lunedì 24 novembre 2014

Tempo, tecnologia e sòle...

Sono figlia di una generazione di donne che la sapevano lunga: le nostre mamme sono nate quando alle bambine si insegnava economia domestica, erano giovinette quando tutte le regole sono state buttate alle ortiche e donne nei ruggenti anni ’80.

Loro hanno imparato a fare il letto come i militari, con la moneta che rimbalza sul materasso e l’angolo del lenzuolo perpendicolare al pavimento, glielo hanno insegnato le mamme, le nonne, le zie…tutto quel complesso gineceo che gli girava attorno. Hanno imparato le “buone maniere” senza discussioni: "composta" non era una marmellata! Hanno imparato a non lamentarsi, a trovare le risorse. Lavoro, casa, figli, marito, parenti del marito, parenti e basta, e loro sempre in piedi a coordinare, gestire, dare un senso a tutto e a tutti. Non c’era margine, non c’era puericultura, non c’erano le tate della tv e nemmeno le truppe di psicologi che ci scandagliano oggi. C’era solo ordine, disciplina e gerarchia. I papà davano la linea guida, le mamme la applicavano, i bambini obbedivano e...imparavano. Le donne erano pilastri della casa e della società e la verità è che sapevano spostare l’ago della bilancia molto di più ieri in silenzio da dietro le quinte che oggi dal proscenio pestando i piedi.

Poi si è capovolto tutto: i gomiti sul tavolo erano un simbolo di protesta contro l’apartheid in Sud Africa, sedersi a gambe larghe era un modo per combattere la guerra in Vietnam. Il tempo però scorreva ancora lento e le nostre mamme riuscivano a fare mille cose, tra cui protestare, nel tempo in cui noi oggi mamme 2.0 moderne e tecnologiche riusciamo a farne 2 (con l’illusione del multitask).

La nostra giornata è scandita e supportata dalla miglior tecnologia salva mamma e salva moglie eppure siamo più stanche, più lente, più molli, meno energiche, meno disciplinate.

Loro si alzavano, aprivano la finestra, rifacevano il letto, accendevano la moka e mentre la famiglia faceva colazione sistemavano la casa quel tanto che bastava per essere dignitosa. 7 giorni su 7. E la giornata iniziava….sembra uguale alla nostra ma non lo è.

Noi abbiamo il piumone con il sacco, loro la coperta di lana e la trapunta – sembriamo più comode ma è solo marketing: il piumone si muove dentro il sacco e se si prova a rifare il letto in fretta le piume finiscono tutte da un lato: io dormo al caldo e lui (ovviamente) sotto un lenzuolino a fiori come in agosto.

Noi abbiamo la macchinetta del caffè con le cialde e loro la moka. E’ meglio solo in pubblicità. Loro preparavano la moka la sera già sul fornello e al mattino bastava accendere il gas per caffè e bricco del latte. Il tutto era pronto nel tempo esatto che serviva per tornare in camera a “tirare su le coperte” e chiamare la famiglia a raccolta. E si ritrovava tutto caldo al punto giusto. L’infernale macchinetta si deve scaldare, incastra la cialda, fa uscire acqua, poi fa troppa schiuma, poi fa un caffè così ristretto che non si vede o così lungo che esonda quindi bisogna rifarlo guardandolo a vista e il microonde è il maligno: scalda a temperatura lavica contenitore e contenuto e poi tutto si raffredda in 5 secondi.

Noi abbiamo il SUV, loro la 600. Sembra meglio ma….loro caricavano circa 4 bambini più gli zaini, arrivavano a scuola in 5 minuti, si fermavano davanti alla scuola, salutavano la prole e andavano al lavoro, ovunque. Noi possiamo portare 2 bambini alla volta, legati in seggiolini singoli che nemmeno la Soyuz. Il SUV  è elefantiaco e il traffico non perdona. Non ci si può fermare davanti alla scuola perché si inquina, non si possono eiettare i bambini perché arrivano i sevizi sociali, bisogna parcheggiare, scendere e accompagnarli alla porta e salutare anche le mamme facendo attenzione a salutarle tutte.

Noi abbiamo il telefono cellulare – aziendale e personale - l’iPad, l’iPod, il tablet, il portatile, tutti i carica batterie e anche la batteria di riserva e anche l’agenda di carta. La chiave elettronica della macchina, del cancello, del garage e il telepass. La tessera fedeltà di qualsiasi negozio e bottega in cui siamo entrate anche solo una volta nella vita e che contengono ognuna uno sconto cui non accederemo mai. La carta carburante, il bancomat del conto personale e di quello di famiglia, la carta di credito – aziendale e personale, la tessera sanitaria (nostra e di tutta la famiglia perché non si sa mai), la tessera dell’autobus, la memoria esterna del pc perché non si sa mai. Gli auricolari, il vivavoce, il navigatore perchè il telefono mi serve e non so se ho campo, se posso usarlo off line, e se ho il download. La borsa con il pranzo perché da casa costa meno e la borsa con il trucco perché il make up di oggi va ritoccato ogni ora altrimenti sei out.

Mia nonna usciva con il paletò, i guanti e il cappello, la borsetta piccola e compatta e la borsa da medico, elegante e compatta.

Noi abbiamo il cooking chef che si può programmare, la caffettiera elettrica che però devo programmare, il contenitore per cucinare al microonde che posso programmare e anche la televisione che posso programmare e anche il telefono che ho programmato con il calendar per le call, così posso essere operativa anche after hour senza informare il cliente sappia che sono a casa e ho anche fatto il download della app per avere il menù perfetto in 30 min che accontenti tutti e che utilizzi quello che ho nel frigo, devo solo uplodare la foto del mio frigo e mi arriva la mail. Ecco…è arrivata adesso…dice: “vai a fare la spesa”. Ok…ordino la pizza ma lo faccio on line con il wi-fi perché…è comodo e veloce…mentre sono in call, e aspetto il download della mail e controllo che la vasca sia piena di acqua alla temperatura che ho programmato e intanto che aspetto rispondo a 5 conversazioni contemporanee su whatsapp: la nonna con la tata per domani; il capo per la riunione; le amiche per la festa; la collega per lo sciopero e le mamme del nido per il mercatino di natale, segno tutto sul mio google calendar che programmo con registrazione vocale (poi però lo scrivo anche sull’agenda di carta perché non si sa mai e anche sul calendario in cucina che leggono tutti), e in ultimo…una notifica di facebook mi ricorda che è il compleanno di mia cugina di cui tutti si sono ricordati tranne me. Nel frattempo arriva la pizza, la cassetta di verdure a domicilio, il bimby mi avverte che è pronta la frittata per il mio pranzo di domani e il campanello del bagno che i bambini sono bolliti e che siccome me li sono dimenticati nella vasca faranno tutto da soli e…non ho ancora fatto il letto perchè volevo provare un tutorial che insegna a farlo in 3 minuti.

A me sembra una sòla….

Io sono figlia di un’epoca in cui la sera si mangiava la “bistecchina” ai ferri con il papà e la mamma, senza tv e senza la pubblicità delle supposte anti stitichezza. In cui il telefono – uno solo per tutta la famiglia e immobile all’ingresso, non era autorizzato a suonare per tutta la durata della cena, in cui i bambini andavano a letto alle 9 perché non c’erano cartoni dopo le 8 e i ragazzi aspettavano l’inizio del Maurizio Costanzo show sul divano con la mamma…massima trasgressione prima di spegnere la luce.

Io sono figlia degli anni ‘70…quando il tempo era ancora galantuomo.