giovedì 18 aprile 2013

Aiuto, è arrivata l'estate!

In questi giorni il cambio degli armadi è più urgente dell’elezione del presidente.
E’ arrivata all’improvviso, una mattina di aprile: l’estate! Dal piumone alla canotta in una notte. Il peggiore incubo di qualsiasi femmina umana è diventato realtà: fuori dalla finestra 30 gradi, dentro l’armadio i pantaloni di fustagno! Ma…la femmina umana media resisterebbe al fustagno perché l’alternativa è annaspare per giorni tra grucce, scatole, naftalina, deodoranti, antitarme, pantaloni fuori moda, maglioni d’angora, scarpe, stivali e armadi che una volta svuotati non si lasciano più riempire docilmente. Tra l’altro il passaggio dall’inverno all’estate è un momento topico per le donne: urge la ceretta (fatta bene però, non un po’ così in versione invernale), la pedicure (da parata, non quella fatta dalla vicina di casa estetista in pensione), la dieta lampo (tipo 20 chili in 20 minuti perchè durante l'inverno non ho proprio avuto tempo e adesso voglio davvero rimettere quella gonnellina a fiori rosa che a 20 anni mi stava taaanto bene!).
Scoprire parti di corpo bianco pallido, che dopo i 40 godono di vita propria e di motu proprio (soprattutto verso il basso) non è una passeggiata, ci vuole un momento di raccoglimento, ci vuole CORAGGIO.
Il primo mostro da guardare negli occhi è l’armadio a fine stagione. Se le stagioni seguissero un corso da manuale si potrebbe anche azzardare un cambio in sordina: “oggi mi metto la camicetta a fiori”; “oggi metto via i pantaloni di velluto puliti”; “oggi prendo una maglietta rosa dalla scatola…ma guarda che carina anche quella verde, dai le metto a portata di mano…cià che metto due maglioni nella scatola”. Così…senza un piano preciso.
Se invece - come quest’anno - la stagione svolta all’improvviso non resta altro da fare che raccogliere il guanto della sfida, prendere fiato e affrontare il duello finale sperando che valga “per qualche vestito in più” e come Clint Eastwood teneva il fucile, imbracciare lo swiffer con il braccio destro e con il sinistro lo spruzzino per lavare, profumare disinfettare l’armadio.
Quest’anno il mio mezzogiorno di fuoco è iniziato dalla stanza dei nanidagiardino. E’ stato peggio di quello che avevo previsto. Non è stato un “cambio” ma un orrido Unzip. Per svuotare l’armadio (quello che per ora i due nani condividono) è stato sufficiente sfilare una maglietta perché tutto esplodesse fragorosamente nella stanza. Dopo un tremore iniziale, le pareti dell’armadio si sono persino sgonfiate e sono sicura di aver sentito un “aaahhh” di sollievo mentre lo lavavo. La stanza sembrava una scena dagli “Accumulatori seriali” della tv: pile di vestiti e scarpe ovunque, di tutte le taglie, le stagioni, i colori, le occasioni. Da 0 a 5 anni. Miei, suoi, tuoi, nostri, loro, di chiunque. Tra prestiti, regali e acquisti la stanza dei bambini era impraticabile. Il blob è anche esondato sul mio letto, sulla scrivania di Maxi, in corridoio, fino al tavolo da pranzo!
Il processo di pickup unzip l'ho delegato per pura codardia, mentre il ripristino dello status quo ante bellum - che è proprio la formula corretta in questo caso - è onere e onore della mamma.
Per ciascun capo occorre: verificare la taglia attuale, prevedere la crescita del pupo e valutare il percorso futuro: a chi dare cosa, secondo i dettami del baratto mammesco: un flusso a doppio senso ininterrotto e compulsivo che si sviluppa tra 0 e tre anni (e poi tocca pagare il guardaroba per intero…ahimè!)
Il risultato personale della giornata è che Mini, che sta uscendo dal giro dei baratti, avrà bisogno di una strisciata della carta di credito di Maxi (io metto in ordine-tu paghi…mi sembra un’equa divisione dello sforzo) e Micro invece, che è all’inizio del guado, ha anche un abito da cerimonia con perline incastonate.
Per uscire dal tunnel bisogna però pazientare almeno una settimana perché il vero zoccolo duro non sono i vestiti o le scarpe ma quel bastimento di accessori che accumuliamo con leggerezza durante la stagione finché non arriva il momento drammatico del rimessaggio: dove metto le babbucce a forma di papera, gli scaldamuscoli anni ’80, le coperte di pile che mi hanno regalato a natale e la farfalla scaldaletto?

1 commento:

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