mercoledì 15 marzo 2017

di dubbi e certezze e libertà

Sono nostalgica. E' uno dei miei peggiori difetti. O un segnale di precoce senilità? 

Il gusto dolce amaro della nostalgia mi fa vagheggiare nel continuum spaziotemporale e la “rete” moderna non ferma la folle corsa.

Ieri se volevi truccarti c’era Diego della Palma, un oracolo. Oggi c’è la routine koreana e una MUA in ogni cantone. Una volta in bagno avevo due creme: giorno e notte. Oggi ho dovuto montare una mensola aggiuntiva e forse me ne servirà un’altra per prodotti che mi ridaranno i vent’anni. L’ha detto iomitruccoperchèmiamo.com

Ieri se volevi cucinare c’era Wilma de Angelis che dalle frequenze di TeleMontecarlo raccontava passo passo come preparare le penne panna-e-piselli. Ho scritto milioni di parole sotto dettatura. Oggi ogni 3 minuti ho accesso ad un video che in 3 minuti in time lapse, con la musica degli AC/DC, racconta per immagini sincopate ricette complicatissime, vere ere d’arte. Ma non so cosa cucinare stasera.

Ieri i cartoni animati erano la proiezione del futuro. Volevo diventare dolce come Candy, atletica come Mimì, forte come Oscar, curvy come Venusia, allegra come Heidi e avere un cane simpatico come Spank! Più da grande pensavo che la casalinga media era organizzata come Samantha, che una mamma in carriera era rilassata come Claire Robinson. In realtà sono cresciuta spanata come nonna Abelarda, ingenua come Pollyanna e con l’autostima di Calimero. Devo aver fatto confusione da qualche parte!

Oggi gli eroi di Mini e Micro oscillano tra femmine con uno standing di dubbia reputazione ma rigorosamente politically correct e maschi con i capelli immobili e totalmente decerebrati. E se è pur vero che noi siamo cresciuti tormentati dai dubbi gender-esistenziali di Oscar, dai traumi di Candy la parìa, da un cane che camminava a due zampe e da un padre ologramma...è anche vero che ci venivano somministrati in dosi omeopatiche: 1 puntata a settimana, 20 minuti ogni giorno. Non potevano fare grandi danni. Oggi durano 20 secondi, non hanno capo nè coda e c’è uno zilione di canali che ne trasmette zilioni 24/7.

Ieri avevo delle certezze granitiche incastonate tra la libreria della cameretta e il mobile della tv - custodito da un cerbero assoldato da papà e mamma che lo accendeva per 20 minuti al giorno a sua indiscutibile discrezione. Oggi quelle certezze le ho perse tutte difronte al google di tutorial (“istruzioni” non si dice più), alle blogger che tutto sanno, tutto fanno e sono sempre perfette "in every way" come, di più e peggio di Mary Poppins. E’ frustrante.

Il sovraccarico di informazioni e istruzioni uguali e contrarie è come una degustazione di prosecco: la sbronza è dietro l’angolo. Tutto condito dal modernissimo principio del “fatto come una volta”. Uffa, allora rivoglio Diego e Wilma e Candy e l’Olandesina e non una cavalcata di giovani Valchirie super sapute.

In rete si trovano tutorial e conundrum (dubbi e domande è un concetto arcaico) per rifare il letto con l'hospital corner (angolo rincalzato fa contadino); per scegliere in quale dito mettere quale anello perchè il mondo colga un messaggio; per saltare con l'elastico, per cuocere un uovo sodo.
Muoversi in rete è come toccare una lama: è brivido e vertigine, piacere e pericolo. La rete consegna certezze (e dubbi che poi risolve e poi ricomplica e poi risolve ancora), ha tutte le risposte, è conoscenza illimitata, è LIBERTA'. E’ libertà?