sabato 16 maggio 2015

La vita 1.0

Ci sono persone che hanno il magico dono di cambiarti l’umore – non necessariamente il capo il lunedì mattina. Ci sono attimi che cambiano il corso della giornata, magari anche della vita - non necessariamente l’amore, i figli, la famiglia, qualcosa di più…terreno!

Ad ogni svolta della vita arriva per tutti il momento di “fare ordine” tra le cose e le persone e capita che molte “cose e persone” finiscano archiviate in cassettini della memoria. Chiusi fino a quando sale forte la voglia di guardare dentro “quel” cassetto, quando la nostalgia canaglia ci costringe ad aprirlo e a fare un tuffo nel passato perchè ammettiamolo, siamo qui adesso perché eravamo là ieri. Nel bene e nel male.


Cosa è successo a Tizia, che fine ha fatto Caio, Sempronio si ricorda di me o sono stata solo una meteora nella sua vita. E' la classica domanda esistenziale di una sera d'inverno. La risposta a volte sorprende, a volte delude e tornare indietro è un’arma a doppio taglio: i ricordi e il tempo seguono tortuose vie diverse, la leggendaria acqua che passa sotto i ponti può lavare via lo “sporco” e lucidare un ricordo o lo può ricoprire di fanghiglia. Lasciare un buon ricordo è una scommessa.

Un ex fidanzatino delle medie mi ha ritrovato per lavoro e non si è perso l’occasione di ricordarmi che (alle medie) lo avevo trattato male. So per certo che non è l'unico che non mi manderebbe un mazzo di fiori ma fa parte del gioco della vita. Bisogna avere un po’ le spalle larghe quando si apre un cassetto della memoria. Le emozioni chiuse lì dentro sono personali e indiscutibili…ahimè.

Ogni tanto però la sorpresa è grande, immensa, inaspettata…e il rimbalzo di autostima, la joie de vivre che suscita rivedere, riscoprire, ritrovare qualcuno non ha prezzo. Scoprire di aver lasciato un segno dà senso a ciò che siamo oggi. Sapere che il filo rosso esiste e che è lungo quanto la nostra vita è un'iniezione di sicurezza. La rete di oggi è la linfa vitale ci tiene in piedi ogni giorno. La rete di ieri è la nostra radice, quella da cui tutto è iniziato.

Nell’ultimo anno ma soprattutto nell’ultimo mese ho avuto la fortuna, il privilegio, la gioia di aprire cassetti che contenevano tesori...

Ho ritrovato Alessandra quasi per magia, in una lista di contatti che non era nemmeno mia. Con lei ho diviso il sonno negli anni dell’università: dalla fila per l'immatricolazione, quando ci siamo conosciute, alla corona di alloro quando ci siamo separate. Era il mio faro, il mio nord e io il suo. Abbiamo studiato insieme ogni esame, versato "sangue, fatica, lacrime e sudore" sui libri, trattenuto il fiato in attesa di un voto… condiviso la camera di un collegio in un’estate di studio matto e forsennato e di confessioni, di libertà. In quegli anni in cui tutto doveva ancora ancora inziare. Ci siamo perse quando abbiamo perso il nostro appuntamento quotidiano, quando è iniziata la vita vera. Non ho mai smesso di pensare a lei in questi anni, ho ancora un nostra foto appesa in camera mia a casa dei miei. E’ una delle persone…una decina direi…che hanno influenzato umori e amori di gioventù. Le ho scritto titubante e la risposta è stata un’iniezione di adrenalina: il suo entusiasmo era direttamente proporzionale al mio tentennamento. Vedersi è stato magico, è stato un tuffo nel passato con un piede nel presente. Lei serafica e solida e io "pagnottella" e spanata come allora.

Ho ritrovato Paola sul social blu, l'ho agganciata con reverente timore…era una ragazzina l’ultima volta che l’ho vista, lei e la sua famiglia hanno segnato profondamente la mia vita. E’ stato grandioso leggerla felice del contatto e vedere che donna meravigliosa è diventata.

E' di questi giorni il gran finale. Uno strano messaggio “c’è una vita 1.0 che ti sta cercando. Se hai voglia di sapere perché scrivi a Giuseppe. Firmato: Sara”.

L’ho riletto un milione di volte: Sara, Giuseppe….i compagni del liceo, la classe della maturità, con loro tutto il resto della classe. Di cui ho perso le tracce il giorno dell'uscita dei quadri. La classe più sconclusionata, strana e bizzarra che mai scuola abbia registrato. Eravamo 22 cuccioli in cerca di autore. Siamo 22 adulti riconoscenti del privilegio di aver trovato l’autore, di aver dato un senso a quella gioventù.

25 anni dopo siamo giocosi e leggeri come al liceo forse non eravamo e sia benedetto il progresso e i suoi diabolici strumenti che ci hanno riunito. Da una settimana esiste una chat che non tace mai, giorno e notte. Da una settimana 22 seri professionisti non riescono a smettere di chiacchierare come liceali, non c'è notte, figlio, cane, corso di aggiornamento sulle "successioni ereditarie" che tenga,  c’è sempre qualcuno che scrive, provoca, invia foto, racconta e si racconta e ha voglia di stare insieme, di giocare.

Stiamo facendo esattamente quello che proibiamo ai nostri figli..avere il naso calato sui telefoni a tutte le ore, chiacchierare dietro la cartella! Saremmo da sgridare se fossimo i nostri genitori, da nota sul registro se fossimo i nostri professori ma non lo siamo e non siamo nemmeno in classe.

Oggi so che nei miei anni di formazione sono stata circondata da  21 personaggi incredibili. Ieri non li conoscevo, troppo impegnati a dimostrare di essere "grandi", oggi abbiamo solo voglia di essere al liceo. E’ passato un quarto di secolo dall'ultima volta e non vedo l’ora di fare l’appello.

Al fin di questo post…andate a recuperare un nome lontano, un compagno delle medie, delle elementari, una vicina di casa al mare…è un’emozione impagabile. Nessuno screzio, nessun capriccio, nessuna discussione di quegli anni merita di avere senso oggi. Oggi ha senso solo sapere che se siamo qui e siamo così, è anche merito di quello screzio, di quel capriccio, di quella discussione.

Stasera…smemoranda, foto e conto alla rovescia fino a lunedì sera…

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