lunedì 7 gennaio 2013

Coscienza paterna (conto terzi)

Maxi è un cattivo papà perchè:
1. Quando torna a casa deve assolutamente, inderogabilmente, categoricamente farsi la doccia prima di entrare nel ruolo di papà. Arriva in giacca e cravatta e rimane in modalità ufficio finché non ha sistemato valigetta, posta, abito e fatta la doccia. Qualsiasi cosa stia succedendo in casa in quel momento.
2. Quando si cena deve assolutamente, tassativamente guardare il telegiornale.
3. Di notte non si sveglia per nessuna emergenza. Di notte non c’è. Quando capita (mai) di trovare un nano nel lettone (dove normalmente non li vogliamo) la sua prima domanda non è “cos’è successo” ma “a che ora è arrivato”.
4. Si offende per un nonnulla. Se Mini non lo saluta quando torna a casa, se Micro gli sbava la camicia. Apriti cielo, fa il muso e gira i tacchi.
5. Deve a tutti i santi costi riparare i giocattoli che si rompono. Anche le sorpresine degli ovetti di cioccolato. Anche gli specchietti retrovisori delle macchinine più ine che ci sono in giro per casa. Incolla e ricostruisce come un tecnico dei RIS: raccoglie i cocci e i coccini (spesso invisibili), li conserva e li riattacca.


Maxi è un bravo papà perché:
1. Gioca con i bambini per ore. Guida e segue i loro giochi e i loro pensieri. Li intrattiene e li stimola: macchinine, trenini, libri. Non si stanca mai. Sta seduto in cameretta con loro e scompaiono, costruiscono, smontano, inventano. Sa trasformare tutto in un gioco imperdibile: lavare la macchina, fare la spesa.
2. Non perde quasi mai la pazienza. Sa gestire con calma, senza perdere di vista l’obiettivo finale, le infinite negoziazioni di Mini raggiungendo comunque, sempre, lo scopo.
3. Sa stimolare i bambini ricordandosi la loro età, adeguando il modus di comunicare a ciascuno dei due, pur mantenendo le distanze papà-figlio. Li coinvolge sempre anche nei suoi pensieri, nei suoi interessi. Mini parla di motori e di geografia politica con tanta sicumera che a breve saremo convocati dai servizi sociali.
4. Sa dare delle certezze ai bambini così certe che sono dei macigni nella loro piccola e profonda esistenza. E' presente anche quando non si nota. Anche quando sembra che stia "guardando oltre", non li perde mai di vista. Anche quando io faccio la stessa cosa facendo un sacco di rumore e risultando estremamente ingombrante.
5. E' un bravo papà e basta. Fa l'indifferente perché "lo disegnano così", ma è così orgoglioso del suo titolo che l'ho scoperto parlare dei suoi bambini più spesso di quanto lo faccio io.




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