per chi se la fosse persa, qui la puntata precedente
Comunque...il tarlo, la nota stonata, il gesso sulla lavagna non è la privazione della libertà ma la privazione della proprietà!
Da queste parti la proprietà privata è sacra. Era sacra. Sarebbe sacra. Mi piacerebbe fosse ancora sacra. Lo so, sono una brutta persona
chiedo il permesso della corte di difendermi:
Un tempo avevo un cellulare mio e solo mio, il cui codice era
mio e lo conoscevo solo io (nemmeno Maxi). Era la mia “stanza privata”, la mia
vita, le mie amiche, il mio lavoro, i miei ricordi, i miei pensieri e sia
annotato che il punto non è che non posso condividerli ma che NON VOGLIO. Non volevo. Non vorrei.
Avevo un pc che tecnicamente non è nemmeno mio, avevo luoghi in casa,
oggetti, momenti miei. Poi la notte più nera della storia moderna mi ha chiuso in casa con altri 3 cristiani che prima vedevo solo qualche ora al giorno e invece da settimane siamo tutti insieme appassionatamente 24 ore al giorno. Io e Maxi preoccupati e destabilizzati abbiamo perso i primi pochi secondi dello sbarco al lockdown e ci hanno accerchiati e sconfitti. Mini e Micro invece non hanno
battuto ciglio. Si sono velocemente espansi come due piccoli blob, hanno preso possesso di
tutte le cose visibili e invisibili (cit.) in cui credevo. Due piccoli Rambo mimetizzati con il divano, con una fascia in testa e la faccia nerofumo, hanno dato l’assalto senza
se e senza MA a tutto ciò che ci appartiene e che gli era proibito. Si muovono
senza fare rumore, come tartarughe ninja, appaiono e scompaiono e hanno sempre
qualcosa in mano.
Il cellulare si è difeso per qualche giorno, ha resistito poi ha dovuto esporre il suo contenuto a quei piccoli occhi curiosi, quelle piccole mani indelicate. Hanno il mio PIN! Me lo hanno estorto agitando un cucchiaio pieno di
nutella sopra il tappeto mentre ero in bilico su una scala con un pensante
scatolone in mano. Maxi, che è siciliano e omertoso per definizione, capace di nascondere segreti di stato senza battere ciglio ha perso la sua personale battaglia, la sua privacy è stata scoperchiata in una manciata di giorni, il suo PIN ricostruito calcolando i movimenti
delle dita spiate nei momenti più delicati delle nostre giornate incollati uno all'altro. Accendono, scorrono, leggono messaggi, governano chiamate, giocano
a carte con gli amici, prenotano acquisti.
Avevamo account Whatsapp separati e riservati che ora sono trasmessi in mondovisione sugli schermi dei pc per semplificare la gestione scolastica così che le discutibili vignette o informazioni che arrivano a pioggia in questi
giorni fanno ridere o piangere prima loro!
Mini e Micro vivono (o vivevano) in quell'ultimo
miglio della vita in cui la “rete” deve (doveva) essere inaccessibile perché è
il Male, il cellulare il Male, internet il Male.
Oggi la rete è inaccessibile a noi!
Pigiano, cliccano, leggono tutto ciò che passa anche sui pc che - ribadisco - tecnicamente non sono nemmeno nostri e noi li gestiamo con i guanti bianchi e gratitudine quotidiana ma “c’è la piattaforma, dobbiamo
studiare, c'è la video, c'è il modulo” – maledetti, non è vero. Il video dell’Abruzzo durava 3 minuti, nella cronologia c'è la ricetta per lo slime! La loro capacità negoziale è irritante.
E io che avevo protetto le spalle della sedia da incursioni
video…pivella!
In questa lunga domenica in casa tutti sono dappertutto (tranne davanti alla
lavatrice quando finisce). Ho provato a chiudermi nello sgabuzzino ma ci ho
trovato Maxi che con sguardo assassino ha richiuso la porta. Al buio!
Abbiamo perso anche il tempo privato, quello che - dato non sono più piccini - pensavamo di aver recuperato. Errore…lui deve chiedere il permesso di fare qualcosa (trad. comunica che la farà, si dichiara aperto al no ma non è il momento per discutere…EVIDENTEMENTE); lei vuole sapere se può cenare a testa in giù, se può guardare 12 ore di tv, se possono chiamare, videochiamare, zoomare, organizzare video party, video pranzi!
Abbiamo perso anche il tempo privato, quello che - dato non sono più piccini - pensavamo di aver recuperato. Errore…lui deve chiedere il permesso di fare qualcosa (trad. comunica che la farà, si dichiara aperto al no ma non è il momento per discutere…EVIDENTEMENTE); lei vuole sapere se può cenare a testa in giù, se può guardare 12 ore di tv, se possono chiamare, videochiamare, zoomare, organizzare video party, video pranzi!
Persino la lista di film e serie tv è stata sostituita dalla
LORO: “dai raga (a chi?) siamo tutti insieme, guardiamo insieme un film, tutti insieme sul
divano, siamo una famiglia” (usare la leva della "famiglia sul divano" è un colpo bassissimo...negoziatori maledetti!)
Lavorano per distrazione, abilissimi oratori pronunciano una
raffica di parole brevi e concitate e confondono l’avversario: parlano parlano
parlano parlano e fanno perdere il filo, rigorosamente quando siamo separati e impegnati e fragili, impugnando senza criterio qualcosa di nostro, creando un semplice effetto
ansia (o crimine). Adorano il momento della riunione-video fiume con il capo che chiede conto
e ragione di qualcosa, per cui il tempo di reazione è inesistente, non ci sono sinapsi a disposizione ed è lì che tutto è perduto.
siamo come Toro Seduto sconfitto davanti ai cowboy invasori.
Però
Io rimango vigile, sono addestrata alla resistenza e ho trovato una falla nel loro
perverso piano di invasione: la notte. Quando scrivo è la 1.40 del mattino…da sola
con il mio pic, il mio telefono, la mia musica, i miei auricolari. Scrivo, leggo,
penso, lavoro.
Sì ho sonno ma il sapore della libertà (anche in isolamento)
è troppo dolce per rinunciare dormendo.