giovedì 23 aprile 2020

Isolamento e convivenza - Parte 1


Siamo all’alba di un nuovo millennio, “questo è il giorno che verrà” come canta il mio amato Gringoire. Oggi più che mai ha senso domandarsi se “mille e non più mille” ma su questo è già stato detto tutto così come di casa, famiglia, convivenza, ricrescita, scuola. In queste settimane che somigliano molto alle “mie prigioni” ho fatto la medusa: mi sono lasciata trasportare dal contagio emotivo che ha impregnato qualsiasi attività casalinga:

Ho provato a fare il pane e alla terza produzione di masselli autobloccanti ho chiamato una panetteria e mi sono fatta consegnare dell’ottimo pane fresco, lievitato e cotto più che perfettamente. Io e il lievito non siamo amici, ci abbiamo provato…è andata così. E alla fine gniente qui lievito solo io perché non si fa altro che mangiare, parlare di mangiare e tacere. E tacere fa lievitare più dei carboidrati.

Ho acceso e spento il Bimby in modo convulso. Poi lui mi ha detto: “tesoro, restiamo reciproca eccezione come al solito e ci ameremo per sempre.” Saggio. L'ho spento e ho cambiato mira.

Ho modificato armadi e cassetti a giorni alterni con alterni risultati: comodo ma non bello, bello ma non comodo, carino, instagrammabile, molto hashtag konmarimethod, ho fatto foto a raffica per poi decretare che sarà figo ma il Giappone è lontano e che lo ziaGina method è numero 1. Aveva 8 figli e 3 armadi in un bilocale. Insegnava i fondamentali: non bello ma funzionale.

Quanto a sport ho consolidato la mia nota granitica renitenza al movimento aerobico. Mentre faccio il letto penso a Jane Fonda e tanto mi basta.

Poi ah certo i video aperitivi…la verità? passo il tempo a guardare me stessa nella telecamera cercando l’inquadratura migliore per sembrare magra, giovane, liscia e senza ricrescita oppure guardo dietro a chiunque: il divano starebbe meglio girato al contrario, chissà chi sono quei due nella foto sullo scaffale…e perdo pezzi. Che poi non è che ho più tanto da dire.

Poi vabbè…il video lavoro: “ci siete? dove siete? quanti siete?” Nelle lezioni dei bambini è tutto un “accendete il microfono a casa di Ginetta, spegnete la telecamera in casa di Tonino”. A metà tra la dogana che intrappola Massimo Troisi nel 1400 (“quasi ‘500” cit.) e le nomination del Grande Fratello. Le nostre sessioni video invece sono un caleidoscopio di incroci: il capo, il capo e una collega, il capo e due colleghi…in svariate declinazioni in cui il capo è pivot ma poi la parte più interessante è parlare del capo senza il capo. Già perché arriva per primo e per primo se ne va! Ore e ore incollati al pc con la telecamera sempre accesa saldamente e strategicamente puntata verso una libreria che sembra (ma non è) pulita, ordinata e dignitosa. Nessuno al mondo dovrà mai vedere l’Apocalisse dietro la lucina verde! L’inquadratura è stata congelata tipo telegiornale, la sedia ancorata alla libreria per evitare l’effetto intruso alle spalle e la famiglia minacciata delle peggiori ritorsioni alla più piccola modifica. Chiunque si sieda “alla postazione video” vende un’immagine editoriale patinata della nostra quarantena, lasciando il resto alla fantasia di chi guarda: lo stendino che ormai è parte dell’arredamento, il tavolo da pranzo trasformato in tavola da lavoro coperto dai 243 milioni di accessori necessari a ciascuno di noi per non muoversi per ore: cancelleria varia, tazze, bicchieri, temperini, strati geologici di qualsiasi cosa.

CHE NESSUNO VEDRÀ MAI!

La versione ufficiale è che va tutto bene, trucco e parrucco in caso di video, casa in ordine, orari rispettati. La versione ufficiosa è che il trucco e parrucco è lo stesso da tre giorni perchè non mi strucco neanche, che sotto la scrivania sono in pigiama e calzettoni, che la casa è in uno stato pietoso, che pranzo alle 4 e ceno se ceno e che la prima cosa che farò quando si tornerà alla normalità sarà dare l'aumento alla signora che mi aiuta in casa. Penso a lei con la stessa struggente malinconia con cui penso al mio ex di cui non ho più notizie.



[to be continued…]

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