lunedì 20 maggio 2013

Ubi maior...la mamma cessat

Non sono partita, non mi sono dimenticata, non mi sono stufata….sono MALATA!!! DI NUOVO!!!
Maggio è andato così, travestito da Gennaio o da Agosto, senza via di mezzo. La prima metà del mese se ne è andata così: tra una supposta e una candelina. Abbiamo trascorso 1 settimana di festeggiamenti come si conviene una Maestà Imperiale che compie gli anni + 1 settimana di notti insonni per la Regale influenza dell'altra Imperiale Maestà.
La seconda metà di questo mese dispettoso è iniziata con un blando e timido: COUGH COUGH... "E’ solo un po' di tosse". E' la stessa cosa che dissero dell'uragano Katrina: "E’ solo un po' di pioggia".
Tosse da scoppiare (e da annoiare), gola arroventata, voce - quando presente - un po' troppo baritonale per essere mia, dolori alle ossa, naso chiuso, mal d'orecchie, intestino impazzito, febbre alta, sonno cosmico, mente annebbiata, fazzoletti in ogni cantone, maglione di lana di conforto, materasso con l'impronta. Questo descrive a grandi linee me, Maxi e…la nonnacheilcielolabenedica
AARRGGHH
La vera verità è che il mondo non si ferma quando si ammala il papà (mentre il papà si ferma, anzi..si vulcanizza al suo amato divano), rallenta se si ammala anche la nonna (che non si ferma mai), tira il freno a mano se ci si aggiunge anche la mamma (che si accascia sotto il piumone).
E' stata una settimana davvero complicata tra Martedì e Sabato si è scatenato l’uragano. Prima io cacciata dall’ufficio con il marchio da untore, poi Maxi che giovedì notte urlava di dolore per l’otite, fino all'alba di venerdì quando la nonna mandava messaggi inquietanti dopo una notte passata a discutere con Montezuma sull'opportunità della vendetta verso l'uomo bianco.
Abbiamo speso in farmacia il budget accantonato per le ferie… Avremmo fatto la felicità di un caro amico farmacista. Peccato che è lontano, in questi giorni avrebbe fatto comodo: avremmo potuto chiedere lo sconto, una dilazione dei pagamenti o almeno la consegna a domicilio.
Sabato è stato il momento culminante: tutta la famiglia riunita sotto lo stesso tetto; costretta sotto lo stesso tetto; incatenata sotto lo stesso tetto. Fuori pioggia, vento e freddo, dentro…il 50% degli abitanti della casa era inutile, malconcio e irrecuperabile; il 50% era vitale, allegro, pimpante, esaltato, eccitato, energico, dinamico, rumoroso, verbale, verboso, sonoro…AIUTO!
Ma la vera domanda è stata: in quanti sono?
Alle 6.45 di Sabato mattina ho sentito chiaramente suonare la “Cavalcata delle Valchirie” mentre una falange di nanidagiardino invadeva la nostra camera! Da quel momento non hanno mai, mai, mai smesso di parlare, chiedere, inseguire, toccare, chiamare, volere, prendere, tirare, lasciare, abbandonare, spostare, aprire, chiudere, piangere, discutere, spingere, litigare. Un incubo!
Alle 5 del pomeriggio ho avuto le visioni: Diego e Sid, la tigre e il bradipo di Ice Age sconfitti dai due piccolissimi opossum che dichiarano: "Se qualcuno chiede erano in 50 ed erano serpenti a sonagli".
Qui ci sono bambini dappertutto, saranno migliaia. Sono sotto, sopra, di lato, dentro gli sportelli, dentro gli armadi, sotto il divano. Ma quanti sono? Non riesco a contarli, non faccio in tempo a contarli e sono già aumentati. Loro in migliaia e io sono sola. Provo a nascondermi, così non mi trovano e piango in solitudine la mia sconfitta. In bagno…trovata! Nello sgabuzzino…trovata! Non ce la farò mai. Vinceranno loro e i posteri troveranno il mio corpo coperto di biscotti e macchinine.
“Domani è un altro giorno”, dice la mia amica Rossella…spero sia davvero un altro e non uguale a questo altrimenti la mia autodenuncia di mammamedia diventa un’autocertificazione di mammadisastro.

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