Siamo all’alba di un nuovo millennio, “questo è il giorno
che verrà” come canta il mio amato Gringoire. Oggi più che mai ha senso domandarsi
se “mille e non più mille” ma su questo è già stato detto tutto così come di casa,
famiglia, convivenza, ricrescita, scuola. In queste settimane che somigliano
molto alle “mie prigioni” ho fatto la medusa: mi sono lasciata trasportare dal
contagio emotivo che ha impregnato qualsiasi attività casalinga:
Ho provato a fare il pane e alla terza produzione di
masselli autobloccanti ho chiamato una panetteria e mi sono fatta consegnare
dell’ottimo pane fresco, lievitato e cotto più che perfettamente. Io e il
lievito non siamo amici, ci abbiamo provato…è andata così. E alla fine gniente
qui lievito solo io perché non si fa altro che mangiare, parlare di mangiare e tacere. E tacere fa lievitare più dei carboidrati.
Ho acceso e spento il Bimby in modo convulso. Poi lui mi ha
detto: “tesoro, restiamo reciproca eccezione come al solito e ci ameremo per
sempre.” Saggio. L'ho spento e ho cambiato mira.
Ho modificato armadi e cassetti a
giorni alterni con alterni risultati: comodo ma non bello, bello ma non comodo,
carino, instagrammabile, molto hashtag konmarimethod, ho fatto foto a raffica per poi
decretare che sarà figo ma il Giappone è lontano e che lo ziaGina method è numero 1. Aveva 8 figli e 3 armadi in un bilocale. Insegnava i fondamentali:
non bello ma funzionale.
Quanto a sport ho consolidato la mia nota granitica
renitenza al movimento aerobico. Mentre faccio il letto penso a Jane Fonda e
tanto mi basta.
Poi ah certo i video aperitivi…la verità? passo il tempo a
guardare me stessa nella telecamera cercando l’inquadratura migliore per
sembrare magra, giovane, liscia e senza ricrescita oppure guardo dietro a
chiunque: il divano starebbe meglio girato al contrario, chissà chi sono quei
due nella foto sullo scaffale…e perdo pezzi. Che poi non è che ho più tanto da
dire.
Poi vabbè…il video lavoro: “ci siete? dove siete? quanti
siete?” Nelle lezioni dei bambini è tutto un “accendete il microfono a casa di
Ginetta, spegnete la telecamera in casa di Tonino”. A metà tra la dogana che
intrappola Massimo Troisi nel 1400 (“quasi ‘500” cit.) e le nomination del
Grande Fratello. Le nostre sessioni video invece sono un caleidoscopio di incroci:
il capo, il capo e una collega, il capo e due colleghi…in svariate declinazioni
in cui il capo è pivot ma poi la parte più interessante è parlare del capo
senza il capo. Già perché arriva per primo e per primo se ne va! Ore e ore
incollati al pc con la telecamera sempre accesa saldamente e strategicamente puntata
verso una libreria che sembra (ma non è) pulita, ordinata e dignitosa. Nessuno
al mondo dovrà mai vedere l’Apocalisse dietro la lucina verde! L’inquadratura è
stata congelata tipo telegiornale, la sedia ancorata alla libreria per evitare
l’effetto intruso alle spalle e la famiglia minacciata delle peggiori
ritorsioni alla più piccola modifica. Chiunque si sieda “alla postazione video”
vende un’immagine editoriale patinata della nostra quarantena, lasciando il
resto alla fantasia di chi guarda: lo stendino che ormai è parte dell’arredamento,
il tavolo da pranzo trasformato in tavola da lavoro coperto dai 243 milioni di accessori
necessari a ciascuno di noi per non muoversi per ore: cancelleria varia, tazze,
bicchieri, temperini, strati geologici di qualsiasi cosa.
CHE NESSUNO VEDRÀ MAI!
La versione ufficiale è che va tutto bene, trucco e parrucco in caso di video, casa in ordine, orari rispettati. La versione ufficiosa è che il trucco e parrucco è lo stesso da tre giorni perchè non mi strucco neanche, che sotto la scrivania sono in pigiama e calzettoni, che la casa è in uno stato pietoso, che pranzo alle 4 e ceno se ceno e che la prima cosa che farò quando si tornerà alla normalità sarà dare l'aumento alla signora che mi aiuta in casa. Penso a lei con la stessa struggente malinconia con cui penso al mio ex di cui non ho più notizie.
[to be continued…]
Nessun commento:
Posta un commento