lunedì 19 gennaio 2015

La guerra delle grucce

In queste ultime settimane sto facendo la massaia a tempo pieno, la mamma a tempo pieno, l'impiegata a tempo pieno e ovviamente la moglie a tempo parziale (pechè qualcuno deve pur avere pazienza). L'agenda più complessa è quella della casa e delle sue necessità e soprattutto dei suoi bizzarri abitanti. Quando tutti gli umani escono, la casa prende vita - ne sono fermamente convinta - e mentre i calzini vivono una vita infelice, le grucce esprimono una gioia di vivere da cui dovremmo tutti imparare. I calzini si perdono anche se li moltiplichi, gli appendini si moltiplicano anche se li perdi. I calzini si amano ma si lasciano, gli appendini si attanagliano e non si lasciano più.

Gli appendini (grucce, omini, appendiabiti che dir si voglia) sono dissacranti abitanti dei nostri armadi, naturalmente ribelli all'autorità costituita. Un esercito, una falange, una pianta infestante. Si riproducono per partenogenesi in zilioni di esemplari e infestano la casa strangolandola come un’edera. Non si possono sterminare con una spruzzata di veleno, ne basta uno solo nascosto in fondo all'armadio perché in breve si ricrei una massa incomprimibile. 

La guerra contro gli appendini è una mia personale paranoia (tra le tante): voglio un armadio ordinato e immobile come quelli delle riviste e invece è caotico e ribelle per colpa degli appendini! Atteso che potrei usare la mia energia per altre battaglie mi pareva che questa, essendo rivolta a soggetti passivi fosse una vittoria facile. Illusa!

Io sono una e loro sono miliardi e indistruttibili: plastica, legno, ferro - quelli della tintoria che si mimetizzano pensando di passare inosservati - giganti, enormi moloch da armadio o minuscoli e sfuggenti. Da uomo, da donna, da bambino (e ovviamente bambina), imbottiti, di velluto e anche profumati, e anche verticali, con il manico per il bastone alto (ereditati dalla casa dei nonni, in legno, lavorati...praticamente pezzi d’antiquariato), con le spalle preformate da giocatore di rugby, da gonna, da pantalone, da giacca etc, ma i peggiori sono quelli umilianti: da donna grassa e da donna magra, irriverenti!

Sono miliardi e tutti diversi, metterli vicini è un’opera da artista astratto o un dispetto orrendo, si incastrano uno con l’altro e mentre cerchi di dividerli…si sono moltiplicati!

Ammetto la mia psicosi: li odio tutti.

Quando ho avuto il comando su un armadio vergine tutto mio, li ho comprati tutti uguali rigorosamente in legno scuro. Soldatini allineati e coperti perfettamente in ordine e mi sono divertita a vestirli uno per uno. La mia soddisfazione è stata la miccia che li ha accesi. Da quel momento è la ribellione è stata aspra e senza esclusione di colpi, un sabotaggio in piena regola. Sono passati anni, stagioni, cambi degli armadi e anche un trasloco, i miei omini originali sono scomparsi, smaterializzati nell’iperspazio, sono stati scardinati da un esercito di infiltrati variopinti e fastidiosamente disordinati.

Eppure:
-       rifiuto con orrore l’offerta delle solerti commesse di lasciarmi quello del negozio
-       restituisco con ossessiva cadenza quelli della tintoria
-       ogni stagione riprovo a reclutare un nuovo esercito di cloni
-       compro con metodica pazienza omini nuovi  (ossessivamente tutti uguali)

Ad aprile riassetto e riorganizzo il guardaroba in ordine preciso e teutonico con omini tutti uguali e gli infiltrati li butto, per certezza. A Ottobre nell’anta estiva trovo un coacervo di grucce clandestine senza passaporto. Come è successo? Chi li ha fatti entrare?

Avevo trovato un covo di omini abbandonati nello sgabuzzino, in un sacchetto dimenticato e sommerso da altre cianfrusaglie e l’ho anche buttato così com’era. Ieri sera ho trovato nello stesso sgabuzzino e nello stesso posto un nuovo sacco pieno Questa è la dimostrazione che loro si riproducono e che la casa vive di vita proprio e aliena.

Mi chiamo mammamedia 2.0, comandante di un esercito di bambini e dei loro accessori, generale delle legioni della lavatrice, serva leale della lavastoviglie a cui devo la mia libertà. Madre di due nani zozzoni e indomiti, moglie di un maschio italico medio - quindi inutile - e avrò la mia vendetta sugli omini,  in questa vita...per forza. Nelle ante del mio armadio non c'è democrazia.

E' la mia zona d'ombra.

Al netto della mia battaglia semestrale ho un dubbio: non è che forse con gli appendini valgono le stesse logiche pedagogiche da genitore? Invece della repressione, comprensione e dialogo per ottenere più collaborazione, indifferenza per placare la rivolta…non guardarli, dargli importanza, non comprare quelli più belli con cui fare paragoni umilianti. Forse dovrei accogliere e comprendere sperando che prendano la loro strada e se ne vadano a infestare un'altra casa e un'altra massaia disturbata come me.

Siamo a metà stagione, tra qualche settimana la prova della verità….

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