venerdì 4 luglio 2025

Spoiler: contiene tante parole, è lungo e non va in x2

 “Un romanzo, cioè un libro? Da leggere? Tutto?  Ma quante pagine ha? NO, troppo lungo, non c'ho sbatta"

“Un classico? Ma nel senso della preistoria? Ma ti pare? Che ansia, no mi perdo dopo 3 righe”

“Un audiolibro? Cioè tutto? No, a x2 ma solo il primo e l'ultimo pezzo”

“Un quotidiano? Ok boomer! Notifiche amo, notifiche! Il quotidiano è dei tuoi tempi, che cringe il quotidiano di carta!"

“Guarda questo vlog di WOD! lui è uno scialla"

 

"Ma il video è velocizzato!"

"Ovvio, è x2...tanto lo so cosa dice"

 

“Mi chiami?” 

“Al telefono? Zero io non sono tipo da stare al telefono GLS.”

 

“Un vocale?”

“oohh sotto il minuto che tanto vai comunque in x2 ma non aspettare una risposta.”

“Ma mi ha lasciato il tipo!”

“TOP, se ti ha lasciato è già nella storia, ghostalo e stai nel chill.”

 

“Ti scrivo”

“NCS non 30 messaggi da una riga e nemmeno 1 da 10 righe! Sintesi.”

“Ma ti devo spiegare”

“Fai una lista a punti. No dettagli, sono inutili, non sono stupido.”

 

Riassumendo: no scritto, no letto, no video, no avverbi, no aggettivi, no metafore; frasi semplici: soggetto, verbo, complemento, come in prima elementare. Solo discorsi utili, no chiacchiere e tutto a velocità x2. Solo informazioni di servizio.

Le domande del “bravo giornalista” sono diventate: chi, cosa, dove e quando. Il “come” e il “perché” non fanno più parte dell'equazione. Il "come" perchè è importante solo il risultato e non il processo. Il "perchè" è considerato ormai una superflua ovvietà.

Tanto che, per scrivere questo pezzo, sarebbe bastato copiare quello che leggo ogni giorno, che ascolto ogni giorno e che mi tira fuori dagli stracci ogni giorno. Ho deciso però di applicare una piccola vendetta: i miei testi contengono spesso un "coniglio", una parola sbagliata o senza senso piazzata lì a caso. Siamo a 6 mesi di esperimento e al momento nessuno se ne è mai accorto...

Quanto al linguaggio, ogni tanto penso a come si parlerà 4.0 (non lontano):

“AYHIO” (versione 4.0 del saluto sardo ma chi la pronuncia non sa più cosa vuol dire “sardo”)

“EEYIAA” (vedi sopra)

“UEEE” (vedi sopra ma milanese)

“OOHH” (neutro)

[N.d.t. "Ciao, che bello vederti" "Ma ciao, quasi non ti riconoscevo, non sei cambiata per niente. Come è andata a Roma?" "Benissimo, è stata un'esperienza molto interessante, siamo stati bene ma siamo contenti di essere tornati." "Allora adesso che sei qui ci organizziamo una sera tranquilli così ci racconti" “Ci sto, allora ti chiamo stasera così decidiamo quando. Salutami tutti” “Anche tu saluta tutti non vedo l’ora di sentire i vostri racconti” – sono inclusi abbracci, baci sulle guance, sorrisi, e movimenti antichi di apprezzamento – che ormai vedranno solo nei documentati sotto il titolo: “oo aa ee uu” (trad. "Come comunicavano tra loro i bipedi verticali” perché saranno per lo più a forma di punti di domanda chini su un video)]

Lo so, lo so che tu che stai leggendo e sei arrivata fin qui hai la mia età – perché solo chi ha la mia età riesce a leggere parole di senso compiuto per più di 1 riga e magari riesce anche a non leggere a F – solo a sinistra della pagina – ma si prende il gusto di perdersi tra toni, sottintesi, punteggiatura, parole, omissioni, metafore. Ecco, tu che hai la mia età stai certamente pensando che noi siamo quelli del panozzo, del cucador che broccolava la sfitinzia che gli piaceva una cifra e passava al brucio davanti alla sua scuola prima che arrivassero i sapiens che se lo beccavano gli davano una compilation di schiaffazzi.

E stai pensando anche che le nostre mamme erano quelle che paccavano il ciospo che si credeva un togo e le lumava da lontano. Lo avevano limonato solo per dare fastidio ai matusa ma doveva mollarle perché ne avevano conosciuto uno giusto.

E anche che le nostre nonne avevano il loro – che era figlio degli anni ’50, di Hollywood e Humphrey Bogart, dell’influenza americana del primo dopo guerra.

Le so tutte, come so che Mini e Micro avranno dei figli che parleranno la loro lingua misteriosa e li prenderanno in giro. La mia domanda è proprio questa….parleranno una lingua o emetteranno dei suoni?  Questa è una naturale evoluzione del linguaggio o è un ritorno all’età degli dèi, uno di quei "ricorsi storici" per cui si torna piano piano a uno stato di natura primordiale per cui le prossime generazioni diventeranno i primitivi del nuovo mondo?

Siamo gli ultimi esseri viventi intellegibilmente parlanti e perfettamente verticali?

Come dice il saggio, “ai posteri…” , non serve finire la citazione, vero? Mi raccomando, se non la sai… non è “ai poster”.