lunedì 23 dicembre 2013

Compiti delle vacanze di Natale

Finalmente qualche meritato giorno di vacanza. Ne avevo bisogno, ho un sacco di cose da fare, così tante che ho preparato una bella lista per non dimenticare niente…giuro che le farò tutte! Saranno i miei compiti delle vacanze.
Per scrivere la lista ho usato un foglio giallo, anzi due…in realtà tre, fitti fitti ma tra tutti, i punti che preferisco ci sono questi:

  • andare dal parrucchiere: pacchetto completo…ci vuole tempo ma per fortuna sono in vacanza e non devo partire
  • fare biscotti: non sono capace e ho deciso che farò esperimenti in questi giorni di vacanza: un bel pomeriggio a fare biscotti…magari con i bambini
  • finire di leggere, in tempo per le feste, il libro sul Natale perfetto che ho ricevuto l'anno scorso…(praticamente un libro comico per il momento)
  • andare al mare per qualche giorno per cambiare aria e per rivedere gli amici del mare

Ho iniziato a compilare la lista qualche settimana fa, poi l'ho riletta e ho realizzato che:

  1. mi servirebbe un mese mezzo per fare tutto - questa decina di giorni non basta nemmeno a rileggerla!
  2. ho i nanidagiardino a carico ma soprattutto LORO sono in vacanza, IO di turno 24/7!
  3. anche Maxi sarà in ferie e non ho ancora deciso se questo è un bene...

La mia lista in realtà sarebbe quasi quella standard del Sabato perfetto. Il fatto è che il Sabato perfetto non passa dalle mie parti da tempo immemore! Per qualche ragione i miei sabati perfetti si lasciano attrarre dal lato oscuro della forza e le mie liste rimangono lì, compilate e dimenticate. Il punto 1 in breve diventa punto 3, il punto 3…non è più così importante e viene cancellato e così via...e si ricomincia daccapo a scrivere per il sabato successivo.

Questo è il vero sport 2.0…scrivere liste!

N.d.A. - al momento ho spuntato il punto 1: il parrucchiere. Ho festeggiato l'inizio delle vacanze scappando regolarmente da casa, imbucandomi dal parrucchiere già affollato e chiedendo il pacchetto completo. Il conto me lo hanno mandato a casa: Mini mi ha accolto "gòmitando" in salotto come l'esorcista! Voleva farmi sapere di aver aggiunto un punto prioritario alla mia lista: fare l'infermiera al topo con 40 di febbre! E così tra un catino, una tachipirina e un tè caldo ho riordinato daccapo i miei compiti delle vacanze...

Buone Feste a tutte le donne con l'agenda piena di liste!


lunedì 9 dicembre 2013

Io vorrei, tu vorresti...ma però!

A me piace la mia casa, la mia famiglia, il mio lavoro….proprio in quest’ordine! Certo però che esiste una zona d’ombra nella mente in cui vorrei che fosse tutto diverso. Ho la certezza che quello che succede a Casa Maxi capiti a tutti...e lo scenario è più o meno così:

IO VORREI che ad aprire la porta fosse un maggiordomo - uno di quelli che stirano il giornale al mattino - che si prende in carico borsa, cappotto, spesa, etc. Vorrei trovare la tavola apparecchiata con la tovaglia ricamata dalla zia Elisa, i bicchieri di Baccarat della lista nozze, le posate d’argento della nonna, la cena pronta - biologica, sana, equilibrata e gustosa preparata da uno chef a cui non devo suggerire io il menù. Avere il tempo per una doccia prima di cena, trovare l’accappatoio profumato di ammorbidente e lasciare il bagno come capita, indossare un abito elegante, fresco di guardaroba e tornare in sala dove Mini e Micro - lavati, cenati ed elegantemente “pigiamati” mi accolgono festanti ma controllati da una nanny affettuosamaseverissima. Vorrei giocare con loro, baciarli tanto e poi restituirli alla nanny che si occupa del loro sonno…in un’altra ala della casa. Cenare serviti da un cameriere in livrea e guanti bianchi. Coricarmi tra lenzuola fresche di bucato tutte le sere, in un letto che qualcuno ha sapientemente preparato lasciando la camicia da notte e il pigiama sulla reversina e una tisana sul comodino. Lasciare che la nanny, la guardarobiera, la governante, il cameriere, il maggiordomo e il cuoco si occupino della gestione della casa, della chiusura per la notte, della preparazione per la mattina - colazione e vestiti per tutti - mentre mi addormento tra le braccia di mio marito, serena e leggera, in attesa della sveglia che suona in tempo per andare a correre al parco…tanto c’è chi pensa ai bambini e alla casa.

LUI VORREBBE tutto quello di cui sopra cui aggiungerebbe me in abito da sera rosso Valentino, tacco 12, un martini agitatononmescolato e le labbra color carminio per il primo bacio dopo una giornata di lavoro. Vorrebbe che i bambini gli corressero incontro solo dopo che ha fatto la doccia e si è ripreso dalle fatiche del buon padre di famiglia. Vorrebbe stare con loro il giusto tempo prima che spariscano nelle loro stanze accompagnati dalla loro nanny affettuosamaseverissima. Vorrebbe trovare il suo quotidiano preferito sul tavolino davanti alla sua poltrona preferita…dove nessuno lo deve disturbare. Vorrebbe trovare la tv accesa sul canale delle notizie e ascoltare i dibattiti politici del dopo cena in silenzio. Vorrebbe una moglie che quando smette l'abito da sera indossi quello da infermiera sexy. Vorrebbe una vita piena di giornali e quotidiani freschi ogni giorno per una seria rassegna stampa, una raccolta di saggi di geopolitica, un romanzo, il silenzio, la sua poltrona, la collezione di macchinine e una famiglia che cammina in punta di piedi.

LORO VORREBBERO saltarci al collo sull’uscio di casa, strapparci di dosso i cappotti, le borse, le nostre giornate, i lavori, gli impegni, i telefoni e trascinarci lì al loro livello, sdraiati per terra concentrati soltanto sulle loro richieste: niente cena, niente doccia, niente sciroppo, niente di niente…solo bambole e macchinine. Vorrebbero cenare con un ovetto kinder, guardare 3 cartoni di fila, che ogni giorno fosse Natale, che ogni sera ci fossero gli amici a cena, che ogni giorno ci fosse un motivo per andare a una festa, al parco, in campagna, al mare.

IN REALTÀ rientriamo tutti a casa nel marasma più totale, dalle7alle9 sono 120 minuti di puro caos, un ingorgo di precedenze, una corsa a ostacoli (anche fisica) per farci stare tutto: coccole, chiacchiere, cena, dibattito politico, lacrime, lavatrice, lavapiatti, docce, capricci, medicine, cartoni, telegiornale, telefonata al nonno, accordi, spiegazioni, lavatiidenti, è tardi…è tardissimo…buonanotte! E per tutto quello che resta indietro, domani si vedrà perché alla fine aveva ragione Miss Rossella: “domani è un altro giorno!”

Purtroppo è con questo principio che la to-do-list delle mamme diventa la tela di Penelope…

martedì 26 novembre 2013

Libertà…perchè no?

Ieri a milano c’era il sole

Alle 10.00 Maxi mi ha fatto il più bel regalo del mondo: è venuto al mio ufficio in moto, mi ha chiesto di scendere e dire al mio capo che non sarei tornata per il resto della giornata! Non ci volevo credere…sono scesa come Julia Roberts nell'ultima scena di Pretty Woman…incontro al mio principe!

Prima tappa: colazione su un terrazza panoramica, baciati dal sole!

Poi abbiamo lasciato correre le due ruote: il centro, i navigli, Brera. Milano durante la settimana è segreta, silenziosa e disponibile. Poi le terme..non si poteva non fermarsi, già che bigiamo tanto vale farlo bene e ci siamo regalati due ore di extra coccole, sembrava di essere su un altro pianeta. Poi in giro fino in fondo ai Navigli: uscire dalla città seguendo il Naviglio Pavese e rientrare accanto al Naviglio Grande…l'acqua sempre un po' torbida che scorre ancora sorvegliata dalle chiuse di Leonardo che conservano uno sguardo severo e perplesso verso la modernità che le circonda.

All'orizzonte l'arco del Rosa, l'aria era così limpida che le montagne si potevano quasi toccare. La pianura lombarda così piana che si riescono a vedere paesi e paesaggi davvero lontani, le risaie, le cascine, i piccoli borghi fuori da questo lato di città che volge a ovest…meraviglioso anche con l'arrivo dell'inverno.

Io e Maxi, abbracciati come ai tempi delle lunghe motorate di scoperta e di fuga, uniti dall'interfono e dalle nostre chiacchiere…poche perchè c'è tanto da vedere. E' divertente guardare la vita che mi scorre attorno: la mamma che trascina un bambino riottoso, l'anziana che trascina un carrello più pesante del bambino di prima, i ragazzini che trascinano zaini e valigioni di libri che sembra traslochino…proprio oggi che io sono così leggera, guardo la routine degli altri e mi sembra così…pesante!

Prima di concludere questa fuga d'amore fuori programma ci siamo fermati per merenda in un bar dove fanno una cioccolata calda con la panna meravigliosa, una di quelle sale da thè un po' d'antan dove andare con i nanidagiardino non è il caso!

I bambini stavano per rientrare a casa ma siccome nessuno sapeva della nostra "fuitina", abbiamo lasciato che la loro routine seguisse il suo corso e così a noi restavano ancora 3 ore prima del nostro "normale" rientro dagli uffici…però faceva freddo, cosa fare? Cinema! Perchè no? Non lo facciamo dai tempi della scuola…lo spettacolo del pomeriggio! Mi sono sentita un'adolescente in fuga con il fidanzatino…una sensazione da "se mi beccano sono fritta"!

Alle 19.30 siamo rientrati a casa, come se niente fosse, con le guance rosse di freddo e l'anima leggera. La serata con i nanetti è stata una festa di allegria e risate e leggerezza, come non capita mai quando torniamo dagli uffici. Non abbiamo detto a nessuno della nostra fuga e questo segreto tra noi due è la cosa più romantica che abbiamo condiviso da quando solo noi sapevamo dell'arrivo di Mini. Ci voleva, è stata una giornata bellissima, una di quelle in cui mi sono ricordata perchè ho scelto lui per tutta la vita.



bello, vero?
sono un'inguaribile romantica, andando in ufficio con una giornata di sole così, ho fatto un sogno…a colori!!!

mercoledì 20 novembre 2013

Chiacchiere in famiglia

Una giornata media con due nanidagiardino sotto i 5 anni è ricca di dialoghi, di intensi momenti di confronto. La formazione del linguaggio negli infanti è un tema affascinante. L'eloquio in questa fase della vita è ricco di parole, il vocabolario dei bambini è articolato, vario, un caleidoscopio di sinonimi...di NO! Una declinazione deprimente e sfiancante dello stesso concetto: NO.

L'opposizione dura e pura degli adolescenti, in realtà, inizia a 2 anni...

MINI
"Buongiorno amore mio, è tutta la notte che aspetto il momento di rivederti e di stare con te"

"Non voglio alzarmi, voglio che mi prendi in braccio"
"Non voglio vestirmi adesso, mi vesto dopo"
"No, non voglio prendere lo sciroppo, l'ho già preso ieri"
"Non voglio portare la coperta a scuola, voglio dormire senza"
"Non voglio uscire alle 4.30" "A che ora vuoi uscire?" "Non lo so"

"Non voglio farmi il bagno adesso...non voglio mettermi il sapone adesso....non voglio uscire dalla vasca adesso"
"Non volevo i sofficini, volevo la pasta rossa" "Te la preparo?" "No, non la voglio, voglio il tè con i biscotti"
"Non voglio andare a letto adesso, voglio guardare un cartone!"
"Non volevo guardare un film-cartone, volevo guardare solo un cartone" (sic.)
"Non voglio fare la pipì prima di andare a letto, non mi scappa"
"Non voglio le coperte"
[...]

MICRO
"Buongiorno amore mio, piccolo buffo godzilla in gonnella. Avevo tanta voglia di abbracciarti, contavo i minuti"

"Mi dai un bacio di buongiorno?"
"No, non voijo"
"Vieni con me in bagno così ti vesto e vai a fare colazione"
"No, non voijo"
"Su, vieni che è tardi, mettiamo la giacca e andiamo a scuola"
"No, non voijo"
"Siediti bene al tuo posto, non si mangia in piedi sulla sedia"
"No, non voijo"
"Andiamo a lavare i denti che è ora di nanna"
"No, non voijo"
"Buonanotte amore, fai una buona nanna"
"No"
[...]

(N.d.a. Micro assoccia alla parola un non-verbale particolarmente indicativo: incrocia le braccia al petto, gira la testa di lato, imbroncia il muso con piglio mussoliniano e aggrotta le sopracciglia con sguardo torvo)

In qualche momento della vita credo di aver voluto dei figli anche per avere qualcuno con cui chiacchierare, con cui parlare, con cui condividere pensieri, impressioni, racconti, momenti di vita. Il loro legale genitore ha la stessa verve chiacchierina di una provola e speravo che la sua stirpe ereditasse da me i geni dell'ars oratoria.
In realtà ho messo al mondo due zotici usciti da una banlieu parigina e ho capito che mi devo iscrivere a un corso di ricamo a punt'erba! E' l'unica alternativa al supermercato al sabato alle 12 per cercare qualcuno con cui chiacchierare.

giovedì 14 novembre 2013

Se le cose non le sai….salle!

ASTRONOMIA:
"la luna si muove quando si muove la macchina; quando la macchina si ferma, anche la luna si ferma e ci aspetta."


GINECOLOGIA:
"i bambini, quando nascono, sono piccoli perchè se no non possono uscire dalla pancia della mamma."


SPORT:
"vuoi fare il corso di judo?"

"io so già il judo, conosco tutte le mosse"

"ah, e chi te lo ha insegnato?"

"me lo sono insegnato da solo"


ABSIT INIURIA VERBIS
(cronaca di un dialogo tra una laureata cum laudae e un nanodagiardino che parlava ciucciandosi il dito con aria di rilassata sufficienza)

"sai che hanno rubato una macchina?"

"che macchina era?"

"una Punto"

"allora si poteva rubare"

"….ma ti pare?? era parcheggiata qui fuori, come la nostra macchina, non è bello che siano passati i ladri"

"bè, io i ladri non li ho visti e comunque se non vuoi che ti rubino la macchina la devi mettere nel botz, non fuori"

"ma questa macchina era di un'amica di erica, era solo passata a trovarla, mica poteva metterla nel botz e poi erica ha il posto auto" (stavo annaspando N.d.a.)

"il furgone di erica è in officina, quindi la sua amica poteva mettere la macchina al suo posto"

"dai, uffa, un po' di empatia per questa ragazza, cosa farà adesso?"

"bè, potrebbe comprarsi una macchina nuova, magari più potente. la Punto va pianissimo"

"sei di un cinismo imbarazzante. quella ragazza poveretta adesso deve tornare a casa in treno"

"bè, è bello anche andare in treno, così vede i paesaggi"

"…"

martedì 12 novembre 2013

Buon compleanno Veronilla!

Un anno: chiacchiere, vagheggi, sogni, follie, lacrime, sorrisi e qualche riflessione…è volato ed è stato meraviglioso!

Proprio nella settimana del suo compleanno sono stata assente e Veronilla mi è mancata come non mi mancava nessuno da tanto tempo! Questa è la mia pagina della “smemo” 2.0…senza di lei mi sento sola.

Mi sono lasciata strattonare dagli eventi, dal capo, dalle colleghe, dalle maestre, dai parenti, dagli amici, dai nani, dall’agenda, dal marito che a volte è utile e a volte…vabbè! Mi sono sentita una medusa dentro un tifone. Ho anche pianto tra le braccia di un’amica, che ha sogghignato dolcemente: “benvenuta tra le mamme che crollano”.

Non mi sono fatta mancare niente:
  • cena con la suocera con vano tentativo di fare bella figura sfornando pasta al forno, cotolette e muffin. Più cerco di fare quella che riesce a fare tutto più il tutto mi si rivolta contro con esiti che definirei imbarazzanti. 
  • halloween con Mini abbastanza grande ma ancora troppo piccolo per capire una festa che nemmeno noi sentiamo particolarmente ma che siccome smuove i ragazzini ci siamo adeguati. L'ho accompagnato da una vicina compiacente per il suo primo “dolcetto-scherzetto” e lui le ha chiesto un gelato e un bicchier d’acqua!
  • fine settimana di ponte: i bernici in montagna. I grandi hanno mangiato, mangiato, mangiato, i nani maschi hanno corso ininterrottamente per 2 giorni attorno a una fontana, su e giù da una collina, sulla ghiaia, sul pavè, sul corso di Belluno…hanno corso per chilometri urlando: “aaaahhhh”! Le nane femmine hanno fatto amicizia litigandosi un bambolotto nudo e orrendo.
  • tata nuova e vita nuova. La selezione e l’inserimento sono stati complessi e delicati ma se tutto va bene a casa Maxi brilla di nuovo il sole. Arrivare a casa e sentire i bambini ridere non ha prezzo.
  • corso di inglese nella scuola di Mini: riunioni, mail - perché le mamme adorano la polemica di massa - documenti, fotocopie, autorizzazioni (perché la burocrazia esige il suo tributo) e… tavolo negoziale: Mini non vuole studiare inglese “perché non lo conosce”, preferisce il giapponese “perché lo sa già parlare” (N.d.t.)
  • festa di un compagno di scuola di Mini - di solito non lo mando alle feste della scuola per policy personale (sic) e…ho dimenticato di comunicare a chi gestisce Mini che avrebbe dovuto portarlo alla festa, ho dimenticato il regalo per il festeggiato e anche di confermare alla mamma la partecipazione alla festa.
  • di nuovo i bernici: giochi, spade, fucili, travestimenti, shopping, giardinaggio e convivio senza muoversi troppo. Praticamente una comune: divertentissimo, rilassante e un po’ hippy.
  • teatro con Mini e un amichetto (“ma viene anche lamammavero?” “direi di sì, è difficile che il tuo amico a 2 anni e 11 mesi prenda la metro da solo per venire a teatro”). N.d.t. I biglietti erano stati acquistati settimane fa, ma io l’ho venduto come il premio per i bambini che accettavano di fare il corso di inglese. “Mamma ma TUTTI questi bambini fanno il MIO corso di inglese?”
  • cambio dell’armadio di Maxi che fino a mercoledì scorso girava per Milano con un abito di lino - con aggregato viaggio in tintoria per la stipula di un mutuo per la gestione dei suoi abiti estivi
  • altra cena con la suocera e altro vano tentativo di portare in tavola una pietanza che di solito faccio a occhi chiusi…una schifezza colossale! Sarà ansia da prestazione, saranno le normali complesse dinamiche suocera-nuora, sta di fatto che quando c’è lei (che poi non è Benedetta Parodi) dal mio forno escono solo mostri.
  • giornate di lavoro forsennato e isterico: quello che ti riempie il giorno, le ore e le notti come è giusto che sia, come speriamo sia sempre ma ho passato più tempo con il mio capo che con la mia famiglia
  • tisana da un’amica con un gran mal di pancia che abbiamo condiviso parlando male dei mariti, dei capi e delle diete, perché solo le donne sanno curare il mal di pancia delle donne.
Ecco questo mi ha tenuto lontano dal diario. Mi è mancato tanto, sono troppo chiacchierona per tacere così a lungo. Ho bisogno di Veronilla e del tempo di qualità che lei e voi sapete regalare.

Ben tornata Veronilla, buon compleanno e buona scrittura.

giovedì 31 ottobre 2013

Dalle 07 alle 09 am

1) Mi sono svegliata bruscamente alle 6.30 con un urlo: "MMAAMMAAA" [Micro ha lo stesso timbro di voce di Godzilla]. L'ho recuperata al volo e ho cercato di ricomporre il battito cardiaco perduto.

2) Non ho fatto colazione perchè avevano tutti bisogno di qualcosa di più urgente del mio caffè, tipo: "dove sono le mutande", "non ho più calzini blu", "chìochìochìo lalla" [N.d.t. "anche io mi devo lavare i denti...di nuovo" (perchè il dentifricio mi piace una cifra)]

3) Ho fatto la centrifuga di un lavaggio caricato ieri sera perchè ho speso 800 euro di lavatrice fighissima con programma notturno fighissimo e silenziosissimo. Come la marcia di Radetzky a Capodanno.

3) Ho preparato la sacca con pannolini e bavaglie - come segnalato dalle maestre del nido ("Portare bavaglini e pannolini!!") - Confesso che i due "!!" mi hanno inquietato e ho preparato la sacca sul tavolo della cucina già ieri pomeriggio. E lì è rimasta!!

4) Sono uscita senza cellulare. Che invece era nella tasca dei pantaloni.

5) Ho messo le ciabattine al rovescio a Micro che camminando o meglio arrancando ha anche accennato: "ccappe" per sentirsi rispodere: "su, rapida, vedi di non camminare come una papera...muoviti!"

6) Ho dimenticato il mio libro e il viaggio in metro è stato lungo e noioso.


MA...alle 10 ho preso il primo caffè e la giornata ha cominciato ad avere senso.

giovedì 24 ottobre 2013

Dal primo bacio al primo figlio...

...sono passati 13 anni. Un tempo decisamente lungo, in cui si consolida la coppia e anche le abitudini.

Ieri i fine settimana si dividevano in tre tipi:

  • sonnacchioso: partenza per il lago direttamente dall’ufficio in tempo per la puntata di CSI, cena e nanna; colazione, spesa, pranzo, nannadivanocopertatv; cena, nannadivanocopertatv; brunch, giornale, nannadivanocopertatv, cena e rientro pigro a Milano in tempo per la nanna (in estate era nannasottoilportico ma la sostanza era la stessa).
  • motoso: partenza senza fretta per una motorata di gruppo con destinazione magnifico ristorante in montagna, in collina, sopra un passo, in cima a un bricco. Mangiata olimpionica, serata in B&B da cartolina, rientro lento la domenica scollinando e godendo di ogni singola curva. Arrivo a Milano senza orario, doccia e spesso cena ritrovo con i motociclisti per un ripasso di panorami e curve.
  • gitoso: prenotazione (anche last minute) di un B&B super romantico ovunque nel raggio di un’ora di viaggio con qualsiasi mezzo; cena in ristoranti romantici o in compagnia di amici raggiunti ad hoc; domenica pigra passeggiando per negozi, bancarelle o paesaggi da ricordare.


Oggi i fine settimana si sono riuniti sotto un’unica bandiera: sfiancare i nanidagiardino, occupare il loro tempo prima che loro occupino il nostro, associarsi con compagni di merende per cercare di ammorbidire le 48 ore non stop in compagnia di assatanati nanetti e contemporaneamente trovare il modo di ritagliare momenti di vita sociale adulta.
Il fine settimana di una volta era il morbido cuscinetto sui cui atterrava la settimana lavorativa. Oggi la settimana lavorativa è il cuscinetto che prepara al fine settimana.

Ieri si cenava fuori con chiunque a qualsiasi ora di qualsiasi giorno, anche all’ultimo momento, ovunque, festeggiando qualsiasi occasione - anche inventata. Finito il lavoro, era sempre festa.
Oggi uscire a cena richiede pianificazione, organizzazione, preparazione, anticipazione, agenda nostra, degli amici, dei nonni, della tata e…dei nanidagiardino (che sono già più sociali di noi).
Ieri uscivamo a cena stasera. Oggi usciremo a cena giovedì 18 aprile 2015 dalle 20 alle 23.

Ieri la cena a casa in modo estemporaneo: tornavamo a casa e decidevamo cosa mangiare, quando, come, dove e soprattutto con chi. La cena si declinava in mille modi: svaccosa sul divano, latte e biscotti, pizza, panozzo americano, elegante, in compagnia, a lume di candela, leggera, complicata, da scaldare, da cucinare, da condividere, da scroccare, tarda, tardissima, prestissima.
Oggi la cena a casa è preorganizzata, precompilata, precotta (spesso). I nani mangiano per primi, alle 7, per avere tempo per giocare insieme quando arriviamo. Solo dopo aver sistemato loro, la lavatrice, le attività per il giorno dopo ci dedichiamo alla nostra cena che di solito è raccattata dal frigo e concentratissima perché il divano canta come una sirena e dopo una certa ora cediamo alle sue lusinghe.

Ieri la casa era accogliente, spaziosa e ordinata. Ogni oggetto aveva la sua ragione di essere proprio lì e proprio in quel momento. Ogni mobile assolveva al suo ruolo e solo a quello, non c’erano i bizzarri mix and match di oggi quando nella libreria del soggiorno c’è il puzzle di cars e 8 barbapapà.
Oggi la casa è accogliente, affollata e caotica. Sembra un hub Lost&Found di uno scalo internazionale. Gli oggetti spariscono e riappaiono in luoghi non prevedibili quando oramai se ne erano perse le speranze. Non c’è un angolo della casa che non sia stato conquistato dai nani e dalle loro pertinenze. Navighiamo in un mare di giochi, un oceano di giochi, un reparto di un centro commerciale. Certo che insegniamo ai bambini a riporre tutto in apposite scatole con il risultato che navighiamo in un container pieno di scatole di ogni forma e dimensione.
La vita di ieri mi manca, se dicessi il contrario mentirei. Sono stati anni meravigliosi, piedi di emozioni, di esperienze, di avventure belle e brutte. Rientrare la sera in una casa vuota, buia, ordinata, silenziosa, sempre uguale a se stessa, a come l’avevamo lasciata al mattino è tra le brutte.
Passare una domenica di pioggia sul divano a sonnecchiare con la tv in sottofondo mi manca. E’ la verità, è per questo che sono una mammamedia e non una super mamma. Ho 40 anni (+) e spesso le energie per stare dietro a quelle due pile atomiche mi mancano.

Però - c’è sempre un però - guardare un cartone con i nani sul divano sotto una coperta…è decisamente meglio che farlo solo in due!

venerdì 18 ottobre 2013

Un giorno in più

Quando sono rientrata dalla prima maternità ho negoziato con il mio capo la possibilità di continuare il corso di acqua baby con Mini, iniziato al mattino di un giorno feriale durante il periodo di astensione dal lavoro. Ho chiesto, mi è stato accordato. E’ un lusso, lo so. Io ho chiesto e lui ha detto di sì. E da allora ho declinato in modi diversi e in fatica crescente il privilegio del tempo “in più”.

All’inizio non era un giorno ma solo qualche ora: io e Mini di corsa in piscina e poi io di corsa al lavoro con i capelli appiccicati, spesso  a forma di cappellino di lana, gli occhi rossi, una puzza di cloro piuttosto pungente e un abbigliamento davvero poco professionale (odio stare negli spogliatoi delle piscine, la sacca, gli asciugacapelli che non asciugano, il caldo umido…naaaaa. Jeans, maglietta, cappellino e via di corsa)

Prima di tornare al lavoro io e Mini rientravamo a casa innamorati e stanchi mangiando una focaccia complici, persi nel nostro tempo insieme. Dopo il rientro…una corsa contro il tempo: parcheggio in derapata, nano ejettato dormiente tra le braccia e fugone verso l’autobus.

Per 3 anni - 30 giovedì all’anno - sono arrivata in ufficio alle 13, ho consumato ferie e permessi, ho fatto le corse più pazze del mondo per fare in modo che nessuno notasse la mia assenza, ho organizzato riunioni, meeting e appuntamenti per il capo tutti i giovedì mattina perché fosse impegnato e non vedesse il mio posto vuoto, perché il famoso cerchio diventasse quadrato.

Poi è arrivata Micro e ho rinegoziato con il capo e gli altri soci la possibilità di proseguire il corso con entrambi i bambini in un giorno feriale. Un altro privilegio? Sì, sicuramente sì, lo so. Raddoppiati i bambini e l’impegno e non avendo più ferie da consumare, ho salvato giorni di maternità. Sono rientrata 100 giorni prima. Il prezzo da pagare per il mio privilegio. Fortunata? Sì. Organizzata? Anche.

Totale: ho ottenuto l'equazione perfetta, quella che tutte le donne inseguono: “il giorno in più”. Un giorno libero feriale. Di mattina tutti in piscina, di pomeriggio tutti con la mamma e un pomeriggio tutto per la mamma. E’ come un sabato senza marito, un sabato in più, un giorno di lavoro in una settimana di ferie (dai non raccontiamoci balle…le vere ferie sono in ufficio.)

Il mio “giorno in più” mi regala le emozioni delle mamme che non lavorano (espressione che trovo molto ridicola, maschilista e ignorante). Ci sarebbe una tata dalle 4.:30 ma siccome è sicura come il 13 al totocalcio, mi organizzo da me. Ho farcito il martedì pomeriggio di tutte quelle incombenze in cui non si può coinvolgere il marito, con o senza bambini: pranzo con l’amica puerpera (vietato ai mariti), ikea (vietata ai mariti per definizione e proibita di sabato), la spesa quella con la S (quella che i mariti contestano perché reputano inutile…salvo mangiare a quattro palmenti il tiramisù che era in offerta), l’oculista, il ginecologo, il dentista, il pediatra, la farmacia, la tintoria, le commissioni conto terzi “tanto sei a casa tutto il giorno”!! ARGGH ma il mio cerchio da quadrare? Il mio “giorno in più”? L'equazione perfetta? Ero sicura di aver trovato la formula per gestire il tempo “in più” per me e invece…farmi i fatti miei alle 4 del pomeriggio al martedì è più difficile del previsto!

Il giorno in più è quello che sognavo una volta, rientrare in ufficio è quello che sogno adesso. UFFA!

Le mamme a casa dovrebbero ricevere l’Ambrogino d’oro o il cavalierato del Lavoro! Una mamma a casa fa un lavoro occulto, faticoso, non riconosciuto, non remunerato e mai premiante. Non c’è riunione o progetto altrettanto soffocante come due nanidagiardino incollati ai polpacci, lamentosi e litigiosi, non c'è collega altrettanto strega come un branco di mamme davanti alla scuola o davanti agli scivoli dei parchetti.

Il "giorno in più" - però - mi ha dato una lezione importante: ho imparato il valore dell’omertà. La mamma perfetta tace, non svela il trucco. La mamma perfetta non è MAI a casa, ha SEMPRE un impegno!

venerdì 11 ottobre 2013

Te l'avevo detto...

Che la quota rosa del mondo avesse una marcia in più, è una verità lapalissiana! Applicata a una femmina alta 78 cm…mi pareva un po’ troppo! E invece…

Micro è una scheggia. Ha 20 mesi ed è allo stesso livello di sviluppo di suo fratello che ha 4 anni - e quasi mezzo - e arriva adesso - con calma - a passaggi che sua sorella gli anticipa! E’ strabiliante. Non è solo una fantasia inventata da qualche femminista….Micro viaggia davvero a una velocità tripla rispetto al fratello maschio (il MIO solo e unico maschio-alfa avviluppato e attorcigliato dal mio amore viscerale ma che alla fine è pur sempre maschio: lento, distratto e dissociato come suo padre, come suo nonno, come suo zio, come l’altro zio, come tutti i maschi di questo pianeta! E’ così, si arrendano all'evidenza!)

Micro si sveste da sola: ci prova e spesso ci riesce e lo fa con orgoglio e con ostinazione. Mini ha iniziato l’anno scorso a 3 anni e ancora oggi ci prova e se non ci riesce si arrende.
Micro mangia da sola: fa pasticci ma è tenace, mangia e beve da sola con posate, bicchiere e tovagliolo! Mini mangia da solo ma si perde via, chiacchiera, vuole i cartoni, la macchinina…e se trova qualcuno pietoso (o sfranto) che gli dà una mano non la disdegna.

Micro si asciuga i capelli da sola: basta accenderle il phon e lei muove i capelli sotto l’aria. Mini si siede sul bordo della vasca, si mette il dito in bocca e si rilassa mentre qualcuno gli asciuga i capelli e di solito esce dal bagno nudo come un verme perché si è dimenticato di mettere il pigiama.

Micro esce con i suoi “bimbi” e con una borsa di seta rossa e non li dimentica da nessuna parte, è un cane da pastore…controlla che ci siano tutti e tutto prima di spostarsi. Mini quando esce trasloca perché vuole portarsi tutto salvo poi cederlo a chiunque e possibilmente dimenticarlo ovunque.

Micro è uno spettacolo…è una donna perfetta in miniatura! Ma se il confronto con suo fratello mi fa ridere, quello con me non esattamente. Per esempio: Micro è una micro-mamma con i fiocchi! Senza aver letto lo zilione di libri di cui mi sono farcita io quando avevo la pancia farcita...LEI è naturalmente bravissima.
Ha una tribù di "bimbi" - tra bambole e peluche - e gestisce il loro accudimento e benessere psicofisico con dedizione, costanza e attenzioni...CHE IO NON HO! Io di bimbi ne ho 2 e il più delle volte annaspo. Lei ne ha almeno 4 alla volta ed è perfettamente a suo agio!

Ho già perso la mia prima battaglia con mia figlia…è la nuova me che è meglio di me!

La sera li mette a nanna: li stende a pancia in giù sul suo cuscino, si siede in mezzo a loro come le maestre all'asilo - in realtà si siede SOPRA di loro - e li “nanna”: batte ritmicamente sulla schiena per farli addormentare come le maestre all'asilo - lei in realtà gli rompe le costole. Con il ditino sulla bocca chiede silenzio e quando è sicura che dormano si mette giù anche lei e si addormenta.

Ieri notte, in forza del briciolo di senso materno che mi rimane, ho provato a togliere almeno quello con i capelli di lana, in un impulso di igiene! L’ho sfilato e Micro si è alzata in ginocchio urlando: “bimbiiiii nannnaaaa”, lo ha ripreso e rimesso a nanna: pancia in giù, pacche sulla schiena e silenzio! Non ho più tentato di essere una buona mamma….nemmeno stanotte che ha dormito con Barbapapà!

Chioccia e premurosa, materna e affettuosa accudisce i suoi “bimbi” - e anche suo fratello - con dedizione ed entusiasmo. Sta evidentemente imitando gli adulti che la circondano ma certamente non me: io sono spanata, mi mancano sempre dei pezzi, perdo il controllo, dimentico i pannolini, non ho mai le salviette, l’acqua…e guardare lei così piccola e così grande donna mi fa davvero impressione.

Tutte le mamme che mi hanno preceduto - compresa la mia - avevano maledettamente ragione. Lei viene da un pianeta dove ad azione corrisponde reazione immediata e risolutiva. E’ uno spettacolo! Ma…posso dire un segreto? Il maschione patatone, tontolone, scordarello, distratto e inciampino che mi dice “sei bella come una rosa e come una sposa”…mi spacca il cuore e mi rende già oggi una suocera orribile.

Micro è cervello, Mini è passione…e temo di non aver inventato niente di nuovo!

lunedì 7 ottobre 2013

Prove di weekend d'autunno: manovre anti-noia

I nani da giardino a un certo punto della loro vita - decisamente troppo presto - diventano social. E non solo in senso moderno/tecnologico dato che ormai nascono già digitali ma in senso più adolescenziale: feste, festicciole, fiere, gare, campionati, tornei, inaugurazioni, saggi, dimostrazioni, open day…a partire dai 3 anni hanno un’agenda davvero fitta, quasi isterica e il fine settimana dei malcapitati genitori entra in un vortice inarrestabile di impegni e nuove conoscenze.

Noi genitori moderni abbiamo fatto figli quando avevamo già una vita strutturata: una rete di amici, interessi, impegni socio-culturali (socio = degustazione di formaggi valdostani; culturali = cinepanettone di Natale)

Poi sono arrivati loro, alti meno di un metro, non autonomi, con un carico di impegni decisamente laborioso e ci hanno portato coattamente alla socialità 2.0 - quando non conosci più "tizia" ma "la mamma di..."! Ed eccoci daccapo: le “femmine” che finiscono per parlare sempre di bambini (il mio fa, il mio dice, il mio va) oppure del passato (“ho un’amica…cioè avevo un’amica quando avevo una vita, un’agenda solo mia”); i “maschi” che invece parlano di lavoro, motori, calcio (di donne no, non ancora, perché non sono realmente “amici” e non si sa mai…a 40 anni hanno imparato a lavorare sulla prima impressione).

Mini e Micro sono degni figli dei loro genitori e le loro agende sono già fitte come le nostre. Chiuso il tempo dei fiori d'arancio in trasferta questo fine settimana l’agenda di casa Maxi prevedeva: compleanno doppio al sabato e compleanno singolo la domenica. Ma non solo e…si salvi chi può!

Sabato
  • tutta la famiglia Maxi nella terra di bengodi: un meraviglioso negozio di giocattoli alla ricerca dei regali, i 2 nani non hanno fatto in tempo ad aprire bocca che eravamo già alla cassa...strategie di sopravvivenza!
  • sulla strada di casa passiamo dal Nutella day e...ci fermiamo, partecipiamo, scivoliamo, compriamo e…slurp!
  • pranzo al terzo piano in massa: tavolata di 8 cristiani assolutamente fuori controllo, tutti chiacchierano, chiedeono, vogliono!
  • è tardi, partiamo per la festa e i bambini dormono in macchina. (8km in 1 ora e mezza perché l’equazione sabato-pioggia suscita nel milanese medio la vertigine da centro commerciale).
  • festa in taverna: pizzette, focaccine, patatine e una torta gigante mentre in giardino si corre a piedi, in monopattino, in bici, si fanno gare sulla discesa del garage perché a 4 anni piace vivere pericolosamente.
  • rientriamo a casa finchè abbiamo ancora due figli e in tempo per bidonare una cena fuori e quindi per accettare - da sola - un partytupper al piano di sotto…praticamente un parco giochi (N.d.r. sono andata a letto sognando scatolette e magiche meraviglie per cucinare).

Domenica
  • l’incubo tra gli incubi, il mostro dei mostri…lui che farebbe paura anche al diavolo: l’armadio dei bambini. Troppo piccolo (perché non nato per loro) per uno, figurati per due (+ scarpe). Siccome sono moderna, il cambio di stagione lo faccio così: unzip “armadio.zip” e…KABUM, la stanza dei bambini non c’è più (e non c’è più nemmeno Micro, inghiottita dal contenuto delle scatole).
  • prima di passare agli psicofarmaci, passaggio a volo radente dai viciniamici a vedere un micro gatto. Ci siamo accomodati sui loro divani, sotto i divani, per terra, sulle sedie e lì abbiamo bivaccato fino alle 3, guardando il gatto e svuotando senza rimorso il frigo e l’anta delle delicatessen.
  • è tardi, partiamo per la festa e i bambini dormono in macchina. (2km in 40 minuti perché quando piove Milano è una sfida).
  • festa in un asilo: bambini che corrono, adulti con lo sguardo vacuo, nasi che colano, caldo umido, animatori che cercano di contenere genitori indisciplinati più dei bambini, pizzette, focaccine, patatine e una torta gigante.
  • passaggio da un’amica per consegnare un barattolo di nutella personalizzato (così non è mio e se la mangio io non conta) e da un’altra per consegnare il parmigiano, quello comprato direttamente in Emilia che ha un suo perché.
  • a casa di corsa: 4 docce e 4 cene in 20 minuti, telegiornale, Peppa Pig e poi a turno tutti a nanna.


Ieri alle 21:32 a casa Maxi è andato in onda un fantastico concerto per 4 russatori da competizione! Anche questo fine settimana è stato da veri duri ma come sempre ne è valsa davvero davvero davvero la pena anche se in realtà...thanks God is Monday!

venerdì 27 settembre 2013

La teoria del piuttosto e un'allegra tavolata...

A me piacciono i ricordi, ormai non è più un segreto nemmeno qui. Mi piace ricordarli, raccontarli, scriverli, mi piace vederli in foto, ritrovarli in un profumo, scoprirli in un sapore…mi piacciono! Alla fine di tutto mi piacciono anche quelli brutti - o meglio “meno belli” - perchè fanno parte di me. I ricordi belli sono i migliori ovviamente e la fanno da padrone nelle mie storie, nei miei racconti, nei miei aneddoti. Riempiono una serata, colorano una cena qualunque e la fanno diventare speciale. Ogni esperienza, accidente, incidente di una giornata diventa ricordo e poi racconto e via così…tessendo la trama di una vita intera. Mi piacciono i miei ricordi, quelli della mia famiglia, quelli che mi raccontano, mi piacciono le storie...

Settembre è stato un mese da ricordare: 2 viaggi, 2 matrimoni (uno dei quali era quello sovrapposto per cui io e Maxi ci siamo dovuti separare, quindi sarebbero 3), due storie, due feste. Il ricordo che oggi vorrei congelare riguarda lo scorso fine settimana, tutte le sue 36 ore: il viaggio in macchina con gli amici lungo e chiacchieroso, la sposa in verde commossa ma tutta d’un pezzo, lo sposo senza giacca commosso e basta, la cerimonia all'aperto, i bambini spaventati dal lancio del riso, le risate...tante, la goliardia, la complicità ma soprattutto la declinazione della teoria del "piuttosto"!

Il “piuttosto” è un concetto più complesso di quanto sembri a cui un gruppo di giovani e serissimi quarantenni ha dato gli onori di un’animata e goliardica discussione. Il “piuttosto” è ciò che sostituisce qualcosa di primario ma non deve sminuirlo, né essere un ripiego, né diventare una scelta definitiva. Deve però avere una sua cifra stilistica, essere un’alternativa valida. Ha una sua responsabilità…è un ruolo impegnativo che sia una persona, un oggetto, un film…deve riuscire ad alzare il livello di chi/cosa sta sostituendo senza oscurarlo.
La declinazione della teoria del “piuttosto” è avvenuta in una serata molto sociale, quindi gli argomenti sui quali si è basata sono stati decisamente leggeri, la regola però vale sempre e comunque anche con argomenti più seri.

L’analisi è partita dal piacere del convivio e non svelo le risposte per non togliere a chi legge il gusto di inventare una chiacchiera…

1) piuttosto che bere del vino cattivo…
2) piuttosto che mangiare solo un panino…
3) piuttosto che passare la serata da sola…
4) piuttosto che passare il tempo con persone noiose…
5) piuttosto che rinunciare a un amico...
6) …

Abbiamo cercato di cucire il ruolo di “piuttosto” a cose, situazioni, persone di cui abbiamo scoperto il lato oscuro: timidezza, ironia, ansia, tutto condito da tanta ma tanta complice ilarità.

Il tema è sicuramente leggero, l’argomento sicuramente aleatorio ma un gruppo di seri professionisti quarantenni con carriere e ruoli consolidati, con un’amicizia trentennale solida e granitica, di quelle che scaldano il cuore, quelle senza ansia da prestazione, senza segreti e senza ruoli…un gruppo di laureati cum laudae, di quelli che passano le settimane a essere persone produttive e prestazionali…hanno saputo dare a un argomento così leggero un peso che in alternativa non avrebbe avuto e il sapore che la discussione lascia dietro di sé è diventata un ricordo da consolidare, da fermare nella memoria perché è solo con intelligenza e grande spirito che gli amici sanno rendere qualsiasi occasione degna di essere condivisa.

venerdì 20 settembre 2013

Bizzarrìe che colorano la vita - 2

Scoprire che la vita è fatta di buffe stranezze e che Murphy ti trova proprio simpatica (più di quanto sia vero il contrario)!

  • Scoprire che il vicino di ombrellone è il migliore amico della zietta e dello zio barbuto!
  • Scoprire che un'ospite sconosciuta a una festa probabilmente è...una lontana cugina!!
  • Scoprire che una collega conosce la tua amica perché è amica dell’amica di un’amica e realizzare che a Milano siamo tutti cugini di 2° grado anche se raccontiamo di abitare in una metropoli.
  • Andare in bagno e sentire squillare il telefono di casa.
  • Andare in bagno lasciando la porta aperta “perché tanto sono a casa da sola” e sentire tuo marito che apre la porta di casa in compagnia di un collega "che voleva conoscerti"!
  • Uscire da casa con i nanidagiardino - dopo una lunga trattativa - e in ascensore sentire un olezzo insostenibile, di quelli per cui bisogna ritornare indietro per forza.
  • Cambiare canale perché c’è la pubblicità e perdere il finale del film.
  • Aspettare la fine della pubblicità e avere proprio urgenza di fare pipì proprio quando ricomincia il film.
  • Entrare in farmacia perché “tanto l’autobus arriva tra 8 minuti” e perderlo perché il farmacista non ha il resto e deve andare “al bar a cambiare”! E il prossimo autobus passa tra…8 minuti.
  • Cominciare una dieta “perché in questo periodo non ho impegni mondani” - e ritrovarsi un’agenda sociale complessa, allegra e irrinunciabile difficilmente compatibile con le rinunce.
  • Mettere le scarpe con il tacco il giorno in cui salta la luce in metro e devi scendere, camminare, salire, aspettare, camminare...
  • Vestirsi di bianco il giorno in cui si rompe il toner nero della stampante e la collega che lo cambia di solito è a casa con l’influenza.
  • Uscire dal supermercato con la spesa per un reggimento TRANNE le tre cose fondamentali che erano in cima alla lista.
  • Avere il dubbio al mattino se indossare la maglietta, la maglia o il maglione perché durante la giornata andrebbero bene tutte e tre.
  • Avere la certezza di avere un burro di cacao in ogni cantone e non averne mai uno a portata di mano.
  • Uscire di casa senza fazzoletti, senza assorbenti, senza ombrello, sempre senza quell'unico pezzo di ricambio in grado di semplificare la giornata (senza chiedere soccorso alle colleghe impietosite)




...to be continued

mercoledì 11 settembre 2013

Mini "Quark Speciale": i Bernici

Prima di chiudere il capitolo estate, prima di chiudere la scatola con i costumi, prima di archiviare l’album delle vacanze…ho un’ultima fotografia da guardare, una affollata e gioiosa che mi fa sorridere. E’ la fotografia di casa Maxi al completo più una famiglia di amici cari, quelli che ti salvano una serata d’inverno e una vacanza d’estate: la prima perché hanno sempre del buon prosecco in frigo, la seconda perché hanno il buongusto di avere figli della stessa età dei nostri.

La loro presenza impone una riflessione su un buffo animaletto padano avvistato sulla costa occidentale della Trinacria proprio in concomitanza con la nostra permanenza: il Bernicio! Nella zona sono state avvistate due famiglie stabili che si sono fatte facilmente riconoscere per rumorosità, disordine e aumento esponenziale del consumo di cibo e bevande nei dintorni.

Il Bernicio da qualche anno ha eletto la Sicilia a zona migratoria estiva, gli piace molto cercare una tana proprio là dove sbarcò Garibaldi. Per il resto dell’anno vive in Padania, dove ha la sua dimora abituale da cui si allontana comunque spesso e volentieri per spostamenti di media lunga gittata. Il Bernicio infatti è instancabile, sociale e in continuo movimento diurno e notturno perché non resiste alle attività ludiche tipiche degli umani soprattutto ad Agosto.

Le due famiglie di Bernici sono state avvistate in diverse parti della costa da Nord a Sud del Capo Boeo; era molto difficile studiarne il comportamento senza farsi venire il mal di testa: appena arrivati in un luogo e allestita la tana provvisoria, ricominciavano a smontarla per andarsene. Una famiglia in particolare è stata avvistata spesso in un nuovo centro commerciale dove hanno consumato la quantità di lime stanziata per la Sicilia per l'intero anno. Un team di studiosi è stato inviato per ulteriori approfondimenti e l’avvenimento è stato registrato nelle cronache locali non sapendo darne una spiegazione…come i cerchi nel grano!

Il Bernicio è un animale da compagnia che vive in gruppi allargati di suoi simili e che fonda la sua esistenza sulla famiglia. Si accoppia e prolifica con ottimi risultati e per circa 2 esemplari. Il cucciolo di Bernicio oscilla dal bianco al marrone, dall’onnivoro all’inappetente, generalmente è giocoso, spesso frignone, sicuramente capriccioso, decisamente intelligente anche se apparentemente perso in un mondo parallelo. La cucciolata rimane per lo più ridotta (riderei un bel po’ a sapere che il Bernicio si è riprodotto nuovamente) in quanto i cuccioli sono estremamente rumorosi e vitali tanto da richiedere l’impegno di tutta la comunità adulta.

Il passatempo preferito dei Bernici è mangiare o bere, anche contemporaneamente. Mentre si procurano il cibo discutono di come lo cucineranno, mentre lo cucinano pensano a quando lo gusteranno, mentre lo gustano pianificano il pasto successivo e così via per giorni e giorni ma soprattutto notti e notti. Insaziabili e ingombranti, hanno seminato il panico in ogni locale in cui si sono affacciati. I ristoratori che li hanno accolti cercavano di concentrarsi sul conto finale e non sui cuccioli devastatori o sulla quantità di cibo consumato.
Inoltre i Bernici bevono molto, hanno infatti un metabolismo che ha bisogno di molti liquidi e possono passare serenamente dalla coca light al mojito senza che la cosa li affetti in alcun modo, in quanto non metabolizzano né l’alcol, né gli zuccheri.

Osservare i Bernici in una dinamica di gruppo offre degli spunti eto-antropologici interessanti. Casa Maxi ringrazia di aver avuto questa possibilità ma ha prenotato comunque una settimana in un convento per disintossicarsi dal Bernicio onnivoro, dai suoi cuccioli rumorosi e dal conto del ristorante!

E ora davvero buon anno a tutti...ma ricordate: se incontrate un Bernicio o famiglie di Bernici…accoglieteli in casa vostra, sono davvero “carini e coccolosi” ma attenti alle vettovaglie, potreste non ritrovare più nemmeno il vaso di marmellata della zia Piera, quello che stavate conservando come ricordo del viaggio di nozze in Puglia del 1975!

venerdì 6 settembre 2013

Tanti auguri a me

  • che comincio a poter dire “ai miei tempi” ma se mi guardo allo specchio mi viene da ridere

  • che insisto a non comprare una crema antirughe ma preferisco spianarle mangiando un krapfen

  • che sono nata durante la crisi petrolifera degli anni ’70, ero troppo giovane nei ruggenti anni ’80, ho cominciato a lavorare nei faticosi anni ’90 e sono a metà del guado durante la crisi del 2010…

  • che ho due figli che sembrano 13 e pensare che ne volevo di più!

  • che a 20 anni volevo 3 figli, un cane, una villetta con il recinto bianco e una station wagon tutto entro i 30 anni. E invece 20 anni dopo ho 2 figli, un appartamento mai finito al 5° piano in città e una Matiz di 20 anni

  • che ho un lavoro che mi piace, che odio, che mi piace, che odio, che mi piace, che odio ma che mi salva dalla follia (e mi paga il mutuo)

  • che ho un mutuo affitto 5x5 che finirà quando sarà ora di chiedere i prestiti universitari per i nanidagiardino

  • che spero sempre che le passerelle si popolino di donne oversize e invece loro sono sempre più magre e giovani e io comincio ad avere l’età per i grembiuloni a fiori e il carrello per la spesa

  • che faccio buoni propositi tutte le sere e tutte le mattine mi alzo infrangendone almeno 3

  • che sono circondata da tanta meraviglia e ogni tanto me ne dimentico perché…devo fare la lavatrice

  • che ogni tanto vorrei poter manipolare il continuum spazio temporale per rifare, rivedere, presentare, chiedere, risentire e invece mi devo accontentare dei ricordi, dei pensieri, delle foto e dei racconti ma…that's life!

  • che sto invecchiando ma devo dire che non è poi così male

  • che ho congelato la scritta sulla torta a 40+ per i prossimi anni perché ho deciso che 40 è un numero rassicurante

  • che amo la mia famiglia così com’è ma mi piacerebbe che fosse come come quella della tv

  • che oggi mi voglio bene ma non mi farò nemmeno un regalo perché me ne faccio già tanti tutti gli altri giorni

  • che il primo augurio è stato di un'amica, il secondo della filippinasalvatutti, il terzo di Maxi perchè le 7 di mattina del 6 Settembre è ancora piena notte e il quarto di Mini - su suggerimento adulto - che ha aggiunto: "ma sono tantissimi!"...ARGH!

giovedì 5 settembre 2013

In spiaggia: ho visto...ho sentito...ho osservato...

Ho visto e sentito cose - in spiaggia - che hanno minato la ratio di essere in spiaggia

  • fidanzati che pomiciano così tanto da abbronzare solo le zone non palpate

  • sposi che si ignorano perché fa troppo caldo per pomiciare

  • genitori che litigano perché in spiaggia hanno tempo per farlo
“Hai portato la crema 50 quella spray e quella densa per le macchie e quella 30 per le gambe e quella bianca per le labbra? Hai preso il mio telo, non quello bianco, quello blu, no questo non è mio, io volevo il mio! Hai preso il costume di ricambio?” (Domanda: perché la sacca non l’hai fatta tu?)
  • bambini e mariti che fanno domande inutili perché non gli ricapita più di avere un uditore a portata di mano per tante ore

“Mamma voglio il gelato, i cracker, la pasta in bianco, un chupa chup, le panelle, le patatine, i boccorn, l’acqua e un succo di albicocca…ADESSO.” (Domanda con cadenza fissa di 13 minuti cui spesso non occorre risposta perché il questuante ha immediatamente altro da fare)

“Mamma voglio gli spaghetti con le cosse, il gelato al limone, l’acqua gasata e una carota” (Questa aveva cadenza fissa di 12 minuti…ma almeno dava soddisfazione)

“Chi ha sporcato il mio telo con la sabbia? Chi ha usato il mio telo senza aver fatto la doccia? Chi ha usato la bottiglia di acqua dolce per sciacquare le palette?” (A Guantanamo sono più democratici e comunque la vera domanda è: perchè non provi la piscina?)

“Hai preso la mia maglietta che era sul letto? Perché non hai preso il mio boccaglio? Ti sei dimenticata l’uva allora prendo un piatto di patatine (sic). (Domanda: perché la sacca non l’hai fatta tu? N.d.r. Contenuto della termica: carote, pomodori, formaggi, pesche, cracker, pasta al pesto, acqua gassata e…prosecco! argh.)

“Ho sentito la zia, ha preparato la pasta al forno per stasera, quindi vedi di finire la parmigiana adesso. Hai portato le posate che erano sul lavandino? Hai preso il melone in frigo? Hai portato l’olio abbronzante?” (Perché la sacca non la fa mai chi ha queste esigenze??)

  • rotoli di ciccia molle strabordare da ogni dove, rimbalzare in ogni parte a dimostrare che la “prova costume” è una leggenda metropolitana che dura dalla colazione al pranzo

  • bikini di punta di una qualsiasi ultima collezione estiva indossata da una top anoressica, indossati da enormi paguri con pasta al forno nella borsa termica

  • borse termiche della salute con dentro pane, pasta, pizza, patatine, pasta al forno, melanzane fritte, cous cous di pesce, tutto consumato tra le 14 e le 15 per stare leggeri

  • mamme arrivare in spiaggia alle 13 rigorosamente con bambini al di sotto dei 5 anni, inutilmente cosparsi - a chiazze perché si divincolano - di litri di crema fattore 50 (brillantinata)

  • urla catartiche tra mariti, figli e bambini del vicino di ombrellone per qualsiasi motivo: vieni qui, non tirare la sabbia, non urlare, hai capito che non devi urlareeeeee

  • acculturati dell’ultima ora che si portano in spiaggia solo “Il conte di Montecristo” perché fa chic e “leggono” mentre dalle casse dello stereo del bar suona “la Macarena” e i vicini di ombrellone sganciano il guinzaglio a 4 gangster alti 1 metro

  • ogni strumento elettronico sul mercato (affascinante immagine futurista): android, smartphone, tablet, kindle, pad, microcamere, reflex, digitali e altre diavolerie moderne il cui nome mi è ignoto e che non può essere abbandonato da solo nella sacca per cui l’utente cuoce come una melanzana tutto il giorno ma salva il portento tecnico da mani leste o dalla sabbia

  • creme solari all’ultima moda: con i brillantini. Ho visto uomini magri e pallidi con l’aria da nerd anni ’60 brillare di luce propria passeggiando sulla battigia ignari di essere sul set di grease

  • mamme raccogliere figli panati di sabbia, sciacquarli e avere solo 7 secondi per infilargli costume asciutto o maglietta prima della successiva panatura...nemmeno alla Ferrari!

  • signore ingioiellate come alla prima della Scala: la luce del sole rimbalza sui loro ori e argenti e li scalda, e li scalda e li scalda finchè non li possono più togliere per non svelare ridicole ustioni


Nonostante tutto il rito della spiaggia si replica ogni anno senza variazioni: la sacca sempre sbagliata, il lettino che al mattino è lì e per il resto della giornata vaga alla rincorsa del sole o dell'ombra, la borsa termica bizzarra, le esigenze di tutti, il sole che fa venire il mal di testa, il baracchino che costa come un gioielliere e di cui si abusa comunque (tanto siamo in ferie), le discussioni per tutto, il giornale che non si legge mai fino in fondo, il viaggio verso casa cotti e salati...le irrinunciabili noie che sanno di libertà a cui nessuno si sottrae e nessuno rinuncia.

mercoledì 4 settembre 2013

Pensierini dalle vacanze - La Sicilia

Le vacanze sono finite. Le valigie sono ancora aperte in soggiorno in attesa delle 76.436 lavatrici ma i ricordi sono ancora vivi, l’abbronzatura è ancora evidente e la voglia di rimettersi le scarpe chiuse ancora poca. Milano ci aspettava e ha conservato per noi quella sua puzza di città caratteristica di cui alla fine delle vacanze tutti i milanesi hanno nostalgia e il foglio bianco aspettava me per condividere i ricordi.

Eravamo rimasti…alla seconda settimana di vacanza: un frullato di frutta, anzi…un colorato mazzo di fiori!

La settimana è iniziata con la transumanza della famigliabrambillainvacanza: Maxi con una macchina carica tipo emigrante che lascia il paese per cercare fortuna - ed essendo solo ha sfruttato ogni anfratto per accatastare oggetti e sacchetti (non devo sottolineare che ho lasciato a casa tutto ciò che era utile per portare tutto ciò che era inutile), poi con un passaggio ponte da ventenne in cerca di avventura. Il giorno dopo in aereo io, i bambini e una tata mercenaria e straniera di 20 anni (alla partenza eravamo in aeroporto noi + i miei + una famiglia di amici, un quadretto degno della migliore tradizione meridionale di inizio secolo).

Arrivati in trinacria abbiamo preso possesso della casa: una bomboniera! La casa che io avrei disegnato per la mia famiglia! Ho scoperto che la casetta in canadà con giardino e fiori di lillà…esiste per davvero! E giuro che nella nostra c’erano dei fiori lillà. Io e Maxi abbiamo scoperto il piacere della chiacchiera in veranda, Mini e Micro hanno vissuto hippy per 3 settimane, correndo nudi in giardino a ogni ora del giorno e con una mega piscinona gonfiabile hanno trovato il paradiso.

In mezzo ai fiori di lillà, in questa casa bellissima sono anche sbocciati 4 fiori tipici della tundra piemontese. Una famiglia di amici in pieno tour fly-and-drive hanno suonato, hanno chiesto asilo per recuperare le forze, un pranzo all’ombra e una doccia infinita. Abbiamo offerto la doccia, l’ombra per il pranzo, tonnellate di cibo e una folcloristica folla di amici venuti a vedere questi esemplari di abitanti del profondo nord.

La tata mercenaria si è affannata a fare letti e scopare sabbia dalla sala, i bambini si sono affannati a disfare letti e portare sabbia in sala e Maxi si è affannato a raccontare, mostrare, presentare e soprattutto mescere vino.
Sono ripartiti dopo 4 giorni ubriachi di vino, di profumi, di panorami, di cibo e dell’allegra accoglienza del sud, calda come il vento di scirocco di agosto. Purtroppo hanno lasciato la casa vuota e Mini abbandonato in compagnia della sua noiosa famiglia dopo 4 giorni a discutere di macchinine e gavettoni.

La prima settimana di vacanza è trascorsa così nella follia pura di una casetta affollata e rumorosamente allegra in cui ho potuto vedere che tra 10 anni le dinamiche saranno le stesse: lavati i denti, ti sei lavato i denti, lavati le mani, ti sei lavato le mani…consolante!

Il clou della settimana è stata l’attesa palpitante per il ferragosto che da queste parti è un capodanno sotto il solleone: cenone, abito lungo, trenino, tutto d’ordinanza…più i gavettoni finali che servono a ricordare che è pur sempre estate. Finita la festa gabbato lu santo e qui è proprio così: il 15 agosto è il giorno più molle dell’anno, ci si trascina a tavola (ovviamente) per un pasto lucculiano e bollente e un pennica di tutto rispetto. E con questo si chiude il sipario. L’estate è finita, si torna a studiare, a lavorare, qualcuno torna “in città” (8km dal mare), si parla di scuola, di lavoro e di vacanze invernali. Ma come? Io sono appena arrivata, non ho ancora il segno del costume…aiutooo…non lasciatemi qui da sola in spiaggia!

E invece è proprio così, mentre per la famiglia Maxi è tutto inziato, per gli amici e parenti è tutto finito e trascorriamo così disallineati e felici le successive due settimane.

sabato 17 agosto 2013

Pensierini dalle vacanze - la Liguria

E' arrivato! Inesorabile, inarrestabile, inevitabile…il primo giorno di ferie! E con lui l'orribile processo del farelevaligie: decine e decine di sacche e sacchetti con attrezzatura - la più incredibile - per trascorrere un mese fuori casa con i nanidagiardino. Un mese caratterizzato dall'eterna battaglia tra entusiasmo e chupa chups, tra genitori e figli.

"Senza mare non sono vere vacanze"…sentenzia Maxi da quasi un ventennio e invece a me viene un po' di ansia da esposizione: al mare non si può bluffare come in inverno e una come me che sotto sotto è The Body ma sopra sopra è Botero, il mare è…poco edificante. Soprattutto perché le donne come me si ritrovano sempre a chiacchierare sul bagnasciuga con giunchi filiformi che ancora sfidano la legge di gravità nonostante figli e anni…perchè Murphy non va mai in ferie!

Prima tappa: la Liguria a casa dei nonni - un microscopico bilocale in cui con fantasia, destrezza, allegria e un po' di compromessi abbiamo zippato 2 famiglie. C'erano "gli amici del mare", il pesto e la  focaccia d'ordinanza e tutte le abitudini rassicuranti delle vacanze in Liguria: le giostre, la spiaggia di sassi, l'aperitivo in riva al mare, il mercato del venerdì, la camminata in salita per arrivare ai nostri "Bagni" mattina e pomeriggio…pant pant.

Questa fetta di Liguria, notoriamente "provincia di Milano", in queste settimane è popolata di mamme, nonni, bambini e tate oppure anziani pericolanti e badanti, passeggini, carrozzine e girelli. Manca evidentemente tutta quella fascia d'età che non ha nessun bisogno di essere accudita e nessuna intenzione di accudire nessuno.

Sono partita con tanta voglia di stare con i miei bambini, di fare un po' famiglia, poi però la sera del primo giorno ho sentito forte la necessità di incidere nel muro i giorni di stecca che mancano all'alba perchè mi sono ricordata che le vacanze di due nanidagiardino di 4 anni e 18 mesi è un lavoro a tempo pieno per torturare chi per tutto l'anno li ha abbandonati con chiunque e sono estremamente professionali 24/7, con questa to-do-list:

• appendersi e tirare gonne e vestiti
• pretendere piagnucolando qualsiasi follia: essere presi in braccio nei momenti più improbabili, mangiare cibo assurdo a orari assurdi (di solito ADESSO)
• urlare a squarciagola orrende richieste o litigi contemporaneamente allo squillo del telefono
• opporsi a qualsiasi proposta con forza, veemenza e decibel, sgretolando ogni entusiasmo
• scardinare qualsiasi regola invernale (che in teoria è il vero scopo delle vacanze salvo che il loro scardinamento è più una guerra che un'emozionante eccezione)

Nonostante tutto i nonni ci hanno viziato, coccolato e osservato; i bambini hanno corso, sguazzato e rotto ogni schema. E Maxi, da bravo papàmedio milanese ci ha accompagnato al mare, ha fatto un bagno, ha comprato la focaccia ed è tornato a Milano a lavorare (cioè a godersi una settimana di ferie e silenzio) per poi…

to be continued

mercoledì 31 luglio 2013

Lessico famigliare 3.0 (quello del futuro)

Micro è una bambina moderna, multimediale, all'avanguardia...è nata con il T9 integrato

Il suo lessico famigliare è ridotto ai minimi termini per evidenti motivi anagrafici e anche per scelta strategica. Non ha nessuna intenzione, men che meno alcun motivo per parlare. Ha un carattere e dei modi che le consentono di ottenere il massimo...con il minimo sforzo! Ha un futuro da sergente istruttore.
Il T9 le permette di usare poche sillabe (anzi una), pronunciarla con un tono più adeguato al mercato del pesce che a una bambina bionda, verificare di averci devastato, attendere che completiamo la parola necessaria usando buon senso e logica e...che il comando venga eseguito. Tutto in un tempo ovviamente minimo perchè se non ci dimostriamo all'altezza delle sue aspettative...non dico altro!

Es: la sillaba CA è associata a una serie di parole e di situazioni:

CANE
CASA
CACCA
ACQUA (se è CAAA è actimel)
CATERINA
CAROLINA
QUA
CU-CU
CASCO
SCARPA (se plurale è CHE)
CHIAVI
CADUTA

Somiglia al nome che porta, è imperiale, imperativa, perentoria, prepotente, assertiva. Quando ottiene quello che aveva in mente, conferma il suo interlocutore con una pacca virile e con un ghigno diabolico e procede nel progetto di distruzione che aveva dovuto interrompere per attendere che il suo comando venisse esaudito dai suoi sudditi ignoranti e stolti.

Ha solo 18 mesi e siamo già molto preoccupati per il nostro futuro!

venerdì 26 luglio 2013

Luglio, col bene che ti voglio...sei proprio un bell'imbroglio!

Luglio è terra di nessuno.

A Giugno finisce l’anno (quello vero): finisce il corso di nuoto, la serie tv del martedì, la scuola, il corso di pilates. Ad Agosto si ferma tutto, a Settembre si ricomincia e Luglio è lì nel limbo tra la fine e l’inizio, non appartiene a nessuno. Ha il sapore delle vacanze ma non troppo, del lavoro ma non troppo da 0 a 70 anni.

Nella fascia 0-18 è il mese senza scuola ma senza vacanza - o con vacanze rattoppate da genitori che devono necessariamente liberarsi dei figli in attesa delle ferie (differenza semantica importante).

Nella fascia 18-28 è il mese dello “svacco”. Il Lavoro (o studio) diventa binario: si impenna per l’ansia da fine dell’anno o si infossa perché tanto è la fine dell’anno.

Nella fascia 28-38, quella dei DINK (double income no kids) è il “nonfacciolaspesatantoèluglio”: aperitivi, cene, grigliate. E’ il mese del raccolto sociale dopo una primavera passata a coltivare amicizie improbabili con chiunque abbia dichiarato di possedere una seconda casa con piscina.

Nella vita 2.0 è un imbroglio e basta! I nanidagiardino hanno finito la scuola e per le mamme (e i nonni) inizia il turno coatto. A Milano la città si cala in una bolla sonnacchiosa e pigra e il venerdì pomeriggio è morte civile. Le mamme che lavorano e quelle che non lavorano a Luglio sono nella stessa palta. Dopo un anno di apnea e corse tra, scuole, sport, pediatri, pidocchi, compiti, saggi è ora di prendere fiato ma pensare di farlo a Luglio è solo un’illusione. Luglio rappresenta l’horror vacui, la paura pura: bambini a carico senza un programma che li sostenga…il peggiore degli incubi dopo la varicella e vicino solo ai pidocchi.

Chi resta in città ha la scappatoia del centro estivo - la sublimazione della terra di nessuno: scuole che si accorpano, insegnanti mai visti, programmi fittizi che fanno la gioia dell’intellighenzia del Sistema Scuola ma che in realtà sono aria fritta, bambini sconosciuti costretti a convivere per 1, 2, 3 o 4 settimane, mamme esauste perché…è Luglio.

Chi parte si becca la vera sòla: la vacanza con figli è la sublimazione del concetto di arresti domiciliari:

  • Le mamme brave già da Marzo hanno cooptato forzosamente tate, nonni, bisnonni, zii, cugini (fino al terzo grado), vicine di casa (dalle medie all’università). Hanno organizzato un ricambio settimanale così che la compagnia sia sempre fresca e pronta per la maratona 24/7 di attività, responsabilità, urla, capricci, giochi, spesacibospiaggiananna (in ordine sparso). Qualcuna resta al mare con bambini e prigionieri coatti e qualcuna torna in città. Le prime ammanettano i nanidagiardino al prigioniero di turno per godere della libertà di…fare la spesa! Le seconde verticalizzano il lavoro, consumano le ferie, la maternità, la pietà del capo e stanno al mare dal venerdì alla domenica (come i mariti degli anni ’50) felici della mole di lavoro che ritrovano il lunedì.

  • Le mamme disperate si associano e organizzano convivenze più o meno improvvisate in nome del benessere dei nanidagiardino. Le convivenze improvvisate sono per definizione un numero di magia: fioriscono amicizie o appassiscono rapporti. Partono con chiunque possieda una casa con una camera in più e un metro di giardino e così le case di vacanza diventano un caravanserraglio di mamme, bambini, tate, nonni, con gerarchie sparpagliate e generazionali. Tutti, dal Forte alla Riviera si addormentano sperando che domattina sia il 1 settembre.
    I nonni sognano quel tempo in cui in casa regnava un terrorizzato silenzio; le mamme sognano bambini da rivista patinata per fare bella figura con i padroni di casa; l’amica spera di non far notare ai genitori la folla che abita in casa loro e così…l’affare si complica e si torna a casa con tante domande e una certezza: l’anno prossimo mi organizzo meglio.
  • Le mammemedie fanno i conti con nonni che danno già il 100% durante l’anno e chiedere il 130 diventa difficile, con i bambini che devono pazientare e vivere nel caldo senza scampo di Milano in attesa delle ferie di famiglia (che per casa Maxi saranno un’interessante scommessa).

A Luglio le mamme si giocano l’onore, la dignità e il rispetto delle “colleghe”. Chi resta al mare o in montagna da solo o in compagnia, chi resta in città e corre avanti e indietro per salvare capra e cavoli (e incasina gli uni e gli altri), chi tenta la via di mezzo e prova il brivido del mix and match tra famiglie.

Luglio è il banco di prova di amicizie, modi, metodi, stamina delle mamme…e dei papà che sopportano. La verità è che le mamme sognano un Luglio in ufficio mentre sono al mare, bambini che giocano mentre dormono e che magari non litigano per più di 3 minuti, il pranzo pronto mentre si resta in spiaggia, la casa in riva al mare con vista sulle montagne, la tata che pensa a tutto e un libro sotto l’ombrellone. Perché quando si sogna bisogna farlo a colori.

Buona estate a tutte le donne.

martedì 16 luglio 2013

My bedtime/morning routine in versione 2.0


Bedtime routine e morning routine sono due “tag” di you tube. Mmbè? Due parole chiave che classificano una serie di video in cui ragazze (per lo più -ine) con un sottofondo di musica dolcissima raccontano le loro abitudini del mattino e della sera sorridendo tantissimo. Bevono tisane, si spalmano creme idratanti e maschere di bellezza specifiche ovunque (a 20 anni!), sedute a bellissime toilette d’altri tempi, fanno le coccole al gatto, si spazzolano i capelli 100 volte.

La routine perfetta della ragazza perfetta…del secolo scorso! E’ la Holly Hobby!

Ho deciso di smettere di fare il dinosauro e di partecipare al tag anche se dopo un’analisi attenta il mio video finirebbe nella categoria film horror.

Le mie due “routine” sono più simili all’urlo di Munch:
1) perché “dalle7alle9” (am e pm) è un tempo lastricato di buoni motivi per urlare anche a caso
2) per l’espressione atterrita delle mamme quando aprono la porta di casa

Nelle intenzioni della mammamedia, tornare a casa ha il sapore dell’abbraccio dei bambini, il profumo di bebè, il colore dei loro occhi. Nella realtà la porta si apre su uno scenario apocalittico: il bagno allagato, pezzi di cibo sul pavimento della cucina, il soggiorno (sì…una volta! ora è un hub “lost and found” di un aeroporto). Micro è un pasdaran. Dove passa fa danno, distrugge, semina, dimentica, trasporta… Sul pianerottolo, prima di aprire la porta ripeto 100 volte un mantra: “lasciate ogni speranza voi che entrate”.

Le urla iniziano al mattino alle 7: Micro apre gli occhi e urla perché è nata elegante. Dopo di lei urlo io - Drill Instructor di casa - perché al mattino i tempi sono stretti per definizione. Tra la mia routine e la loro c’è un gap organizzativo: la mia pipìlavaggivestiticolazionifuga conta un netto di 20 minuti. La loro: controllo giochi (non si sa mai che di notte spariscano), scelta dei giochi da portare a scuola (di solito improbabili), scelta dei biscotti da sbriciolare sul pavimento della cucina, interminabile negoziazione prima di cedere all’inevitabile procedura mattutina e uscita a skilift (io trascino e loro recalcitrano) per un netto di 200 minuti.

Le urla proseguono la sera alle 7 quando suona la sirena del turno serale della mamma. La Vision della routine è distonica ancora una volta: la mia è chiudere la giornata senza troppi drammi, la loro è iniziare una seconda vita con me, appiccicati, koalati, incollati a me (hanno ragione loro e torto io…sia ben chiaro). La storia della mamma che dopo una giornata di lavoro ritrova energie nascoste per amore dei pargoli è una gran balla, una leggenda metropolitana fatta circolare dalle mamme perfette! La mammamedia alle 7 è sfranta, sogna una doccia, un paio di pantofole e un Martini e invece trova nani che litigano, urlano, piangono, fanno opposizione e capricci inenarrabili per qualsiasi cosa.

La mia routine vera e propria in teoria è da manuale. Alle 8.30 circa Micro (ormai insopportabile): mettiamo a letto le bambole, salutiamo “i maschi”, chiudiamo le tapparelle e salutiamo la città, pannolino, dentimanimuso (neologismo efficace per evitare spreco di fiato), bibe di tisana, lettino con carolina, la mucca, il pupazzo viola, la stellina e la pezza (una mia maglietta che non recupererò mai più), saluti e baci.

Alle 8.45 circa tocca a Mini che spera sempre mi sia dimenticata di lui. E’ ormai più autonomo ma va marcato a uomo: pipì, denitmanimuso, lettino, saluti e baci e...fuga dalla zona notte prima che uno dei due cambi idea.

Ogni sera poi ha la sua negoziazione, lo scivolone, il ritardo per cui iniziamo sempre con un dolce “topibelli, è ora di andare a nanna” per finire con un acuto “spariteeeeee”.

La mia bed time routine? Lavatrice, lavapiatti, cucina, lavatrice, lavapiatti, tavolo della colazione, pipì, dentimanimuso (ovviamente), letto, libronanna (un tutt’uno inscindibile) oppure youtubenanna (cambia il media ma non il risultato). Tempo netto: 60 minuti, praticamente flashgordon, ma toccare il cuscino con la testa e dormire 4 ore prima che inizi il gioco perverso dei risvegli a scacchiera…non ha prezzo!

Chiacchiere moderne e amiche antiche o chiacchiere antiche e amiche moderne?

Weekend di chiacchiere 2.0 con le amiche.

Sono cambiati i mezzi ma la comunicazione delle donne è sempre uguale: oggi si fa con il cellulare - lontane ma vicine - ieri ricamando le lenzuola. Le donne chiacchierano, divagano, dilatano il tempo e i discorsi e disegnano un quadro astratto che per loro ha un senso profondo.

I dialoghi sono folli flussi di coscienza, meravigliose creature dotate di vita propria, momenti di intima allegria che hanno senso solo per pochi eletti uditori.

Sabato notte nella sala comune della Kapanna Verde:

"Amiche, ho bisogno di aiuto. Il suocero rompe, risponde male, non ce la faccio più, non lo sopporto. E' vecchio, devo avere pazienza…ma aiutatemi, ditemi una parola di conforto."

"Io non sopporto più i bambini, stavo sistemando il ragù e rompevano. L’ho congelato perchè era un po' vecchio."

"Ha 93 anni, abbi pazienza."

"Io aspetto il fidanzato oggi. Perché avevi congelato il suocero?"

"Pregherò per tutti noi al santuario di Medjugorie."

"Era a cena da noi, mi sono alzata da tavola e sono stata in cucina - perché sono terrona."

"Anche io sono terrona! Hai fatto bene…diglielo che noi congeliamo i suoceri rompiscatole."

"Il ragù? Con questo caldo? Io ho imbiancato la camera dei bambini."

"Perchè fino a Medjugorie? Era sufficiente la parrocchia sotto casa. Congeli il suocero? Non si fa."

"Anche mia mamma è pugliese, si alzava sempre da tavola e stava in cucina, che tenerezza. E faceva un ragù favoloso, con le uvette!"

"Qualcuno viene qui a mangiare? Il ragù non l’ho fatto io, lo devo consumare perché se no lo butto."

"Senza bimbi da Ikea?"

"Mini è sonnambulo, ieri notte ha fatto la pipì in corridoio pensando di essere in bagno. Vai da ikea con tuo marito?"

"Dai, siamo buone, in fondo il suocero per ora ha bisogno di voi. Io non posso venire da ikea. Mi sposo a settembre. Manda Maxi a pulire il pavimento, il pisello è cosa da maschi."

"Mio marito è in barca e io vado da ikea. E imbianco la camera dei bambini."

"Io sono al lago, se vuoi mi porto il suocero e lo lasciamo lì con il ragù vecchio."

"Scusate, non ho capito, il ragù era per il suocero? O il suocero ha fatto il ragù?"

"Presentiamolo a mia suocera, ci liberiamo per certo di uno dei due. Oppure li congeliamo tutti e due."

"Quando torno dalla motogita in Bosnia, mi spieghi la storia del suocero congelato."

"Galline buonanotte, è la 1 e non capisco più niente. Io ho litigato con mio suocero per i bambini ieri forse dovrei congelarlo anche io."

"Anche io devo andare da ikea, potremmo andarci tutte insieme e lasciamo suoceri e figli nella stanza delle palline."

"Io ho capito poco ma ero distratta...io ho il fidanzato nuovo, che è meglio del suocero congelato e dei mariti vecchi. Notte a tutte."

"Buona notte amiche, io ho capito solo che il suocero e il ragàù sono vecchi."

"Buona notte. Il suocero è ingestibile ma voi mi avete fatto ridere."


Folle ma totalmente rassicurante. L'unica e sola cura di tutti i mali delle donne, da sempre e per sempre.

venerdì 12 luglio 2013

Romantiche coincidenze...antipatiche decisioni

In questo bizzarro anno che nonostante la release 2.0 è cosparso di fiori d’arancio, due amici hanno deciso di sposarsi lo stesso giorno, alla stessa ora uno sulle Dolomiti e uno in Maremma. Hanno entrambi i capelli bianchi, una quantità di figli e di cani al seguito…e una pessima mira!
Adesso il bivio: che fare? Chi scegliere? Scegliere? Gli amici? È proibito dalla Convenzione di Ginevra.
Si sceglie un vestito tra quelli dell’armadio, un paio di scarpe dalla scarpiera, un piatto in un menù, non un amico tra due.
C’era una sola possibilità su uno zilione che succedesse, e loro hanno pescato il jolly. Non se lo sono detto nemmeno tra di loro; uno vive lontano e quando viene si parla d’altro e poi i maschi non parlano di queste cose. Matrimonio? discorso da femmine! E questo è il risultato: LA coincidenza per definizione, la conferma dell’esistenza della prima legge di Murphy.
Quante volte al giorno inciampiamo in una coincidenza? Quante volte casualità e destino giocano con la time line di una giornata? Quante volte la fetta di pane cade dal lato della marmellata?
@ Il telefono di casa che squilla subito dopo essersi cosparsi di rilassante bagnoschiuma.
@ Un nanodagiardino che dice “mi scappa” quando finalmente si è raggiunto l’ascensore - alla fine di una lunga trattativa - e bisogna ritornare indietro per forza.
@ L’urgenza (quella urgente) di fare pipì al momento cruciale di un film (quando la pubblicità è appena finita).
@ L’invito a cena della moglie del capo…il quarto giorno di una dieta impossibile che sta dando i primi frutti.
@ La scala mobile rotta il giorno in cui indossi un paio di scarpe nuove con un tacco vertiginoso con cui volevi fare invidia a tutte le colleghe (e invece ora farai solo molta pena).
@ Il toner della stampante che si inceppa il giorno che indossi una camicetta bianca immacolata.
@ La telefonata urgente del capo la sera che dimentichi il telefono a casa.
@ L’amica che conosce l’amica, che conosce l’amica, che è cugina dell’amica….
Queste sono coincidenze più o meno fortuite, che fanno sorridere e ridere quando le racconti. Scegliere un amico piuttosto che un altro e partecipare con lui di un momento che tutti attendiamo tanto e con tanta emozione…è una prova di coraggio. Lo so che non siamo proprio ragazzini, che ormai è solo una formalità, però negli ultimi 17 anni ognuno ha avuto diritto al suo spazio, ci siamo sempre stretti attorno al protagonista del momento, bello e brutto. Dal 1996 è filato tutto liscio fino a quando il destino, il caso, la legge di Murphy e la pessima mira di due vecchi e brizzolati amici, pur sempre celibi nonostante figli, cani e case al mare…hanno ben pensato di proporre un’antipatica lotteria settembrina.
To be continued…

mercoledì 3 luglio 2013

Programmi, richieste e desideri impossibili

"Maxi guarda, mi è rimasta proprio una pancia enorme dopo l'arrivo dei nanidagiardino, peccato."
(N.d.a. Prima dei bambini ero alta, bionda, magra, circa 90-60-90 per 58/60 kg, calcavo le passerelle di Parigi e non uscivo mai da casa senza trucco...lo giuro! Potrei rimediare con della palestra, e giuro che lo farò quando avrò terminato la lista degli alibi per non farlo.)

“Mamma, forse è perché hai un altro bambino nella pancia.”
“Oh santa pera, per carità Mini no, non c’è un altro bambino nella mia pancia, ti assicuro. Non ti bastano gli strilli, il disordine, la devastazione di quel dinosauro di tua sorella?”
“Bè sì, però io lo vorrei un altro bambino. Magari più calmo della piccola.”
“Umpf! Difficile prevedere se viene più calmo, pensa se venisse anche peggio di lei. Mini, una domanda: dato che vuoi un altro bambino, cosa dobbiamo fare con la piccola?”
“Bè, potremmo portarla in campagna da Ale e lasciarla in giardino. Lì non ci dà fastidio come qui in casa.”
“Certo, non fa una piega. Bisognerebbe sentire cosa ne pensa Ale (che ha 2 anni e mezzo). Per il momento ti assicuro che non c’è nessun bambino nella mia pancia, mi spiace e in attesa di portarla in campagna da Ale, dobbiamo per forza abituarci a vivere con il piccolo dinosauro.”
“Ah, ho capito. Posso vedere un cartone adesso?”

La conversazione è un ritaglio di quel girone dantesco serale “dalle 7 alle 9.” Io sistemavo la cucina, Mini mangiava un gelato, Micro seminava sul pavimento il contenuto di tutte le antine a portata di mano, della mia borsa, di due cassetti più oggetti portati da altre stanze. E Maxi guardava desolato il pavimento della nostra cucina scomparire sotto la furia devastatrice del piccolo dinosauro che abita con noi.

martedì 2 luglio 2013

Regole ed eccezioni: la Costituzione di Casa Maxi

Io adoro le regole, mi rilassano. Rispettare una regola è rassicurante, violarla è sfidante. Un noto personaggio televisivo sostiene che “le regole vanno rispettate”. Quando i nanidagiardino hanno finalmente bussato alla mia porta, ho sfoderato un elenco tutto mio.
La "Costituzione di Casa Maxi" da 0 a 5 anni e inappellabile, severissima, non negoziabile.
E’ stata scritta mettendo insieme tutta la pazienza che è servita per aspettare i nanidagiardino, la stoica fedeltà alla tata più famosa d’Italia, esempi di mamme attorno a me, la vecchiaia incipiente, tanto sonno e tanto ma tanto ma tanto buon senso (o egoismo che dir si voglia).
Sono fermamente convinta che la Costituzione esiste in tutte le case ma il 90% delle mamme (per lo più perfette) non lo ammetterà mai! Anzi, fioccano storie di bambini che a 8 mesi andavano a letto da soli senza nemmeno avvertire i genitori - ovviamente dopo essersi lavati i denti. Bambini che a 7 mesi mangiavano la rapa tibetana per merenda, schifando biscotti al cioccolato. Bambini che - fuori a cena - dormivano felici sotto le casse dello stereo fino a notte inoltrata. Bambini che riordinano la loro stanza pulendo contestualmente con il Lysoform e fischiettando le canzoni di Mary Poppins.
A casa Maxi non è così. Per farli stare seduti a tavola occorre una tonsilla, una forte dose di tavor e qualche sorso di prosecco. Lavare i denti: il gatto a 9 code. Riordinare la stanza: una gru (e l’altra tonsilla). Mangiare la rapa tibetana…no, quella l’abbiamo abolita perché a tutto c’è un limite: Mini e Micro mangiano serenamente nutella e patatine a pranzo e a cena, perché lo psichiatra mi stava costando troppo. Ogni azione richiede la ripetizione di un comando uno zilione di volte in un crescendo di acuti da soprano.
A casa Maxi - nonostante gli sforzi oggettivi e fisiologici di inculcare norme di igiene personale e routine giornaliera - sono state condivise alcune regole che vengono applicate ogni giorno con credo e disciplina, perché per noi funziona, perché riteniamo abbiano senso.
Io sostengo che le regole servono per impostare una linea educativa. Molti che è un modo egoista per gestire i figli. Tutto vero. Lo confesso: il silenzio e l’ordine mi mancano, sono vecchia e stanca e quando esco con “i grandi” i bambini mi disturbano. Dopo le 21:00 il mio amore materno scema in modo esponenziale.
La cosa bella delle regole - PERO' - è violarle, è il sapore dolce dell’eccezione.
v  Bagno tutte le sere. I nostri bambini non hanno fatto il bagno tutte le sere.
v  A letto alle 20:30. I nostri bambini sono andati a letto alle 22:00 e anche alle 23:00.
v  Lettone vietato ai minori. Abbiamo dormito in 3 e anche in 4 aggrovigliati teneramente.
v  Si mangia solo se seduti a tavola. Mini mangia il cornetto sul divano guardando i cartoni.
v  Televisione: 1 ora al giorno - non consecutiva. Mini guarda Cars 2 tutto d’un fiato, una puntata di Montalbano (che sostiene essere l’Ispettore Rex ma questa è un’altra storia) e anche l’elezione delle veline l’estate scorsa.
v  Niente tv mentre si mangia. Mini ha guardato con noi l’elezione di Papa Francesco al telegiornale.
v  Non si esce la sera. I nostri bambini sono venuti a casa di amici a mangiare la pizza.
v  Divieto d’accesso alle occasioni mondane: matrimoni, cene, cinema, feste. I nostri bambini erano con noi a una fantastica grigliata e Mini ha partecipato a un matrimonio di recente.
v  Niente bambini al ristorante. Mini a 10 mesi era capotavola del pranzo di Pasqua a Sestri Levante.
Mini racconta con orgoglio di quando “è andato a un matrimonio e la sposa era vestita…da sposa”. Sa che uscire con papà e mamma è un premio, un’eccezione, si sente responsabile e grande e passa giorni a raccontarlo.
Micro non è affidabile, ed è micro, non so quanto presto sarà inserita in società ma ogni cosa ha il suo tempo, ogni età il suo privilegio. I bambini hanno diritto alle attenzioni dei genitori. Le amiche hanno diritto al pettegolezzo libero, il prosecco sul tavolo ha diritto di essere finito finchè è ghiacciato.
Un aperitivo costa 15 euro, una cena con gli amici 30 euro. Chiamare la baby sitter e avere 3 ore libere: non ha prezzo.