mercoledì 6 febbraio 2013

Working Taxi Mum

Il martedì è "mum-day". Ho negoziato con il mio capo un giorno a settimana da dedicare alla famiglia (maternità facoltativa), in cambio di un rapido rientro al lavoro full time dopo la nascita di Micro. Un giorno mamma-bimbi. Andiamo in piscina. Al mattino con la piccola e al pomeriggio con il grande. Due età, due corsi, stessa piscina, due viaggi, due sacche, due merende, una mamma.
E’ un modo per comporre l’alchimia giusta di tempo e tempo di qualità con i due pargoli separatamente, io e loro, uno alla volta. Lo faccio da quando Mini ha 3 mesi. Il corso di acqua baby mamma e bimbo. La cosa più romaticamente faticosa che abbia fatto nella vita. E adesso la ripeto con Micro.

Inserire Micro in piscina è stato un crescendo di complicato divertimento: tutti e due i bambini in acqua al mattino prima lei, poi lui (poi di corsa in ufficio puzzando di cloro, con gli occhi rossi e i capelli a forma di cappellino di lana). Io una non piacevolissima ora in ginocchio in una piscina alta 80cm con l'acqua a 33 gradi (acqua...vabbè, facciamo finta di credere che sia solo H2O, essendo abitata ogni mattina da una trentina di neonati notoriamente incontinenti). Ovviamente avevo arruolato anche la nonnabenedettadalcielo per un cambio bebè da rugby. Io lanciavo la neonata bollita alla nonnabenedettadalcielo mentre il navigato pesciolino si tuffava nell'acqua a bomba senza controllare che l'area di atterraggio fosse sgombra.
Ora siamo a un livello superiore del nostro percorso. Mini fa il corso dei grandi e va da solo, io faccio assistenza nello spogliatoio. Ma il "mum-day" è diventato full time. Il divertimento è raddoppiato e l’aiuto si è dileguato.
Si parte alle 9.30 in direzione piscina con Micro: spoglia, cambia, vesti…un’anguilla generalmente simpatica come un gatto bagnato. Ma la cosa più divertente è la promiscuità con le altre mamme. Più o meno 6 mamme con altrettanti bambini piagnucolanti che cercano di rivestirsi mantenendo il massimo della dignità, dato che il massimo del fisico se lo sono giocato circa una ventina di anni fa!
Si torna a casa alle 12:00 per un pranzo super rapido, il cambio della sacca e per deporre la piccola in una cesta fuori dalla porta di casa della nonnabenedettadalcielo che fa la vaga ma poi cede davanti al rubicondo musetto.
Si ri-parte alle 14:00 in direzione piscina con Mini. Lo prelevo a scuola e partiamo chiacchierando. E lo show ricomincia ma almeno mi evito la seconda bollitura e il secondo defilè di cellulite. Anche Mini non è esattamente un fulmine nel cambio e tutto avviene a seguito di una lunga ed estenuante negoziazione, ma arriviamo a bersaglio: arriva la maestra a prendere una fila di nanetti alti un metrino scarso e li porta in piscina. Io resto al balcone a guardare il mio topo che gioca, si diverte e…spero impari. Quando esce ha una fame da squalo e un sonno incoercibile e me lo devo caricare a spalla.
In tutto ciò so di essere una pivella, una principiante, una mamma-taxi alle prime armi. Ho amiche professioniste dell’incastro. Mamme che per amore di sport scambiano i figli ai parcheggi per incastrare orari e tragitti. Mamme che si ricostruiscono una vita in macchina: cibo, libri, telefoni, parole crociate, lavoro a maglia. Tennis, nuoto, flauto traverso, psicomotricità, pianoforte, danza, equitazione, basket e…catechismo + la festa di compleanno, il dentista, l’ortopedico, le ripetizioni di matematica! Questi gli impegni che sento attorno a me, tutti incastrati dalle 4 alle 7, 5 giorni alla settimana, moltiplicati per il numero dei figli. Una mamma macina più km di un rappresentante del folletto, non è retribuita (anzi, una volta a casa deve anche nutrire tutti questi forzati dello sport) e a fine giornata qualcuno ha il coraggio di chiedere: “già che eri in giro, sei passata in tintoria a ritirare i miei pantaloni?” SGRUNT.
Il tempo di qualità con la mamma è giusto per i bambini, ritagliare un momento dal lavoro per dedicarlo a loro è una scelta importante (il mio capo userebbe altri aggettivi). Lo sport fa bene ai bambini, è un sacrificio che una mamma fa volentieri - persino io che sono anti-sportiva per definizione. E’ per il loro futuro, per la loro formazione fisica, sociale, mentale, blablablabla. Atteso tutto questo, la working-taxi-mum (da declinarsi in tutte le sue possibili variazioni) è una fatica devastante per il corpo e per la mente perché tutte queste teorie meravigliosamente romantico genitoriali, pedagociche, bambino-centriche sono perfette, è vero, ma diciamoci la verità...per genitori under 30!

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