venerdì 24 aprile 2020

Convivenza e isolamento - Parte 2


per chi se la fosse persa, qui la puntata precedente


Comunque...il tarlo, la nota stonata, il gesso sulla lavagna non è la privazione della libertà ma la privazione della proprietà!

Da queste parti la proprietà privata è sacra. Era sacra. Sarebbe sacra. Mi piacerebbe fosse ancora sacra. Lo so, sono una brutta persona

chiedo il permesso della corte di difendermi:

Un tempo avevo un cellulare mio e solo mio, il cui codice era mio e lo conoscevo solo io (nemmeno Maxi). Era la mia “stanza privata”, la mia vita, le mie amiche, il mio lavoro, i miei ricordi, i miei pensieri e sia annotato che il punto non è che non posso condividerli ma che NON VOGLIO. Non volevo. Non vorrei.

Avevo un pc che tecnicamente non è nemmeno mio, avevo luoghi in casa, oggetti, momenti miei. Poi la notte più nera della storia moderna mi ha chiuso in casa con altri 3 cristiani che prima vedevo solo qualche ora al giorno e invece da settimane siamo tutti insieme appassionatamente 24 ore al giorno. Io e Maxi preoccupati e destabilizzati abbiamo perso i primi pochi secondi dello sbarco al lockdown e ci hanno accerchiati e sconfitti. Mini e Micro invece non hanno battuto ciglio. Si sono velocemente espansi come due piccoli blob, hanno preso possesso di tutte le cose visibili e invisibili (cit.) in cui credevo. Due piccoli Rambo mimetizzati con il divano, con una fascia in testa e la faccia nerofumo, hanno dato l’assalto senza se e senza MA a tutto ciò che ci appartiene e che gli era proibito. Si muovono senza fare rumore, come tartarughe ninja, appaiono e scompaiono e hanno sempre qualcosa in mano.

Il cellulare si è difeso per qualche giorno, ha resistito poi ha dovuto esporre il suo contenuto a quei piccoli occhi curiosi, quelle piccole mani indelicate. Hanno il mio PIN! Me lo hanno estorto agitando un cucchiaio pieno di nutella sopra il tappeto mentre ero in bilico su una scala con un pensante scatolone in mano. Maxi, che è siciliano e omertoso per definizione, capace di nascondere segreti di stato senza battere ciglio ha perso la sua personale battaglia, la sua privacy è stata scoperchiata in una manciata di giorni, il suo PIN ricostruito calcolando i movimenti delle dita spiate nei momenti più delicati delle nostre giornate incollati uno all'altro. Accendono, scorrono, leggono messaggi, governano chiamate, giocano a carte con gli amici, prenotano acquisti. 

Avevamo account Whatsapp separati e riservati che ora sono trasmessi in mondovisione sugli schermi dei pc per semplificare la gestione scolastica così che le discutibili vignette o informazioni che arrivano a pioggia in questi giorni fanno ridere o piangere prima loro!

Mini e Micro vivono (o vivevano) in quell'ultimo miglio della vita in cui la “rete” deve (doveva) essere inaccessibile perché è il Male, il cellulare il Male, internet il Male.
Oggi la rete è inaccessibile a noi!

Pigiano, cliccano, leggono tutto ciò che passa anche sui pc che - ribadisco - tecnicamente non sono nemmeno nostri e noi li gestiamo con i guanti bianchi e gratitudine quotidiana ma “c’è la piattaforma, dobbiamo studiare, c'è la video, c'è il modulo” – maledetti, non è vero. Il video dell’Abruzzo durava 3 minuti, nella cronologia c'è la ricetta per lo slime!  La loro capacità negoziale è irritante.

E io che avevo protetto le spalle della sedia da incursioni video…pivella!

In questa lunga domenica in casa tutti sono dappertutto (tranne davanti alla lavatrice quando finisce). Ho provato a chiudermi nello sgabuzzino ma ci ho trovato Maxi che con sguardo assassino ha richiuso la porta. Al buio!

Abbiamo perso anche il tempo privato, quello che - dato non sono più piccini - pensavamo di aver recuperato. Errore…lui deve chiedere il permesso di fare qualcosa (trad. comunica che la farà, si dichiara aperto al no ma non è il momento per discutere…EVIDENTEMENTE); lei vuole sapere se può cenare a testa in giù, se può guardare 12 ore di tv, se possono chiamare, videochiamare, zoomare, organizzare video party, video pranzi!

Persino la lista di film e serie tv è stata sostituita dalla LORO: “dai raga (a chi?) siamo tutti insieme, guardiamo insieme un film, tutti insieme sul divano, siamo una famiglia” (usare la leva della "famiglia sul divano" è un colpo bassissimo...negoziatori maledetti!)

Lavorano per distrazione, abilissimi oratori pronunciano una raffica di parole brevi e concitate e confondono l’avversario: parlano parlano parlano parlano e fanno perdere il filo, rigorosamente quando siamo separati e impegnati e fragili, impugnando senza criterio qualcosa di nostro, creando un semplice effetto ansia (o crimine). Adorano il momento della riunione-video fiume con il capo che chiede conto e ragione di qualcosa, per cui il tempo di reazione è inesistente, non ci sono sinapsi a disposizione ed è lì che tutto è perduto.

siamo come Toro Seduto sconfitto davanti ai cowboy invasori.

Però

Io rimango vigile, sono addestrata alla resistenza e ho trovato una falla nel loro perverso piano di invasione: la notte. Quando scrivo è la 1.40 del mattino…da sola con il mio pic, il mio telefono, la mia musica, i miei auricolari. Scrivo, leggo, penso, lavoro.

Sì ho sonno ma il sapore della libertà (anche in isolamento) è troppo dolce per rinunciare dormendo.

giovedì 23 aprile 2020

Isolamento e convivenza - Parte 1


Siamo all’alba di un nuovo millennio, “questo è il giorno che verrà” come canta il mio amato Gringoire. Oggi più che mai ha senso domandarsi se “mille e non più mille” ma su questo è già stato detto tutto così come di casa, famiglia, convivenza, ricrescita, scuola. In queste settimane che somigliano molto alle “mie prigioni” ho fatto la medusa: mi sono lasciata trasportare dal contagio emotivo che ha impregnato qualsiasi attività casalinga:

Ho provato a fare il pane e alla terza produzione di masselli autobloccanti ho chiamato una panetteria e mi sono fatta consegnare dell’ottimo pane fresco, lievitato e cotto più che perfettamente. Io e il lievito non siamo amici, ci abbiamo provato…è andata così. E alla fine gniente qui lievito solo io perché non si fa altro che mangiare, parlare di mangiare e tacere. E tacere fa lievitare più dei carboidrati.

Ho acceso e spento il Bimby in modo convulso. Poi lui mi ha detto: “tesoro, restiamo reciproca eccezione come al solito e ci ameremo per sempre.” Saggio. L'ho spento e ho cambiato mira.

Ho modificato armadi e cassetti a giorni alterni con alterni risultati: comodo ma non bello, bello ma non comodo, carino, instagrammabile, molto hashtag konmarimethod, ho fatto foto a raffica per poi decretare che sarà figo ma il Giappone è lontano e che lo ziaGina method è numero 1. Aveva 8 figli e 3 armadi in un bilocale. Insegnava i fondamentali: non bello ma funzionale.

Quanto a sport ho consolidato la mia nota granitica renitenza al movimento aerobico. Mentre faccio il letto penso a Jane Fonda e tanto mi basta.

Poi ah certo i video aperitivi…la verità? passo il tempo a guardare me stessa nella telecamera cercando l’inquadratura migliore per sembrare magra, giovane, liscia e senza ricrescita oppure guardo dietro a chiunque: il divano starebbe meglio girato al contrario, chissà chi sono quei due nella foto sullo scaffale…e perdo pezzi. Che poi non è che ho più tanto da dire.

Poi vabbè…il video lavoro: “ci siete? dove siete? quanti siete?” Nelle lezioni dei bambini è tutto un “accendete il microfono a casa di Ginetta, spegnete la telecamera in casa di Tonino”. A metà tra la dogana che intrappola Massimo Troisi nel 1400 (“quasi ‘500” cit.) e le nomination del Grande Fratello. Le nostre sessioni video invece sono un caleidoscopio di incroci: il capo, il capo e una collega, il capo e due colleghi…in svariate declinazioni in cui il capo è pivot ma poi la parte più interessante è parlare del capo senza il capo. Già perché arriva per primo e per primo se ne va! Ore e ore incollati al pc con la telecamera sempre accesa saldamente e strategicamente puntata verso una libreria che sembra (ma non è) pulita, ordinata e dignitosa. Nessuno al mondo dovrà mai vedere l’Apocalisse dietro la lucina verde! L’inquadratura è stata congelata tipo telegiornale, la sedia ancorata alla libreria per evitare l’effetto intruso alle spalle e la famiglia minacciata delle peggiori ritorsioni alla più piccola modifica. Chiunque si sieda “alla postazione video” vende un’immagine editoriale patinata della nostra quarantena, lasciando il resto alla fantasia di chi guarda: lo stendino che ormai è parte dell’arredamento, il tavolo da pranzo trasformato in tavola da lavoro coperto dai 243 milioni di accessori necessari a ciascuno di noi per non muoversi per ore: cancelleria varia, tazze, bicchieri, temperini, strati geologici di qualsiasi cosa.

CHE NESSUNO VEDRÀ MAI!

La versione ufficiale è che va tutto bene, trucco e parrucco in caso di video, casa in ordine, orari rispettati. La versione ufficiosa è che il trucco e parrucco è lo stesso da tre giorni perchè non mi strucco neanche, che sotto la scrivania sono in pigiama e calzettoni, che la casa è in uno stato pietoso, che pranzo alle 4 e ceno se ceno e che la prima cosa che farò quando si tornerà alla normalità sarà dare l'aumento alla signora che mi aiuta in casa. Penso a lei con la stessa struggente malinconia con cui penso al mio ex di cui non ho più notizie.



[to be continued…]