I bambini – autoreferenziati per definizione – hanno un
particolare talento (che per chi ne è oggetto è una particolare sventura): una gestione del tempo assolutamente impermeabile a ciò che succede attorno a
loro! Questo crea impasse complicate e incanta la conversazione, come in un disco rotto, a una
lunga lista di "no" inevitabili, domande ripetute in loop senza fine fino a un
crescendo di strilli, litigate, pianti e…castighi.
Perché al momento dell’assemblaggio
ai bambini non viene montata l’attesa? Le mamme li aspettano con pazienza, ricamando cuffiette…perché la loro esistenza è un rullo “tutto, adesso e
subito”?
C'è un aggiornamento scaricabile on-line da aggiungere a
posteriori?
Quando sono tranquilli e la conversazione scorre
fluida, i bambini sono una compagnia meravigliosa: sono divertenti, hanno senso
dell’umorismo, capacità di giudizio diretta e senza filtro…sono spassose le
loro osservazioni sulle cose e le persone…perché poco dopo si impegnano così tanto
a distruggere questa idilliaca immagine?
La relazione mamma-figlio funziona come il pupazzo di Ken
degli anni ’80, quello a cui cambiavi la faccia girandogli il braccio. Le mamme
guardano i loro figli con amore, con orgoglio, con quel sorrisetto ebete riservato solo ai propri bambini. Poi loro le toccano il braccio e il volto si
trasfigura, diventa brutto come la strega cattiva delle favole con gli occhi di
fuoco per incenerire, il ghigno satanico e la voce bassa e roca.
Piccoli esempi quotidiani posso essere:
In bagno: “Mammaaa, Micro si sta colorando la maglietta con
quella matita che hai nell'astuccio di Hello Kitty nella tua borsa?” (la borsa era chiusa e la "matita" era il contorno labbra di Chanel ovviamente)
In macchina: “MamMMaaAA, mi raccogli la macchinina, mi dai
un fazzoletto, ho fame, ho sete, voglio gli occhiali, mi dà fastidio il sole, cambi
la canzone, alzi il volume, siamo arrivati?!”
In cucina con acqua che bolle, olio che frigge e sugo che schizza,
tutti e due attaccati ai pantaloni: “Mi fai vedere?” “Ti aiuto io, prendo la sedia” “Anche
io voglio vedere, mi prendi in braccio?”
Di notte: “Mamma, maammmaa, MAMMAAA….ho
sete” (N.d.t. c’è dell’acqua su entrambi i comodini ma loro preferiscono l'urlo di Tarzan dal loro letto o venire a piedi a svegliare me)
A tavola, con il cucchiaio pieno di minestrone bollente, tirando
la manica della camicia e picchiettando il braccio per essere sicuri di essere
stati notati: “Mamma, mi cambi cartone”, “Mamma, mi cambi il patello, ho fatto la cacca”…e
una volta sul fasciatoio: “Mamma mi prendi la bambola, mi prendi la bambola, mi
prendiii la baaambolaaa, voglioooo la MMIIAAA bambbbolaaaa adesssooo” (durante un codice marrone…mooolto marrone!)
Al telefono: “mamma, mamma, mamma…senti…mamma, mamma…senti…ti
devo dire una cosa”
“Sono al telefono, aspetta un momento”
“mamma, mamma,
mamma….senti” “DIMMI” (con santa pazienza di chi è dall’altra parte) “eehhhmmm…ti
volevo dire che…eehhmm se dopo posso vedere i cartoni)
Alla cassa del supermercato: “mamma, mamma, posso mangiare i
bastoncini di pesce ADESSO?” “mamma...Micro sta aprendo i piselli surgelati” “mamma, io
però volevo comprare tutte le patatine, non volevo le banane”
Una donna aspetta una vita il giorno in cui terrà il suo
bambino tra le braccia, il giorno in cui lui la chiamerà “mamma”; in breve scopre
che lui urla “MAAAMMMAAAA” circa uno zilione di volte al minuto e in men che
non si dica inizia l’attesa perché la smetta di chiamarla e si scolli dalle sue
braccia.
Sarà che non avendo mai avuto aiuti ho sempre dovuto far aspettare (sin dalla culla!) e ripetere 'no' alle loro richieste urgentissimissime che poi urgenti non erano; ora non mi succede più spesso di trovarmi le richieste disperate. Succedono ancora però le richieste di attenzione appena mi vedono rispondere al telefono! :)
RispondiEliminaE' vero, si sentono come investiti del ruolo di "disturbatori" delle telefonate della mamma. E' il momento in cui concentrano tutte le urgenze, che come dici tu non lo sono mai! :-)
EliminaEsilarante nel raccontare ma indubbiamente meno divertente nel viverlo! Se penso che mio figlio già lo fa quando perde il ciuccio figurati quando inizierà a parlare cosa mi combina! Ti ho scelto per la mia classifica settimanale e se sei curiosa di sapere cosa ho scritto clicca qui
RispondiEliminaGrazie Giada, del passaggio e della classifica! Il mio primo impegno genitoriale è stato così denso di emozioni e di scoperte che è passato in un baleno. Micro ha dato una nuova profondità al concetto di emozione….meglio riderci su. :-)
Elimina