, sìevoi, un giorno ci prendiamo un caffè, sì davvero, oggi però SCAPPO, hai saputo della maestra, della riunione, hai fatto l’iscrizione alla palestra, alla piscina, alla scuola, sì grazie delle info dai, SCAPPO ci vediamo domani. 

La socialità fast del mattino è come il caffè al bar…veloce, intenso, irrinunciabile.

Ore 9:15 in metro al telefono con la nonnamenomalechec’è, prendendo appuntamenti per qualsiasi cosa con chiunque o leggendo i messaggi del vicino: “ci vediamo stasera, sì dai, adesso SCAPPO”…originale!

L’ufficio: quel luogo magico in tutto si ferma e tutto corre e in cui non occorre asciugare il naso a nessuno.

Ore 11:00 pausa caffè, 10 minuti di socialità collettiva, capi compresi. Come va, tutto bene, il cliente è esigente, il progetto è bellissimo, a casa tutto bene, sì perfetto dai SCAPPO, ho una call, ma sì figurati SCAPPO anche io ho un brief. Va così.

Ore 13:15 la verdura ingoiata alla scrivania la digerirò a natale ma pazienza, oggi devo SCAPPARE, ho preso mezza, sì anche io mangio al volo, stasera devo SCAPPARE, perfetto, allora io finisco qui e SCAPPO. Esperanto da open space.

Ore 14:03 metro, autobus, casa, sacca, macchina e scuola. Mini ricomincia la piscina – il mio giornoinpiù faticosamente negoziato al lavoro. Mamma sei arrivata tardi, la mamma di Kevin è arrivata prima di te…sgrunt! Dai, saluta che dobbiamo SCAPPARE.

Ore 14:45 correndo in piscina. Ciao Silvia comestai noibeneevoi, ciao cara SCAPPO vado a casa Cecilia deve dormire, che bello vederti state bene, sì bene dai ci becchiamo martedì prossimo, anche io SCAPPO. Ciao Chiara, comestai noibeneevoi, che bello Giorgio è con Mini oggi pomeriggio e ho Stefano al mattino, schiatterò, anche io Micro al mattino schiatteremo insieme. Ciao Cristina, comestai noibeneevoi, che bello Sofia è con noi, sì lei oggi e Emma lunedì e giovedì, schiatterò. Ciao mammachenonscono con la faccia simpatica, ciao anchetumipiaci, vieni hanno detto di andare di qua e poi di là.

Hei ciao amicadisilvia (con fisico da culturista, abitino vulcanizzato e tacco 12 che saluti me che puzzo di cloro, ho i capelli piatti da umido e le infradito da spogliatoio), anche tu qui, sì aspetto i miei che finiscono nuoto e calcio e poi andiamo a catechismo, dai SCAPPO, ci vediamo martedì prossimo – ma anche no! Hi Kathryn, howareyou fineandyou, great, I’m in a rush, me too, see you next. Ebbene sì, c’era anche la straniera. Va così.

Nel frattempo in questo delirio si è dipanato un intero anno scolastico: modi e metodi di iscrizione agli sport, alle palestre, alle scuole, pianificate agende, scambiati indirizzi di tate, ludoteche, parchi, maestre di inglese e au pair australiane. Meglio di un CDA, più condensato, più efficace, più allegro.

Ore 16:30 verso casa di Simona la mamma dell’amicoluca che graziealcielo mi porta una bolletta che ho dimenticato e che scade oggi…sì Mini dimentico sempre tutto, sì al parco c’è il tuoamicoluca, sì già che ci siamo ci fermiamo, sì ti compro il gelato ma gioca in fretta che SCAPPIAMO.

Ore 19:30 bambini lavati e mangiati, la tata è fuggita, la cucina è un delirio, la vasca è piena di giochi, la lavatrice trabocca di bucato, arriva Maxi, io devo SCAPPARE e lui sta pensando di tornare in ufficio.

Ore 20:15 SCAPPO per andare…dal medico! Lei è in studio, io non chiedo permessi...la perfezione! Ciao comestai noibene e tu, perfetto sei sana, dai che SCAPPO, ho un’altra paziente, sì perfetto anche io SCAPPO ho lasciato un delirio.

Ore 22:00 ciao vicina sei tornata finalmente, ciao a te vieni su che ti racconto, ho un cane nuovo, sì ok non resisto avevo voglia di vederti ma solo due minuti poi SCAPPO.

Ore 00:00 a letto. Finalmente. Ho il mal di terra, non più motivi per SCAPPARE…resterò qui immobile fino a domani. NOOO adesso mi SCAPPA la pipì!!

martedì 23 settembre 2014

La dottrina dei contrari

Ascoltare i bambini che imparano a parlare, la lallazione, le paroline buffe con cui cercano di articolare frasi a volte anche complesse è semplicemente meraviglioso. A casa Maxi siamo affezionati al pizzolario (il ragazzo che porta la pizza), ai subi (plurale di sub), vieno (io vengo), dicilo (diglielo)… lessico famigliare a cui ci aggrappiamo perché quest’epoca faticosamente romantica non finisca mai.

Io e Maxi viceversa l’italiano lo parliamo bene, siamo due laureati capaci di sostenere conversazioni a svariati livelli di profondità e registri della lingua italiana, o almeno così pensavamo di noi stessi…cosa è successo? 

Perché le nostre capacità linguistiche e culturali si sono ridotte così ai minimi termini? Perchè il nostro uso della lingua italiana è così peggiorato invece di migliorare il loro? Abbiamo iniziato la nostra avventura genitoriale molto convinti del nostro ruolo di formatori culturali, salvo che dopo 5 anni il nostro linguaggio è più vicino a un TSO che a una laurea. Siamo a uno stadio di sviluppo che va dal linguaggio dei primati (HEI, OHU, AHI, NOOO, AAAHH, OOOHH) a dissertazioni arisoteliche sulle opposizioni...

Siamo contraddittori e contorti, parliamo a scatti, comunichiamo a singhiozzo, senza soggetti né complementi: 10 parole al massimo, fine degli aggettivi, delle subordinate e i verbi?…sono solo un ricordo, nella vita 2.0 si usano solo gli imperativi:

VIENI QUI - RESTA LI'
FAI COSI' - NON FARLO PIU'
CORRI - NON COSI' VELOCE
SIEDITI – ALZATI
CAMMINA – FERMATI
AIUTAMI – LEVATI DAI PIEDI…

tutti imperativi contraddittori pronunciati in una singola frase. Anzi…quella è la singola frase!

Quando i dialoghi sono articolati non cambia molto:

- Vieni subito qui, non ti muovere da lì finchè non te lo dico io
- Cos'è successo? Me lo dici o no? E taci quando ti parlo
- Questa è la cena, se non ti piace rimai a digiuno. Sì, puoi prendere una banana (v.1)
- Finisci quello che hai nel piatto, almeno metà, quello che ti senti, se non ne vuoi più lascia pure (v.2)
- Raccontami la tua giornata. Shh non adesso, sto parlando con il papà
- Véstiti che dobbiamo uscire. Come ti sei vestito? Spogliati che ci penso io
- Muoviti…cammina in fretta. Rallenta, cammina piano
- Con i sandali ti bagni. Siamo senza ombrello ma sono due gocce
- C'è una risposta per tutto. E' no perchè lo dico io

La cosa più drammatica è che ce ne si accorge solo quando si sente parlare gli altri e allora scatta inevitabile l'esame di coscienza...io no, non voglio essere così, perchè io sono diverso, io amo mio figlio e mi preoccupo della sua formazione, io non urlo, parlo bene, perchè io sono diversa, sono meglio...ALLORAAA TI MUOVI,  NOO NON MI INTERESSAAAA TACIII ANDIAMOOO

sic

martedì 9 settembre 2014

Eziologia dei compleanni e tanti auguri

Il mio compleanno è appena passato e oggi tocca al mio avatar dai capelli scuri, due figlie di dicembre (e a settembre il calendario dei compleanni è piuttosto denso perché a quanto pare il freddo, il buio presto, i bagordi, le feste....piacciono tanto agli innamorati!)

Io la bionda e lei la mora, io chiara e lei scura, io pallida e lei…pugliese. Io il 6 e lei il 9 e siamo proprio così, io sono proprio un 6 e lei è proprio un 9.

IO rotonda e paciosa, dondolo e non cado, perdo l’equilibrio facilmente, in realtà spesso mi perdo nei miei dondolamenti…ogni tanto dondolando mi prende quella vertigine da derviscio rotante…poi però torno al mio posto e sembro stabile. La gambetta in alto mi aiuta, è il mio faro, l’illusione di stabilità, un puntatore verso qualcosa. Che poi dipende da come la disegni quella gambetta: se è dritta che guarda in alto fa anche un po’ paura perché dondolare con la testa all’insù è pericoloso – e mi capita anche quello – bisogna tenre duro per non dondolare in quei giorni. Oppure se guarda un po’ a destra o anche all’ingiù…ecco quelle giornate sono un po’ avvitate. Ma io al mio 6 sono molto affezionata. Se ne sta lì solo e dondoloso, paciocco e sognatore, il 7 lo respinge magro e sicuro il 5 lo spinge prepotente e confuso e lui dondola, con la gambetta per aria…proprio come me.

LEI ha i piedi ben piantati a terra, pacciocca come me ma stabile, solida, sicura, matronale, proprio come il suo 9. Non è un rovescio, anzi…il 9 è imponente, importante, sicuro e maturo. Anche lui dondola, ogni tanto sembra che cada quasi fragile, ogni tanto oscilla, ogni tanto vorrebbe diventare un 6 dondoloso. L’8 lo spinge ingombrante e arrogante, il 10 lo respinge con il suo naso puntuto e saputello ma poi…quella gambetta all'ingiù ben piantata a terra l’aiuta a ritrovare l’equilibrio. Sembra instabile e invece non lo è, ha delle radici profonde, è una roccia. Quando le disegnano la gambetta piegata a sinistra si perde via e sembra che cada e si vede che non è felice, è confusa ma poi ritrova subito il suo zenith e si ricompone in tutta la sua maestosità. Il 9 è una certezza, ha una grande responsabilità, è solo ed è l’ultimo ad esserlo…deve sostenere tutti gli altri, accompagnarli alla vita di coppia che conosce, declina e rispetta.

Eccoci, siamo proprio così e per quello festeggiamo insieme da tempo ormai immemore. Perché siamo proprio diverse, uguali e inseparabili. Perché il 69 è la forma perfetta del tao…proprio come noi due.


Tanti auguri a noi amica mia.

martedì 2 settembre 2014

Domande multiple e Risposta singola

Al netto della mia salute cagionevole, della convivenza forzosa 24/7, del maltempo e del mare così così…abbiamo archiviato le vacanze 2014 alla voce: BELLE VACANZE! Stabili, lunghe, piovose, a tratti pigre, qualche volta rilassanti, allegre, piene di gelati e delle comode abitudini della vita di provincia.

E’ stata una vacanza in famiglia: noi CON loro e loro CONTRO di noi!

La giornata di mare che diventa aperitivo al tramonto, che diventa cena, che diventa un lento al chiaro di luna, che diventa bagno di notte, che diventa cornetto all'alba…ecco, sì, questo ci è mancato un po’. Adesso ci sono altre maratone, ci sono loro, i nemici, e noi che facciamo veramente i genitori, almeno in agosto.

Fare i genitori significa passare le giornate a difendersi dagli agguati del nemico. Quelli fisici di loro che tirano, spingono, saltano (per lo più addosso e all'improvviso) qualsiasi cosa si abbia tra le mani: noi un oggetto fragile, loro un gelato sciolto, di solito al cioccolato.

Quelli verbali che si dividono in alcune macro categorie:

·         DOMANDE IMPOSSIBILI E INOPPORTUNE

“posso andare fino alla boa con i miei amici?” – mentre sto cercando di arginare la piccola che ha scelto la scaletta dello scivolo per annunciare: “ho fatto la cacca!” - “ma ti pare? Certo che no” “daidaidai posso, dai, posso…dai…tiprego tiprego tiprego” e qui scatta la difesa muta da luogo pubblico: occhiatacce, minacce mute, insoluti mimati che terminano con un esasperato “chiedi a TUO PADRE e levati da qui”. Il nano astuto si reca quindi dal legale genitore che è al telefono per lavoro e la linea è disturbata e non si capisce niente: “la mamma ha detto che posso andare alla boa con i miei amici” (che hanno 14 anni N.d.r.) – da cui si difende con occhiacci, insulti muti e gesti da TSO, cercando di incutere timore reverenziale al nano e lucida professionalità al suo interlocutore fallendo entrambi i task. “Sono al telefono, aspetta un secondo” cui segue una rissa decisamente pulp.

·         DOMANDE A MITRAGLIA (tutte uguali e contrarie nello stesso contesto e non è importante la risposta quanto la velocità della raffica)

ES. in 15”: “midailabrioche, hosete, voglioilgelato, mifaivederecosac’ènellapentola, vogliol’acqua, midaiuncchiere, nonvoglioilbicchiereverdeèdafemmine, nonvoglioilbicchieregialloèdapiccoli, allorabevodallabottiglia, vogliolapastabianca, norossa, maiolavolevobianca"

Es. in 7”: “midai-miprendi, miapri-michiudi, miallacci-mislacci, mitogli-mimetti, mialzi-miabbassi, micambicartone-nonvoglioquestocartone, voglioilgelato-nonmipiaceèfreddo”

Una vertigine!!

·         DOMANDE AFFERMATIVE (la cui risposta è ininfluente)

Es. 1: “possoguardareuncartone?” “No, è pronto in tavola” “Mauffa, tiprego ti prego ti prego, solounosoloperquesti10minutitigiurochespengosubitotiprego” (è tutto scritto attaccato perché le questue dei bambini non conoscono pause) “daimammatiprego, nonhovistouncartonedatantianni” (sic) che si conclude con un ringhiato "IO LO GUARDO LO STESSO"…trascinando la discussione fino allo sfinimento e raffreddando la cena.

Es. 2: “possofareilbagnonell’acqualta?” "possomangiareungelato" “no amore, non adesso” per qualsiasi motivo che in teoria dovrebbe essere incontrovertibile e invece scatena negoziazioni infinite ed estenuanti con capricci, musi e uno scocciato "E IO LO FACCIO LO STESSO"

·         DOMANDE NEGATIVE

Es. "perchènessunomihadatol'acqua?" "perchènonmidateilbicchere?" "perchènonc'èlamiapasta" "perchènessunomicompraunregalo?" "perchènonmidaiilgelato?"
Facendo passare l'amorevole genitore dedito al solo accudimento dell'erede per sadico aguzzino.

I nanidagiardino fanno domande la cui risposta non gli piace e che deve essere necessariamente SI’ - se si vuole sopravvivere - salvo andare in contro alla scalata dell’Annapurna (a mani nude) quando si sceglie un faticoso NO. Mi domando spesso se i bambini abbiano realmente bisogno di un genitore o non preferirebbero una Schiava Isaura qualsiasi, magari meno pedagogica ma sempre a disposizione.


Poi ho capito…lo slogan “Yes, we can” della campagna elettorale di Barack Obama non era frutto di un arguto staff di consulenti in comunicazione di massa. In realtà lui, ha solo mutuato dalla sua vita di padre l'inno alla sopravvivenza genitoriale: “YES...YOU CAN”

martedì 26 agosto 2014

Nonostante tutto…le vacanze 2014


Le vacanze estive 2014 sembrano invernali: fa freddo e il sole è sfuggente. Niente Sicilia, niente Bernici, niente ferragosto a forma di capodanno. Un potenziale disastro che è diventato un successo.

Sì sì…vacanza ERA dormire fino alle 10, cuocere al sole fino alle 7, ballare fino alle 5! Era. Oggi ci vorrebbe una settimana per recuperarne un solo giorno. Vacanza era il mare caldo del sud, gli amici di sempre e il pesto di pistacchi. Quest'anno è stato un mare più a nord, gli amici di oggi e il pesto di basilico. Ed è stato un esperimento riuscito. Faticoso ma riuscito.

Io e i nani siamo stati il "faticoso", Maxi il "riuscito". Io molto assente, Maxi molto presente e i nani molto molesti.

Mini e Micro hanno dato libero sfogo alle loro personalità multiple: da Ronin a Cartesio passando da Quinto Fabio Massimo, da Spank a Paris Hilton passando da Anna Magnani! Rivolgersi a loro è stato un esercizio ardito.

Lui, freddo calcolatore, negozia e procrastina ogni momento della giornata: "preparati per andare al mare" richiede circa 30 minuti tra attese, pungolamenti, minacce, ricatti prima che inizi a pensare di andare in bagno a vestirsi per poi chiedere - ogni mattina - "dove sono le mie mutande?".

Lei, femmina vanesia, si cambia circa 3 volte al giorno, i suoi outfit richiedono almeno 20 minuti di prove e discussioni per spiegarle perché non può mettersi tutti i vestiti uno sull'altro.

Lui vuole sempre fare l'esatto contrario di quello che si sta per fare, salvo poi non volerlo interrompere: "andiamo al mare che hai la lezione di nuoto con il tuo amicostefano" (15 min di fiato parentale) - cui segue scena splatter di mammastrega che urla e necessaria negoziazione ONU. "Mamma, posso fare la lezione anche oggi pomeriggio, tiprego tiprego?" - che genera pensieri splatter in noi genitori affranti.

Lei, perfetta drama queen, inscena tragiche tragedie con litri di lacrime versate per un qualsiasi (anche cortese): "no amore non si fa" salvo accettare un secondo dopo garrula e sorridente di andare a vedere le onde grandi, in altalenanti e precoci crisi di PMS.

Lui disserta con suo padre degli accadimenti delle due guerre con particolare attenzione alle gesta della Marina Militare Italiana e dei suoi Ammiragli, ingoia lacrime di dolore per essere caduto rovinosamente davanti alla più bella bambina della spiaggia e si nasconde tra le mie gambe quando qualcuno gli chiede come si chiama. L'evento della sua estate è stato il morso di un'ape che lo ha devastato di dolore e spavento perchè "non mi ha mai punto un'ape."

Lei, microscopica mascotte della spiaggia dove si muove in autonomia perché "comunfue è grande", mi aiuta a stendere ma non mi passa le mollette "perché è piccola", mostra con orgoglio l'ombelico in cui abita Giulia - la bambinadellapancia - che tra una settimana compie un anno e ogni tanto fa la monella.
L'evento clou della sua estate è stata la "papramotta", una papera che ahimè è morta in una roggia vicino a casa. Secondo Micro è "motta" per aver mangiato un nocciolo di albicocca che "fa male ai denti". Ha quindi spiegato a tutte le papere di non mangiare i noccioli delle albicocche perché poi…"guardate la papramotta", in un inquietante miscuglio di un avvertimento e un accadimento. Il suo eloquio ardito e sconnesso, passa da congiuntivi corretti a declinazioni argute: "aprito" "salo io, salghi tu" "vieno" "dicilo tu, lo dicio io" di cui farcisce discorsi degni di un capo di stato.

Maxi ha indossato la divisa da super eroe e ha aiutato tutti a traghettare una vacanza iniziata male in un successo glorioso. La leggenda lo vuole sciupafemmine impenitente, torbido maschio latino con una donna in ogni porto, passionale latin lover senza dimora cui le donne cadono ai piedi sedotte dai suoi profondi occhi verdi, re delle notti d'estate, principe della rotonda sul mare, animatore di qualsiasi festa, motociclista solitario, pigrone e silenzioso personaggio, lontano anni luce da mogli bisognose, bebè mocciolosi e macchie di gelato…e invece…invece la verità è che Maxi è tutto quanto sopra e molto di più. Ma molto molto molto di più. La verità è che Maxi è un "bravo papà" e che nessuno lo costringe a esserlo…è proprio così.

Ha fatto innamorare le mamme e infuriare i papà della spiaggia, è stato da solo per giorni con i due nanetti, ha fatto il bagno nell'acqua alta con cozza e cozzetta avvinghiati al collo, li ha vestiti, cambiati e intrattenuti da solo finchè io sono rimasta fuori gioco e anche dopo. Ha giocato a unduetrestella, a nascondino e alle bambole. Si è innamorato di Micro e lei di lui e si sono persi in coccole e baci parlando della "bambolamobbida". Ha giocato a ping pong per ore perché Mini glielo ha chiesto. Ha applaudito Micro quando ha cantato a squarciagola la sua versione dell'inno di Mameli su un palco in piazzetta: "dov'è la vittoria che chiava di Roma, oddio la cherò…baba babam".

E io ho aspettato con pazienza di tornare in forma per andare a vedere quale estate meravigliosa i miei inquilini avevano apparecchiato per casa Maxi, nonostante tutto.

lunedì 11 agosto 2014

Valige: la nostra….con imprevisto

Mini e Micro sono partiti con una valigia, una sacca e uno zaino a testa.

Maxi ed io partiamo con una valigia e una sacca - in due.

Libertà è stato il filo rosso che ha legato la preparazione dei bagagli: valigie fatte con la pancia e non con la testa (o con la bilancia).

I due nanidagiardino hanno perfettamente colto lo spirito e si sono portati Hello Kitty, Gormiti, spade, bambole, scarpe, maglie da calcio, dvd, libri, passeggini....le mie due tartarughine si sono portate la loro casetta, liberi - per una volta - di bypassare l'ansia da distacco.

E proprio l'ansia da distacco ha reso divertente la chiusura della casa. Prendo questo, ma sì anche quello, questo non lo lascio, quest'altro ci sta...proprio come succede quando si passa da casa propria a casa propria e con la propria macchina. E sì che in un'altra vita io e Maxi eravamo motociclisti, con bagaglio essenziale compresso in un bauletto.

Io e Maxi abbiamo interpretato il tema delle vacanze allo stesso modo, abbiamo messo in valigia: IL TEMPO

- libri da leggere in quantità. Cucina, puericultura, storia e storie per me. Libri di storia, libri di storia, libri di storia, un romanzo e 100 riviste di macchine per Maxi. Li leggeremo.
- 2 elettrodomestici imperdibili: uno per cucinare un menù per 8 in 30 minuti senza muovere un dito e uno per spremere tutta la frutta dell'ortolano con un click (e anche la mandolina nuova per affettare chili di verdura, super tagliente...perchè non potevo proprio separarmi da lei). Lo farò e mangeremo tutti sano e variato.
- un beauty case anni '80 con dentro creme, maschere, pennelli, trucchi…qualsiasi diavoleria cosmetica (anche dimenticata) io abbia trovato nel cassetto. Tutti prodotti che mi faranno ringiovanire e dimagrire in 2 applicazioni, ho le migliori intenzioni di fare lunghe sedute di bellezza tutti i giorni. Giuro.
- scarpe e calzoncini per andare a correre (vabbè...camminare) tutti giorni. I miei sono nuovi di zecca, li ho comprati da poco e non li ho ancora usati (negli ultimi 40 anni intendo). Se ci organizziamo bene, uno alle 7 del mattino e l'altro alle 7 di sera...ce la possiamo fare. Noi in fondo siamo due sportivi estremi intrappolati nei corpi di due pigri panzoni…quest'estate faremo gli scavi e tireremo fuori i runner che abbiamo dentro!

Ma certo, abbiamo anche messo qualche vestito, io un bikini nuovo che mi fa sembrare Ursula Andress, 2 paia di scarpe da sera che quest'anno userò per andare a mangiare il gelato con i bambini e le infradito che in realtà saranno la mia divisa di ordinanza 24/7.

Maxi un paio di Superga nuove verde salvia…ha detto che "spaccano". Le userà per andare a prendere il gelato, se gli cade sopra il gelato dei bambini…"spaccherà" noi ma questa è un'altra storia.

……

Ahimè tutti nostri piani sono stati bruscamente frenati - come questo post, rimasto nelle bozze fin ora - da un accidente che mi ha tenuto a letto, orizzontale e immobile per 5 giorni - e ne ho davanti almeno altrettanti di lenta ripresa prima di iniziare a spuntare la nostra to do list vacanziera. Ma passerà perchè ci vuole ben altro per fermare casa Maxi.

Le vacanze da queste parti sono una storia ancora tutta da scrivere…ai lettori pazienti la sorpresa.

to be continued

sabato 2 agosto 2014

Valigie: le loro

PREMESSA
"Ragazzi, ognuno prepara la sua valigia o almeno mi aiuta…adesso siete grandi e bla bla bla"

RISULTATO
Valigia di Mini: geniale prodotto tedesco - gigante - che si apre in verticale e può non essere svuotata (e forse non lo sarà) farcita di:
- maglia di una squadra di calcio italiana (quella che regala un sorriso allo ziobarbuto e alla zietta)
- maglia ufficiale dei mondiali
- maglia della nazionale di calcio
- maglia di una squadra di calcio inglese
- maglia di una squadra di calcio irlandese
- calzoncini di tutte le maglie
- pallone della raccolta punti del noto geniale supermercato milanese
- monopattino
- ironman
- thor
- Mino (il noto personaggio salvamondo)
- Topolino e le storie del calcio
- jeans lunghi perchè "se devo fare le scivolate in campo così non mi faccio male"
- scarpe per giocare a calcio
- il costume con i teschi uguale a quello del papà perchè loro sono maschi
- camicia bianca e camicia nera perchè glielo ha detto il papà, per uscire la sera (dovremo lavorare sulla sua percezione delle proposte del papà)

e va da sè che la valigia l'ho finita da sola con la certezza che sarà tutta sbagliata.


Valigia di Micro: geniale prodotto tedesco - in miniatura - che si apre in verticale e può non essere svuotata (ma la sua esploderà) farcita di:
- tutti i vestiti estivi dell'armadio, meglio se rosa - dopo essere stati provati e approvati uno a uno
- tutte le magliette di tutte le sfumature di rosa - dopo essere state provate e approvate una a una
- calzoncini corti rigorosamente rosa di jeans, di jersey e di spugna
- costumi dopo essere stati provati tutti…uno sull'altro sopra il pigiama
- occhiali da sole: due paia, uno rosa e uno giallo
- scarpe, 6 paia: ballerine rosa di pelle, nike da corsa rosa, all star grigie perchè sono da grande, ciabattine rosse da mare, sandalo bianco e adidas blu perchè sono uguali a quelle di Mini
- impermeabile rosso con il cappuccio, giubbotto di jeans e giacca verde perchè è bellissima
- monopattino
- tutte le bambole dopo severissimo appello: bambola sporca, bambola morbida, bambola piccola, bambola comoda, bambola nuova…perchè l'identità è importante
- calilla e mmhhmmhh (salvamondo e salvafamiglia)

la cerniera è stata chiusa a fatica e poi attila ha dovuto supervisionare la loro borsetta delle varie ed eventuali verificando la reale utilità di ogni singolo barattolino di crema o medicina stessi scegliendo dal cassetto...

e le nostre valigie sono ancora nello sgabuzzino
e le ferie in teoria sono già cominciate
e io adoro partire subito la prima sera…scappare via, come fuggiaschi, senza controllare di aver preso tutto…tanto domani è un altro giorno e invece siamo ancora qui, con la macchina da caricare, il soggiorno invaso da bagagli confusi a metà tra il trasloco e la fuga e Maxi che per ora dorme ma che domattina cercherà il numero di un bravo professionista. Se avvocato, traslocatore o terapeuta lo scoprirò solo domani.

to be continued.

martedì 8 luglio 2014

Prima e dopo

Prima prima prima prima ci sono i tacchi a spillo, il gloss glitterato, la maglietta corta, una pancia che sembra il tavoliere delle Puglie e un sedere così sodo da sfidare la legge di gravità. C'è il giovedì in discoteca, il sabato al ristorante, il rientro senza orologio, la sveglia quando capita e la domenica fuori porta.

Prima prima prima c'è la passeggiata romantica al chiaro di luna, il tacco alto, il lucidalabbra che non macchia, il sabato con la "cumpa" dal fortunato con la casa libera ("cucino io, sono bravissima a fare i piselli ripieni" e una nonna imprigionata in cucina per trasformare Paris Hilton in Wilma De Angelis).

Prima prima c'è la casa nuova, gli amici a cena, dopocena, dopodopo cena, la spaghettata di mezzanotte, il brunch alle 11, manicaretti a tutte le ore. C'è il letto disfatto, la serata che finisce quando capita e le luci accese a tutte le ore della notte e anche il burro di cacao, tanto ormai mi vede struccata al mattino e mi ama tantissimo.

Prima ci sono le scarpe comode, la maglia attillata, una pancia che sembra un’anguria, enorme, piena, esagerata…un trofeo. C'è un taglio tattico e una manicure ordinata perché io mi prendo cura di me. C'è lo sguardo dell’amore trionfale e la passeggiata somiglia più a una marcia. Non c’è più la luna ma la luce del sole e che sia tanta perchè questo proscenio non me lo leva nessuno.

Poi c'è la sfilata delle truppe imperiali: il vestito dell'estate scorsa è un po’ stretto e la pancia è tonda e molliccia ma questo è un dettaglio perché “ho chiuso la zip” quindi è tutto come prima. C’è una passeggiata che è una via crucis ma ogni sosta dà un brivido di piacere: “è iniziato tutto durante il secondo set della finale di Wibledon,  e ora del Tg avevo finito", "sì, il passeggino è bellissimo, è il migliore sul mercato, ha anche il riscaldamento integrato con presa usb, e uno scalda biberon" "lui dorme 20 ore al giorno, la nostra vita non è cambiata di una virgola, mangia quando dico io e fa la cacca sempre alla stessa ora" “stasera abbiamo gente a cena e io sono bellissima” "ora vado…fra 30 metri incontrerò qualcun altro e gli racconterò tutto daccapo, a questo punto tu mi annoi perchè fra poco mi racconterai la tua storia che a me non interessa."

Poi poi c'è un jeans e una maglietta (la stessa da 3 giorni), c'è la ricrescita "perché 4 ore dal parrucchiere sono una follia", c'è la scarpa comoda solo perchè "sono uscita un attimo." C'è qualche occhiaia che il correttore non corregge, c'è un tono acido che non riesci a contenere. C'è che il passeggino così intelligente è solo ingombrante e pesante, ormai è inverno, il pupo è cresciuto, pesa come un bronzo di Riace e bisogna vestirlo a strati, almeno 7, più quelli del contenitore ma non posso non uscire perchè non mi si fila più nessuno e ho finito la carta igienica e poi "scusa devo correre, deve mangiare, non capisco, ha mangiato un'ora fa e ha di nuovo fame…è così da giorni, piange sempre, sono distrutta, è tutto uno schifo" "no, non salire da me, non metto in ordine da settimane e sono imbruttita, non mi va che tu lo veda perchè a breve mi riprendo e sarà tutto come prima e viaggerò e rimetterò le Jimmy Choo che ho nell'armadio."

Poi poi poi c'è il capo che ti aspetta, il cartellino da timbrare, il nido che chiude la porta, lo sciopero dei mezzi, la tata malata, un codice marrone in ascensore, la pioggia battente, un naso che cola, il tuo naso che cola, la visita dal pediatra alle 4 e la riunione alle 3:30. E tuo marito che ha invitato i colleghi a cena: 3 maschi con figli adolescenti…che quindi non sanno cosa è successo a casa loro e comunque se lo sono dimenticato. Non sei più una novità, qualcun'altra ha una pancia nuova gonfia da portare in trionfo e i tuoi acquisti costosi e intelligenti sono solo costosi e ingombranti e ti ripeti ogni sera come un mantra "che è stato un acquisto intelligente."


Poi poi poi poi hai anche rifatto tutto daccapo ma stavolta con i piedi per terra, hai aspettato che tutto passasse come un temporale estivo e ti ritrovi un paio di esseri pensanti, disordinati, chiacchieroni, polemici, appiccicaticci e perennemente sporchi, accozzati a una gamba e ti domandi come hai fatto ad arrivare fin qui. Qui dove ci sono solo scarpe piatte per correre ovunque ed essere ubiqua, c'è la crema da giorno che fa anche da trucco, ci sono giornate incasinate, una casa in definitivo disordine e una vita complicata. C'è che hai scoperto che le certezze del “prima” si sono sgretolate fino al nuovo zero del “dopo”. C'è che non sai come faresti a vivere in una casa ordinata e silenziosa, come facevi a stare in bilico su quelle scarpe e come potresti fare a sbaciucchiare cozza e cozzetta con quel gloss glitterato che usavi una volta.

giovedì 3 luglio 2014

Stabilimenti

In questi giorni Mini ha stabilito che il 28 febbraio prossimo sposerà la sua giovane tata, con una cerimonia privata in Alaska a cui siamo invitati solo noi di famiglia. Il menù del ricevimento prevede patatine fritte con la maionese e un happy meal per ciascuno (con sorpresa). Come tutti i maschi latini che si rispettano, poche ore dopo la proposta e l’amore profondo gli sposi hanno litigato furiosamente (partendo da uno sgabello blu per arrivare al concetto di comando e comandante…). Mini ha concluso la discussione con un “mi dispiace, ma sono molto arrabbiato con te e ora non ho più tempo di sposarti.”  Perché maschi si nasce e non si diventa

Nella stessa settimana ha chiesto a una ventenne di uscire a cena. Le ha detto che sarebbe passato a prenderla alle 21.50 per portarla a mangiare giapponese, poi al cinema e poi a casa sua per farle vedere i suoi gormiti!

Occorre dire che Mini è fidanzato con Cecilia la quale non vuole che lui le dia i baci sulla bocca (lo sa perchè prima l'ha baciata e poi glielo ha chiesto…ovviamente!) Va anche detto che la suddetta Cecilia, mentre Mini era impegnato con donne decisamente fuori target, ha detto a sua madre che non poteva andare a tavola perchè aspettava Mini per andare fuori a cena. Perchè le "agendine nere" dei maschi si popolano già alla materna. Ultimo ma non per ultimo la mia futura nuora ha dichiarato che "sì, Mini è carino per ora, ma per decidere se potersi fidanzare seriamente vuole prima vedere se rimane carino quando cresce." (sic) Ecco il primo semino della suoceratigre piantato stabilmente nel mio retrocranio.

Ha stabilito che non vuole fare il corso di inglese perché NON sa parlare in inglese, mentre vorrebbe fare un corso di giapponese, perché il giapponese già lo conosce molto bene.

Infine ha dichiarato che d’ora in avanti andrà a letto alle “dieci e mezzo”: "l'ora dei grandi."



Per non essere da meno in questa casa piena di progetti a lungo termine,  Micro ha stabilito che mio papà in realtà è il suo papà e che il suo papà è in realtà il mio, che Mini è mio fratello e che loziobarbuto è il suo…in una allegra e confusionaria riscrittura del suo albero genealogico.

Micro ha annunciato di avere una bambina nella pancia di nome Giulia, che a volte è molto monella e noi dobbiamo sgridarla oppure farle le coccole (va da sè che quando la bambina-della-pancia fa la monella, a breve c' un "codice marrone" da gestire).

Ha detto che si era dimenticata di ricordarsi che Mini fosse suo fratello e che si doveva ricordare di dirlo anche a lui.


Io e Maxi abbiamo deciso di non decidere più niente perchè i nostri figli decidono già abbastanza.

lunedì 23 giugno 2014

Nonne scribacchine e mamme impiccione

Una cara amica della nonnamenomalechec'è - un'anziana signora triestina con un'energia degna della bora che sventola dalle sue parti - ha la simpatica abitudine di scrivere missive a Mini in nome e per conto di sua nipote (nella straordinaria convinzione che i due si sposeranno e le loro famiglie si uniranno finalmente, dopo 50 anni di amicizia e una gioventù di marachelle). L'ultima volta ho preso anche io carta e penna e le ho risposto. Ho ritrovato ieri gli appunti della missiva e ho deciso di rendere pubblico il folle carteggio:



Mio adorato Mini,
non mi sono dimenticata...come potrei..solo che mi arrivo sempre all'ultimo momento (atteggiamento ereditato dalla mia nonnina!) E’ l'unico difetto che ho, dovrai abituarti! Ma te ne prego, perdonami!
Sei ancora nel vortice della tua festa di compleanno? Senza di me...
Ti mando una foto della mia festa di compleanno...come puoi vedere dal mio sguardo triste ti sto disperatamente cercando...ma tu non ci sei...oddio sta scoccando mezzanotte e rischio di essere fuori tempo!
Ti auguro il più tenero buon compleanno, e..buonanotte
Tua per sempre MaVi

                                                ########################## 

Adorata mia,
anche tu penserai che io mi sia dimenticato di te…e invece no! Ci ho messo 8 anni per venire al mondo proprio per questo: avevo sempre altro da fare e anche oggi che sono qui…ho sempre altro da fare che non sia quello che SI DEVE fare. In questo caso, trovare il tempo da dedicare a te.

La mia mamma mi ama lo stesso ma passa le giornate a inseguirmi per dirmi che devo fare questo e quello ma io adoro procrastinare qualsiasi cosa.
In realtà – luce dei miei occhi – la mia mamma brontola e protesta ma non è che lei sia un campione di puntualità. Ci avrà messo giorni per dirmi della tua e quindi…non si può poi lamentare del mio ritardo…io le somiglio più di quanto lei non voglia ammettere con se stessa. In fondo la mela non cade lontana dall’albero…su dai ammettiamolo!

Il mio compleanno l’ho passato facendo i complimenti alla mamma per le magnifiche torte che mi ha fatto fare. E’ diventata fanatica, non ti dico…se avesse speso quei soldi per farmi altri regali, lo avrei preferito…invece: “grazie mamma per le bellissime torte”…”wow che belle torte”. Una stufita unica!!
Per fortuna mi hanno regalato il tempio dei gormiti e una bicicletta nuova…

Ho tanta voglia di vederti, chissà se i miei riescono a organizzare ancora una trasferta come l’altra volta. Sarebbe bello. Qui abbiamo passato svariate avventure, credo che alla mia nonna farebbe bene rivedere la tua (certo però le due vecchie potrebbero anche chiamarsi con skype…sono proprio antiche!!!)

Tua nonna legge sempre quella cosa che scrive la mia mamma? Il blog, come si chiama lui…. La mamma ne parla sempre. Non sto a dirti che imbarazzo, per fortuna non so leggere perché mi raccontano che scrive tutti i fatti miei….mi hanno detto che racconta tutte racconta tutte le cose che dico…che vergognaaaa!

Ti mando una mia foto recente…aaahhh e anche una di mia sorella. E’ una rompiscatole ma ormai mi ci sono affezionato…
Per il momento è tutto.
Ti copro di baci (mia mamma dice che sono un pomicione, perché mi piacciono i baci) e spero davvero di vederti presto, quando tutte queste donne anziane che governano le nostre vite si decideranno a farci incontrare
A prestissimo mia adorata
Tuo
Mini

PS: sì, ho perso i denti e ho messo gli occhiali….ma ti giuro che c’è ancora del fascino in me….spero!

giovedì 19 giugno 2014

Post in ritardo. Di risarcimenti o di danni

Quando Maxi è fuori combattimento è un problema. Quando è operativo è inutile ma quando è fuori combattimento mi rendo conto che…anche lui serve a qualcosa. I nanidagiardino di CasaMaxi richiedono una strettissima marcatura a uomo, meglio se raddoppiata 2 a 1; la difesa a zona, con loro,  non è sufficiente, occorre un pressing offensivo costante. Per questo essere in minoranza è una partita persa, è il via libera all'inquinamento fisico e acustico.

La settimana scorsa Maxi è stato molto, ma molto ma molto fuori combattimento. Sembrava un nonnulla e invece…una tragedia! Lui colpito e affondato e io nel mezzo del campionato del mondo di capricci. Dopo 4 giorni di reclusione, agonia ed eccessiva vicinanza ai bambini, Maxi era più stremato che guarito. Sabato pomeriggio ha detto STOP, ha espresso la prima opinione lucida della settimana ringhiando: “SCAPPIAMO” e si è rialzato come la fenice dalle sue ceneri.


Ha deciso di vendicare il tempo perduto, la sua salute minata. Ha chiamato un fido compagno con cui ha concertato un piano di fuga, ha legato i nanidagiardino alla porta di casa dei nonni (e dopo aver suonato il campanello è scappato correndo…prima che adducessero impegni inesistenti) e, come il cavaliere che libera la dama dal drago sputafuoco, ha trascinato la sua ex-bellissima ex-principessa per un braccio, ha acceso il potente bolide e ha sgommato per uscire dal cancello come fosse la partenza di Montecarlo. Nel frattempo il fido compagno ha sottratto i suoi minori dalla custodia della mamma, li ha abbandonati sul pianerottolo dei nonni (con relativo fugone per non essere fermato dagli anziani) ha recuperato la sua ancora bellissima ex-principessa e ha atteso davanti al portone.


Maxi ha inchiodato, il fido compagno ha siringato la sua bella nel posto passeggero e ha cercato di entrare in macchina come Bo e Luke sul Generale Lee. Quando il panzone da cumenda quarantenne si è incastrato nel finestrino…ha aperto la portiera e si è seduto dignitosamente come si conviene nella vita 2.0.

E WWWRRROOOOMMMMM

E’ iniziata così la fuga dei Bernici. Inaspettata, imprevista, estemporanea…d’altri tempi. Maxi aveva bisogno di aria e di vita e il suo socio non se l’è fatto ripetere: “il mio amico ha bisogno di cambiare aria” ha detto alla moglie. L'amico si vede al momento del bisogno, e se il "bisogno" è una fuga romantica senza nanidagiardino…secondo voi un amico maschio medio 2.0 cosa risponde?

Il tempo è stato nemico ma la fuga è stata molto amica. Molto. Molto. Molto. Maxi ha passeggiato sul lungomare pianificando con il suo socio il salvataggio dell’intero sistema paese. Lui ha fatto il primo bagno del 2014: tramonto, pioggerella e mutande…cosa vuoi di più dalla vita? Io e lei abbiamo giocato con vestiti e scarpe, senza controllare che ai manichini fosse staccata una mano, senza staccare nessuno incollato alla vetrina (da cui bisogna allontanarsi in fretta perché i bambini adorano lasciare impronte di gelatoterrapennarellosugo). Abbiamo cenato vestiti con l’abito della domenica che nessuno ha macchiato o schizzato. Abbiamo mangiato chiacchierando con le voci basse, parlando tra di noi e finendo ogni frase in italiano e non in Codice Morse (linguaggio tipico della vita 2.0). Abbiamo guardato la partita sul lettone, come 4 studenti in gita scolastica, dormito senza accompagnare nessuno a fare la pipì e fatto colazione in silenzio leggendo il giornale.

A metà mattina io e lei abbiamo cominciato a raccontarci aneddoti di “l’altro giorno la piccola mi ha detto…” Il segnale che la ratio della fuga giungeva al termine.

In verità abbiamo avuto difficoltà a parlare con i nonni e l’immagine di loro chiusi fuori dalla porta mentre i piccoli trangugiavano birra guardando le partite….si stava facendo largo nelle nostre menti fresche e ossigenate e…siamo ripartiti! Tra l’altro è opportuno che i nonni non raggiungano MAI la quota di sopportazione per non pregiudicare ulteriori richieste.

E’ stato breve, intenso, piovoso, costoso e….necessario per ripristinare ruoli, affetti e dignità. E se deve essere fuga…che sia ma con i Bernici…non c’è peso che una risata e un brindisi non possano alleggerire.

Nota a piè di pagina: l’ossigeno che si recupera in una fuga di 24 ore è la quantità necessaria per avere voglia di rivedere i bambini, entrare in casa pieni d’amore, riconoscersi nei loro occhi e…ricominciare a urlare. Ma con una voce cristallina e nuova che 24 ore prima non c’era più!

lunedì 9 giugno 2014

Mamma o MAAAMMMAAAAA?

I bambini – autoreferenziati per definizione – hanno un particolare talento (che per chi ne è oggetto è una particolare sventura): una gestione del tempo assolutamente impermeabile a ciò che succede attorno a loro! Questo crea impasse complicate e incanta la conversazione, come in un disco rotto, a una lunga lista di "no" inevitabili, domande ripetute in loop senza fine fino a un crescendo di strilli, litigate, pianti e…castighi.
Perché al momento dell’assemblaggio ai bambini non viene montata l’attesa? Le mamme li aspettano con pazienza, ricamando cuffiette…perché la loro esistenza è un rullo “tutto, adesso e subito”?
C'è un aggiornamento scaricabile on-line da aggiungere a posteriori?

Quando sono tranquilli e la conversazione scorre fluida, i bambini sono una compagnia meravigliosa: sono divertenti, hanno senso dell’umorismo, capacità di giudizio diretta e senza filtro…sono spassose le loro osservazioni sulle cose e le persone…perché poco dopo si impegnano così tanto a distruggere questa idilliaca immagine?

La relazione mamma-figlio funziona come il pupazzo di Ken degli anni ’80, quello a cui cambiavi la faccia girandogli il braccio. Le mamme guardano i loro figli con amore, con orgoglio, con quel sorrisetto ebete riservato solo ai propri bambini. Poi loro le toccano il braccio e il volto si trasfigura, diventa brutto come la strega cattiva delle favole con gli occhi di fuoco per incenerire, il ghigno satanico e la voce bassa e roca.

Piccoli esempi quotidiani posso essere:

In bagno: “Mammaaa, Micro si sta colorando la maglietta con quella matita che hai nell'astuccio di Hello Kitty nella tua borsa?” (la borsa era chiusa e la "matita" era il contorno labbra di Chanel ovviamente) 

In macchina: “MamMMaaAA, mi raccogli la macchinina, mi dai un fazzoletto, ho fame, ho sete, voglio gli occhiali, mi dà fastidio il sole, cambi la canzone, alzi il volume, siamo arrivati?!”

In cucina con acqua che bolle, olio che frigge e sugo che schizza, tutti e due attaccati ai pantaloni: “Mi fai vedere?” “Ti aiuto io, prendo la sedia” “Anche io voglio vedere, mi prendi in braccio?”

Di notte: “Mamma, maammmaa, MAMMAAA….ho sete” (N.d.t. c’è dell’acqua su entrambi i comodini ma loro preferiscono l'urlo di Tarzan dal loro letto o venire a piedi a svegliare me)

A tavola, con il cucchiaio pieno di minestrone bollente, tirando la manica della camicia e picchiettando il braccio per essere sicuri di essere stati notati: “Mamma, mi cambi cartone”, “Mamma, mi cambi il patello, ho fatto la cacca”…e una volta sul fasciatoio: “Mamma mi prendi la bambola, mi prendi la bambola, mi prendiii la baaambolaaa, voglioooo la MMIIAAA bambbbolaaaa adesssooo” (durante un codice marrone…mooolto marrone!)

Al telefono: “mamma, mamma, mamma…senti…mamma, mamma…senti…ti devo dire una cosa”
“Sono al telefono, aspetta un momento”
“mamma, mamma, mamma….senti” “DIMMI” (con santa pazienza di chi è dall’altra parte) “eehhhmmm…ti volevo dire che…eehhmm se dopo posso vedere i cartoni)

Alla cassa del supermercato: “mamma, mamma, posso mangiare i bastoncini di pesce ADESSO?” “mamma...Micro sta aprendo i piselli surgelati” “mamma, io però volevo comprare tutte le patatine, non volevo le banane”


Una donna aspetta una vita il giorno in cui terrà il suo bambino tra le braccia, il giorno in cui lui la chiamerà “mamma”; in breve scopre che lui urla “MAAAMMMAAAA” circa uno zilione di volte al minuto e in men che non si dica inizia l’attesa perché la smetta di chiamarla e si scolli dalle sue braccia.