Sono nostalgica. E' uno dei miei peggiori difetti. O un segnale
di precoce senilità?
Il gusto dolce amaro della nostalgia mi fa vagheggiare nel
continuum spaziotemporale e la “rete” moderna non ferma la folle corsa.
Ieri se volevi truccarti c’era Diego della Palma, un oracolo.
Oggi c’è la routine koreana e una MUA in ogni cantone. Una volta in bagno avevo
due creme: giorno e notte. Oggi ho dovuto montare una mensola aggiuntiva e
forse me ne servirà un’altra per prodotti che mi ridaranno i vent’anni. L’ha
detto iomitruccoperchèmiamo.com.
Ieri se volevi cucinare c’era Wilma de Angelis che dalle
frequenze di TeleMontecarlo raccontava passo passo come preparare le penne
panna-e-piselli. Ho scritto milioni di parole sotto dettatura. Oggi ogni 3
minuti ho accesso ad un video che in 3 minuti in time lapse, con la musica degli
AC/DC, racconta per immagini sincopate ricette complicatissime, vere ere d’arte.
Ma non so cosa cucinare stasera.
Ieri i cartoni animati erano la proiezione del futuro. Volevo
diventare dolce come Candy, atletica come Mimì, forte come Oscar, curvy come
Venusia, allegra come Heidi e avere un cane simpatico come Spank! Più da grande
pensavo che la casalinga media era organizzata come Samantha, che una mamma in
carriera era rilassata come Claire Robinson. In realtà sono cresciuta
spanata come nonna Abelarda, ingenua come Pollyanna e con l’autostima di
Calimero. Devo aver fatto confusione da qualche parte!
Oggi gli eroi di Mini e Micro oscillano tra femmine con uno
standing di dubbia reputazione ma rigorosamente politically correct e maschi con
i capelli immobili e totalmente decerebrati. E se è pur vero che noi siamo
cresciuti tormentati dai dubbi gender-esistenziali di Oscar, dai traumi di
Candy la parìa, da un cane che camminava a due zampe e da un padre ologramma...è
anche vero che ci venivano somministrati in dosi omeopatiche: 1 puntata a
settimana, 20 minuti ogni giorno. Non potevano fare grandi danni. Oggi durano
20 secondi, non hanno capo nè coda e c’è uno zilione di canali che ne trasmette
zilioni 24/7.
Ieri avevo delle certezze granitiche incastonate tra la
libreria della cameretta e il mobile della tv - custodito da un cerbero
assoldato da papà e mamma che lo accendeva per 20 minuti al giorno a sua
indiscutibile discrezione. Oggi quelle certezze le ho perse tutte difronte al
google di tutorial (“istruzioni” non si dice più), alle blogger che tutto
sanno, tutto fanno e sono sempre perfette "in every way" come, di più
e peggio di Mary Poppins. E’ frustrante.
Il sovraccarico di informazioni e istruzioni uguali e
contrarie è come una degustazione di prosecco: la sbronza è dietro l’angolo. Tutto
condito dal modernissimo principio del “fatto come una volta”. Uffa, allora rivoglio
Diego e Wilma e Candy e l’Olandesina e non una cavalcata di giovani Valchirie
super sapute.
In rete si trovano tutorial e conundrum (dubbi e domande è un concetto arcaico) per rifare il
letto con l'hospital corner (angolo
rincalzato fa contadino); per scegliere in quale dito mettere quale anello perchè
il mondo colga un messaggio; per saltare con l'elastico, per cuocere un uovo
sodo.
Muoversi in rete è come toccare una lama: è brivido e vertigine,
piacere e pericolo. La rete consegna certezze (e dubbi che poi risolve e poi
ricomplica e poi risolve ancora), ha tutte le risposte, è conoscenza
illimitata, è LIBERTA'. E’ libertà?